Qualche tempo fa ho fatto una "recensione" di un portafogli che ho comprato on-line, questa volta tocca ad un regolabarba, il Philips Beardtrimer 9000.
Ho partecipato ad un progetto dell'Accademia della barba dove ho avuto la possibilità di scegliere di provare un rasoio elettrico Philips o un regolabarba. Ho optato per il regolabarba Beardtrimmer 9000.
Il progetto prevede di pagare una "cauzione" pari a 50% del prezzo dell'apparecchio con la possibilità di tenerlo a fine prova o restituirlo recuperando la cauzione.
L'ho provato, mi sono lasciato crescere la barba oltre la mia lunghezza standard per tagliarla e regolarla a piacere e devo essere sincero che va proprio bene. Prima usavo un tagliacapelli che "gratta" troppo e non permette di regolare la barba finemente. Ho anche provato un altro regolabarba che però non taglia una mazza. Questo Philips va benissimo a confronto!
Ha una testina girevole con una lama grande e una piccola utilizzabili alternativamente. La testina è regolabile in altezza e con i due "pettini" forniti in dotazione è possibile cambiare la lunghezza di taglio a passi di 0.2mm (!!!!). La testina è, ovviamente, lavabile senza doversi preoccupare di togliere la batteria o altro.
La batteria è interna e ricaricabile: dura più che a sufficienza ed in ogni caso il beardtrimmer può essere usato anche con l'alimentatore fornito in dotazione.
La vera novità di questo prodotto, e il motivo principale per cui ho deciso di provarlo, è il puntatore laser. Si, non serve che leggiate due volte: questo regolabarba ha un puntatore laser che proietta una linea in corrispondenza della posizione della lama. Sembra banale, ma aiuta davvero a tagliare la barba con più precisione (per chi ha fantasia e vuole farsi un taglio alternativo è ottimo).
Alla scadenza della prova ho deciso di tenerlo. Funziona bene, finalmente non devo più scorticarmi col tagliacapelli e, visto che per un bel po' mi terrò la barba "lunga" mi sarà indispensabile!
Usate molte batterie ricaricabili? Avete il caricabatterie "sfigato" che ne carica due alla volta? Meglio ancora: avete un caricabatterie intelligente? No? Non sapete cos'è? E' un caricabatterie che controlla la carica di ogni singola batteria con tanto di controllo della temperatura ed evita anche la sovra carica.
Usare un caricabatterie intelligente è il modo migliore per far durare a lungo le pile ricaricabili NiMH (Nickel Metal-idrato) e NiCd (Nickel Cadmio).
Con una serie di batterie comprate qualche tempo fa ho ricevuto in dotazione un caricabatterie tradizionale per due pile AA o due pile AAA. I problemi di questo apparecchietto sono:
– ricarica solo due batterie a volta
– i led non indicano quando la carica inizia o finisce, ma solo la presenza della pila con la giusta polarità
– per la carica completa ci vogliono 11-16 ore (in base al tipo di batteria)
Quindi mi sono deciso a prendere un nuovo caricabatterie intelligente, l'Energy 8 Plus della Ansmann, ditta Tedesca.
Tra le varie marche e modelli disponibili ho pensato che questo fosse sufficientemente "evoluto" per le mie necessità. Può caricare contemporaneamente 8 AAA, o 8 AA, o 4 C, o 4 D, insieme a 2 pile E da 9V.
Il caricabatterie ha una serie di LED con i quali è possibile diagnosticare lo stato dell'accumulatore (carico, scarico, danneggiato) e l'attività di carica o rigenerazione di una batteria. La rigenerazione è un processo per cui la batteria viene posta a cicli di carica/scarica al fine di ripristinare le condizioni ottimali della pila. Ovviamente se è troppo vecchia o danneggiata non sempre è possibile salvarla.
Per quanto riguarda la carica normale le batterie vengono controllate e caricate indipendentemente l'una dall'altra e possono quindi essere inserite in momenti diversi, cosa sempre utile.
Nel momento in cui le batterie arrivano al massimo della carica l'apparecchio si occupa di fornire una corrente di mantenimento per far si che le pile possano essere lasciate nel caricabatterie fino al momento dell'uso conservando il massimo della carica.
Inoltre, ciliegina sulla torta, tutto è condito con una garanzia di 3 anni. Non male!
Se doveste avere la necessità di caricare più di 8 batterie al colpo potreste essere interessati al modello Energy 16, mentre se avete la necessità di una stazione di ricarica e mantenimento super professionale e non volete badare a spese potreste comprare il modello di punta della Ansmann, l'Energy XC3000, in grado di testare anche le batterie a bottone e che ricarica anche batterie ai polimeri di litio di telecamere e fotocamere.
Come suggeritomi da Andrea (possessore tra l'altro di una Canon G11) farò un recensione flash della Canon G12 che ho acquistato recentemente per la moglie.
L'ho presa usata da un fotografo, risparmiando parecchio rispetto ai 460-550 euro del nuovo (su internet).
Iniziamo col dire che è una fantastica macchina fotografica, una "compatta" di alto livello che per molti aspetti è molto meglio della mia reflex Canon 400D. Senza perdermi in tecnicismi, ha un processore Digic IV, sensore da 10mpx, obiettivo 28-140 (paragonato al formato 35mm) f2.8-4.5, sensibilità ISO fino a 12800, registrazione di filmati in 720p e stabilizzatore Hybrid IS.
Rispetto alla G11 cambia poco, ma una delle migliorie importanti è la rotellina anteriore per cambiare tempi/diaframmi.
Per ora l'ho usata quasi sempre in modalità automatica (e la moglie pure), ma non ho mancato di provare la priorità ai tempi, la priorità ai diaframmi e la modalità manuale.
In full manual è "difficile" da usare rispetto ad una reflex, in particolare per la messa a fuoco manuale lenta e macchinosa e per l'eccessiva compattezza del corpo macchina che rende la rotella posteriore scomoda da usare.
In modalità completamente automatica è eccezionale: grazie anche allo stabilizzatore e all'alta sensibilità ISO ho scattato foto che ottenibili difficilmente con la 400D (senza obiettivo stabilizzato e con un limite di 1600 ISO).
L'uso in priorità tempi e diaframmi è facile e decente, ma comunque un passo indietro rispetto ad una reflex.
L'obiettivo è buono, purtroppo l'apertura f2.8 è sufficiente per ottenere un bokeh interessante, ma una apertura f2.0 come per la sorella minore Powershot S95 sarebbe stato la ciliegina sulla torta.
Per il resto tutto bene, non è troppo pesante, ha uno display grande e utilissimo (grazie anche allo snodo che ne permette la rotazione) e la batteria dura parecchio.
L'unico nota dolente è il mirino ottico che è più o meno inutilizzabile… troppo piccolo. Me lo sono dimenticato facilmente!
Insomma, l'acquisto (a me) è piaciuto e la moglie ha finalmente una macchina fotografica che può usare senza dover trafficare con obiettivi e impostazioni varie.
Per chi volesse qualche cosa di ancor più automatizzato suggerisco la Canon Powershot S95 che è molto simile ma senza la vocazione professionale della G12.
Dopo il post di ieri per l'inaugurazione dell'attività di Andrea, continuo a parlare di foto e fotografia. A Novembre ho aperto l'account Flickr e ho deciso di iniziare a stampare alcune delle foto che faccio, soprattutto delle vacanze. Perché la fotocamera digitale è bella, si, ma se da un lato è possibile scattare migliaia di foto senza problemi, dall'altro va a finire che restano in qualche DVD o in una directory del disco rigido e non le riguardo mai. Ne ho accumulate fin troppe!
Flickr suggerisce di stampare le foto con Snapfish, servizio di HP, e per incentivarne l'uso si hanno diversi sconti per foto o fotolibri alla registrazione dell'account Flickr e/o Snapfish.
Dopo aver fatto qualche prova ho poche cose da dirvi in caso vogliate usare Snapfish per i fotolibri:
I fotolibri: ho provato il fotolibro deluxe 30×30 con copertina in finta pelle (per un regalo un po' elaborato) e devo dire che la copertina non è stupenda. Inoltre il libro è molto sottile rendendo l'insieme carino, ma non eccezionale, mi sarei aspettato qualche cosa di più. La qualità di stampa è molto buona.
Il fotolibro 20×30 con copertina fotografica morbida, invece, è nel complesso molto bello! Ha l'aspetto di un quaderno (sviluppato in verticale) ed ha la stessa qualità di stampa del fotolibro deluxe. Con questo c'è il vantaggio di poter usare una foto come sfondo della copertina ed il prezzo finale è piuttosto contenuto.
La qualità: come detto, è molto buona, ma non ottima. L'unico fotolibro con una qualità davvero pessima è il minilibro 13×14: ve lo sconsiglio fortemente! Se me lo fossi stampato in casa sarebbe venuto meglio.
Purtroppo per le stampe con Snapfish non è possibile scegliere carte differenti o usare spazi colore personalizzati e adattati alle stampanti che usano, si lavora con il classico sRGB. E', però, possibile stampare le foto su fondo nero.
Il software: esiste per Mac e PC e c'è una composizione guidata anche sul sito. La versione per PC è più completa e permette maggiori personalizzazioni nella disposizione delle foto rispetto a quella per Mac e rispetto alla composizione guidata. Sia su Mac che su PC il software è piuttosto facile da usare, ma un po' lento. Alla fine della composizione, dopo l'ordine del fotolibro, le immagini vengono caricate su Snapfish con un impiego di tempo variabile in base al numero e alla dimensione delle foto e durante il processo di caricamento si paga l'importo con carta di credito.
I prezzi: buoni. C'è un costo fisso di lavorazione (spese di spedizione? imballaggio? altro?) che non cambia in base al numero di libri stampati.
I prezzi non saranno tra i migliori e più bassi in assoluto, ma sono concorrenziali rispetto ad altre soluzioni tipo il servizio Fujifilm (presente in Francia e Svizzera, non so in Italia). Fujifilm, a fronte di un prezzo maggiore (a volte quasi doppio), offre una qualità di stampa altissima su vera carta fotografica anche per i fotolibri: visto di persona, dovrò provarlo.
Tutto sommato sono soddisfatto del servizio che potrebbe essere comunque migliorabile.
Una piccola nota di colore: nell'ultimo ordine che ho fatto il prezzo finale è aumentato di 1.30CHF. Generalmente costi e prezzi scendono, non salgono! Sarà per questo che il software mi ha detto che "ancora una volta abbiamo aggiornato i prezzi per voi"… avrebbero fatto meglio a dire "abbiamo aggiornato i prezzi per noi"!
Come promesso, dopo un periodo di uso "prolungato", eccovi una recensione dell'iPod Nano comprato un po' di tempo fa. Per chi non lo sapesse si tratta dell'ultima versione con schermo touch.
Le grandi novità rispetto alla versione precedente sono:
– Il fattore di forma (squadrato con misure 37.5×40.9×8.78mm e peso di 21g inclusa la clip per attaccarlo ai vestiti).
– La scomparsa della click wheel presente nelle versioni precedenti dei Nano.
– Lo schermo touch (non credo sia un vero multitouch visto che non riconosce più di due punti di contatto).
Con la riduzione delle dimensioni dello schermo, hanno deciso di rimuovere la fotocamera che era presente nel modello precedente di iPod Nano. D'altro canto non ha molto senso scattare foto e guardarle su un aggeggio con uno schermo da 1.5", nonostante sia ancora possibile guardare foto caricate via iTunes. Probabilmente sempre per le piccole dimensioni dello schermo, Apple ha anche tolto la possibilità al Nano di riprodurre video.
Tornando alla descrizione del prodotto, questo nuovo Nano è davvero minuscolo. E' poco più grande e appena più pesante di un iPod Shuffle, ed è perfetto per andare a correre o fare dello sport ascoltando musica. Con la clip si può facilmente agganciare ai vestiti e disturba poco o niente. Viene fornito in una minuscola scatolina con cuffiette di serie (da lasciare nella scatola perché scomode e di bassa qualità) e cavo USB per sincronizzare il Nano con iTunes e caricare la batteria.
Come è stato detto in centinaia di altri siti il sistema operativo non è l'iOS dell'iPhone anche se ci assomiglia molto. Per ora non è possibile aggiungere applicazioni stile iPhone, e credo che non sarà mai possibile. l'iPod Nano di questa generazione è solo un lettore mp3.
Per come lo uso io è fantastico. Leggero, piccolo, non disturba, rispetto all'iPod 5G da 80Gb è un altro mondo. La qualità audio è la stessa se non migliore, non ho l'orecchio assoluto e comunque gli mp3 hanno la qualità che hanno, ma si sente bene. La batteria dovrebbe durare 24 ore e non fatico a crederlo, ma non ho intenzione di fare un test di durata: lo carico quando serve e/o quando sincronizzo canzoni e podcast.
L'interfaccia touch è funzionale e perfino meglio della click wheel, anche per me che ho mani da fatina.
Ho letto molte recensioni dove dicono "lo schermo è troppo piccolo per metterci due pollici", "non si riesce ad usare con una mano", "non è un vero multitouch", "non ha senso un touch microscopico", "era meglio prima", "si stava meglio quando si stava peggio", etc. etc.
Ma il punto è uno solo: va usato con la clip.
E' vero che è troppo piccolo per essere maneggiato con una mano sola e due pollici non ci stanno insieme sullo schermo, ma indossandolo sulla tasca dei jeans o sul bordo della maglietta si riesce tranquillamente ad utilizzare con una mano sola. E, per come la vedo io, è così che va usato, non stile iPhone o iPad.
Inoltre l'unico momento in cui è indispensabile usare due dita è per orientare il display in base alla posizione dell'aggeggio. E pollice/indice o indice/medio vanno benissimo.
Restano solo tre pulsanti fisici: due per il volume e uno per "bloccare/sbloccare" lo schermo e accendere il dispositivo.
(clicca sull'immagine per ingrandire)
Il resto si fa tutto dallo schermo: selezione tracce in stile iPod touch, play, pausa, etc.
Sullo schermo durante la riproduzione di un brano o di un podcast appare la copertina del CD o l'immagine associata al podcast con un risultato dignitoso per quanto riguarda i colori e la risoluzione.
(clicca sull'immagine per ingrandire)
Il display quadrato con una risoluzione di 240×240 pixel ha una densità di 220ppi contro i 204ppi degli iPod Nano di terza, quarta e quinta generazione. Per contro il display del nuovo iPod Touch ha una densità di 326ppi come l'iPhone 4G.
Qui sotto potete vedere uno scatto macro del nuovo display. Una pacca sulla spalla a chi indovina la copertina dell'album.
(clicca sull'immagine per ingrandire)
Infine parliamo un attimo dell'opzione che mi è piaciuta di più e quella che mi è piaciuta di meno.
Trovo veramente utile la possibilità di aumentare o diminuire la velocità di riproduzione. Con un semplice comando sullo schermo è possibile selezionare le velocità "2X" o "1/2" esclusivamente per audiolibri e podcast. In realtà la velocità non è doppia o metà di quella originaria, ma è circa un 33% in più o in meno del normale. Ho fatto la prova e un podcast di 30 minuti si ascolta in circa 20 minuti selezionando "2X".
Lo trovo particolarmente utile soprattutto quando ascolto registrazioni di quasi 2 ore. La voce registrata non risulta molto velocizzata e quindi non causa, almeno a me, alcun effetto spiacevole.
(clicca sull'immagine per ingrandire)
La funzione che mi è piaciuta di meno è lo shake shuffle, cioè la possibilità di ascoltare brani casuali semplicemente scuotendo l'iPod. Sia chiaro, funziona, ma se si gira con l'aggeggio attaccato ad una maglietta o sulla tasca dei pantaloni con un minimo colpo si cambia canzone. Ho disattivato l'opzione shake dopo 10 minuti.
Un difetto da correggere al più presto con una nuova versione del firmware (o software che dir si voglia) è la regolazione automatica del volume dei brani. Funziona perfettamente tenendo diverse canzoni più o meno allo stesso volume, ma quando si passa manualmente alla canzone successiva il primo secondo ha un picco al massimo volume impostato che non fa di certo bene ai timpani. Speriamo che il problema venga rimosso.
Giusto per aggiungere qualche cosa di "diverso" alla recensione, allego un video che spiega come attivare il "diagnostic mode" del Nano. Per chi non ha voglia di guardare il video, riavviate l'aggeggio (tenendo premuto il pulsante sleep e il pulsante "volume +" a lungo) e durante il caricamento, quando si vede la meletta, tenete premuti i tre pulsanti finché non comprare il sistema di diagnosi.
Da qui potrete anche riavviare il dispositivo in "target disk mode" e accedere ai files contenuti nel lettore. Attenzione, non mi prendo alcuna responsabilità per quello che può accadere al vostro iPod…
Non ho altro da aggiungere. Per dettagli tecnici, altre informazioni, video, etc. vi consiglio di fare una veloce ricerca sul sito Apple, su Google e Youtube dove potete trovare veramente di tutto!
Al Canon 85mm f1.8 ho aggiunto, finalmente, un super grandangolo di tutto rispetto: il Tokina f2.8 AT-X 116 PRO DX con lunghezza focale 11-16mm e apertura fissa a f2.8. E' considerato, attualmente uno dei migliori super grandagolari per formato APS-C, erede del già ottimo Tokina 12-24mm f4. L'apertura fissa a f2.8 è l'ideale per foto d'interni in condizioni di scarsa luminosità e (purtroppo) l'escursione focale è più da obiettivo fisso che da zoom visto che da 11mm a 16 la differenza non è molta. Nonostante questo i 5mm di zoom sono utili per restringere un po' il campo o semplicemente quando non è possibile avvicinarsi ulteriormente al soggetto da fotografare. Le alternative a questo obiettivo sono, per Canon, Il Tokina 12-24mm f4, il Sigma 10-20mm f3.5 o il nuovo Sigma 8-16mm f4.5-5.6, il Tamron 10-24mm f3.5-4.5 o il Canon 10-22mm f3.5-4.5.
Dopo attenta valutazione e dopo aver letto ovunque che il Tokina 11-16mm è il migliore tra i suddetti, ho deciso di prenderlo.
Non mi spreco su recensioni e/o tabelle comparative visto che è possibile trovarne ovunque di molto dettagliate in rete (qui una recensione comparativa in inglese), vorrei solo sottolineare una cosa: se volete un grandangolo zoom di ottima qualità a discapito di un po' di escursione focale, questa lente fa per voi. Altrimenti provate il fratello maggiore Tokina 12-24 o il Canon 10-22. Pare (dalle prove viste sui vari forum) che Tamron e Sigma non siano all'altezza degli altri.
Pro:
Grandangolo spinto, con qualità e luminosità pari ad un fisso.
Ottima costruzione in metallo con ghiere ricoperte in gomma.
Paraluce incluso nella confezione.
La moglie per il compleanno mi ha fatto un bellissimo regalo ("un po'" pilotato, ma che importa, grazie tesoro!): un obiettivo Canon EF 85mm f/1.8 USM. Ieri è arrivato e, ovviamente, l'ho subito provato e devo dire che è davvero incredibile! Sono rimasto veramente impressionato dalla velocità e precisione della messa a fuoco merito del motore ultrasonico (USM).
Il secondo motivo che mi fa veramente piacere questa lente è l'apertura f/1.8 che permette di scattare in condizioni di scarsa luminosità e/o di ottenere un meraviglioso effetto sfocato.
Sulla mia Canon EOS 400D con fattore di crop 1.6x la lunghezza focale di 85mm equivale a 136mm su full frame ed è, quindi, l'ottica per eccellenza per ritratti. Inoltre è il più conveniente tra tutte le lenti Canon per ritratto a focale fissa visto che la moglie l'ha pagato circa 330 euro.
Per capirci, le altre lenti Canon per ritratti sono l'EF 100mm f/2 USM (circa 380 euro) e un l'EF 135mm f/2L USM (circa 900 euro). Esiste anche l'alternativa super-professionale e super-costosa del mio 85mm ed è il Canon 85mm f/1.2L USM del peso di 1Kg (!!!) e acquistabile alla modica cifra di circa 1700 euro.
Comunque, ora non mi resta che sfruttarlo a dovere.
Qui una prima foto di prova a f/1.8:
Come dicevo ieri, finalmente sono arrivate le cuffie che sostituiscono le mie ex Koss che sono decedute dopo anni di onorato servizio.
La scelta principale che ho dovuto fare è stata tra cuffie aperte, semiaperte o chiuse. Che differenza c'è? Tutte circondano o si posizionano sopra l'orecchio, ma le aperte non isolano dai rumori esterni e non sono isolate (il suono si sente anche fuori dalla cuffia), mentre le chiuse sono di solito molto ben isolate in entrambi i sensi. Le semiaperte sono un ibrido tra i due sistemi.
Per scendere nel dettaglio: le cuffie aperte sono ottime per l'ascolto di musica o altro, se non ci sono problemi a "disturbare i vicini", in quanto hanno un suono pulito e con una ottima diffusione. Le cuffie chiuse sono specifiche per l'ascolto dove l'isolamento deve essere totale, hanno generalmente una migliore risposta delle basse frequenze, ma non sempre il suono è di ottima qualità visto che la struttura chiusa può causare riflessioni delle onde sonore. Di solito per l'ascolto della TV in cuffia sono consigliate delle cuffie chiuse e, perché no, wireless.
Visto che io ascolto un po' di tutto e non solo la TV, ho deciso di prendere un paio di cuffie aperte, più precisamente le Sennheiser HD595.
Partiamo dal fatto che non è il modello di punta, Sennheiser HD 800, per il quale bisogna spendere circa 1500 euro. Tra le HD 595 e le HD 800 ci sono di mezzo le HD 600, HD 650 che ovviamente sono migliori delle mie, ma sono volte ad un uso più professionale in quanto avendo un'impedenza di 300Ω richiedono un amplificatore per cuffie, mentre le HD 595 sono adatte a qualsiasi apparecchio di bassa potenza (come un lettore mp3) avendo un'impedenza di 50Ω.
A parte questo, sono cuffie "corded", cioè con cavo visto che preferisco spendere soldi per la qualità della cuffia piuttosto che per il trasmettitore wireless.
Faccio un paragone impietoso con le mie precedenti Koss che, ricordo, sono vecchie di quasi 15 anni. Queste Sennheiser circondano il padiglione auricolare, senza schiacciarlo, con un morbido cuscinetto vellutato. Sono relativamente leggere (270g) e comode anche dopo un uso prolungato. Hanno una tecnologia che Sennheiser chiama “Eargonomic acoustic refinement” (E.A.R.): in pratica il design è specificamente studiato per mandare il suono direttamente nell'orecchio dell'utente per migliorare l'ascolto.
La risposta di frequenza è davvero ottima, infatti va da 12 a 38500 Hz. Vorrei sottolineare che il range udibile dall'orechio umano è tra i 20Hz e i 20000Hz (estremi difficili da raggiungere). Inoltre è più facile per cuffie ed altoparlanti raggiungere le alte frequenze piuttosto che le basse. Meglio quindi scegliere cuffie da 10-22000Hz piuttosto che cuffie da 70-44000Hz.
Altro punto a favore delle Sennheiser HD 595 è che sono smontabili per cambiare il cavo e altre parti in caso di necessità. Nei modelli HD 600 e 650 il cavo è removibile senza dover smontare i padiglioni.
Parlando di cavo, quello fornito con le HD 595 è in rame OFC (oxygen-free copper), è lungo 3 metri e, purtroppo, termina con un jack stereo dorato da 6,3mm chiaro segno della vocazione professionale delle cuffie. Poiché il jack da 6,3mm non è facilmente sfruttabile con apparecchi commerciali, viene fornito anche un adattatore a jack dorato da 3,5mm. Visto che jack più adattatore raggiungono un peso e una dimensione notevoli per un lettore mp3, consiglio di prendere un adattatore con cavo flessibile come questo della Grado.
Insieme alle cuffie viene fornito anche un supporto da attaccare ad un tavolo per sorreggerle, comodo, ma non indispensabile.
Insomma, sono pienamente soddisfatto dell'acquisto.
Dimenticavo il prezzo: trovate a 193.5 CHF (circa 136 euro). In Italia partono dai 155 euro.
Il mio consiglio? Se vi serve un nuovo paio di cuffie aperte, volete spendere "poco" e non avete un amplificatore per cuffie prendere le HD 595 (o le sorelle minori HD 555 per risparmiare una quarantina di euro rinunciando ad un po' di qualità): soddisfazione garantita!
Visto che la moglie pone (diciamo giustamente?) il veto all'acquisto di un obiettivo per la macchina fotografica, ho ben pensato di… comprarmi un obiettivo. Spiego meglio. Quello che vorrei costa tot euro. Non dico il prezzo per non spaventarvi e non spaventare la mogliettina. Inoltre sto aspettando che venga aggiornato con le ultime tecnologie disponibili. Nell'attesa di fare l'acquisto tra un numero indefinito di mesi o anni, ho pensato di prendermi un bell'obiettivo catadriottico.
Cos'è un catadriottico? E', in poche parole, un mini telescopio Schmidt-Cassegrain composto più da specchi che da lenti. Proprio il fatto di avere degli specchi che riflettono (all'interno del barilotto) la luce incidente, permette a questi obiettivi di essere particolarmente corti pur avendo una lunga focale.
I catadriottici hanno parecchi pregi e parecchi difetti:
Pregi:
Economici: bastano 100-150 euro per avere un catadriottico di bassa lega. Li riconoscete facilmente, sono molto simili, cambia la targhetta con la marca (sospetto fortemente che ci sia un solo produttore o pochi produttori con lo stesso progetto). Quindi, Samyang, Walimex, Phoenix, sono tutti uguali e costano pochissimo. Se volete un obiettivo più pregiato potete cercare di comprare un Sigma 600mm f/8, un Tamron 500m f/8 o un Rubinar 500 f/8 o addirittura 1100 f/10.5, ovviamente per questi gingilli (che si trovano solo usati) preparatevi a sborsare parecchio.
Leggeri: il mio Samyang pesa circa 700 grammi. Un obiettivo normale della stessa lunghezza focale arriva facilmente ai 2kg.
Lunghezza focale esagerata: come detto, partono generalmente da 400mm (anche 300) e arrivano a 1100mm (anche di più, ma a quel punto sono dei veri telescopi).
Bokeh particolare: il bokeh è la resa dello sfocato nelle foto. I catadriottici, per la loro forma, struttura e il loro funzionamento, hanno un effetto sfocato impareggiabile, a dir poco artistico. Un punto luminoso sfocato diventa un cerchietto. Guardate questa foto (che non ho fatto io) per capire di cosa parlo.
Universali: i più economici hanno tutti un attacco a vite T2 al quale è possibile avvitare un moltiplicatore di focale 2x (da 500 si passa a 1000mm, dimezzando la luminosità) o direttamente l'adattatore specifico per la propria macchinetta.
Difetti:
Messa a fuoco manuale: tutti questi obiettivi non hanno messa a fuoco automatica. Come potete immaginare non è semplice mettere a fuoco un soggetto, specie se in movimento, con un 500-800mm. Se non potete rinunciare a questa comodità preparatevi a prendere una Sony Alpha e l'obiettivo SAL-500F80, l'unico catadriottico con messa a fuoco automatica.
Poco luminosi: il massimo della luminosità è f/6.3, a parte alcuni Rubinar f/5.6, il che impone una buonissima illuminazione del soggetto o tempi di scatto lenti e ISO elevati a discapito della qualità della foto.
Grande diametro del vetro frontale: non è facile trovare filtri da 95mm e quando si trovano non sono nemmeno molto economici.
Quello che ho comprato io è un "Samyang 500mm f/6.3" che su sensore APS-C della mia EOS 400D diventa un 800mm. Con moltiplicatore di focale raggiunge, quindi, la bellezza di 1600mm! Non ho ancora avuto il piacere di provarlo intensamente, dato che le giornate sono parecchio uggiose e la foschia ricopre i soggetti più distanti.
Dopo tutte queste chiacchiere se volete potete cliccare qui per vedere qualche foto scattata con questo obiettivo. Ovviamente tutte con cavalletto, specchio alzato e scatto remoto per non far tremare la macchinetta.
Con l'arrivo della bella stagione lo sfrutterò a dovere!
Tornando in tema di recensioni, giusto per lasciar perdere il laboratorio per un po’, da poco ho cambiato cellulare (anzi, cellulari). Parlo al plurale perché ho mandato in pensione un Sony Ericsson K710i e un Samsung C520 (che ho passato alla moglie) rispettivamente con scheda SIM Italiana e Svizzera. Li ho “eliminati” entrambi perché ho preso un Samsung B5702 Dual Sim. Come dice il nome il telefono in questione ha due alloggiamenti per tenere due SIM contemporaneamente attive. In pratica è possibile chiamare e ricevere telefonate (e messaggi) contemporaneamente su due schede (entrambi i segnali sono GSM/EDGE Quad band).
La confezione comprende telefono, batteria da 1200 mA, un caricabatterie, un cavo USB, un paio di auricolari in-ear e un cavo con microfono e pulsante per la risposta al quale possono essere attaccati gli auricolari in dotazione o un qualsiasi altro tipo di cuffie.
Il telefono non è touchscreen. Ha un display da 2.4 pollici e fotocamera da 3 megapixel. E’ uno telefono slider con normale tastierino numerico spesso 17 mm, alto 106 e largo 52 mm dal peso di 86 grammi.
Ha una memoria interna di soli 10Mb, ma supporta una scheda di memoria micro SD fino ad un massimo di 8Gb (non inclusa nella confezione). In ogni caso è possibile memorizzare sulla memoria del telefono fino a 1000 contatti (nome, cognome, 4 numeri diversi, indirizzo, compleanno, foto e altro) e 200 SMS.
La lettera B davanti al numero di modello indica che si tratta di un telefono “Business”, in particolare il telefono è in grado di aprire files di Microsoft Office, PDF, TXT, BMP, JPG, PNG, oltre che MP3, AAC, e altro.
Ovviamente leggere un PDF o un altro tipo di documento su uno schermo da 2.5 pollici è una sofferenza più che un pregio dell’apparecchio: pur essendo possibile ingrandire i documenti fino al 100% della dimensione normale, è molto scomodo spostare l’area del documento inquadrata. Ha un browser wap, ed è possibile configurarlo per leggere la posta elettronica, ma sempre in maniera molto scomoda. In altre parole: è inutile e/o difficile usarlo come sostituto del computer al pari di iPhone o altri smartphone.
Piuttosto è comodo poter ascoltare MP3 (che possono anche essere impostati come suonerie) anche se la navigazione e l’organizzazione delle canzoni lascia un po’ a desiderare. Per quanto riguarda il reparto fotografico, non che mi aspetti molto da un telefono, purtroppo manca un led che faccia da flash/illuminatore: sul Sony Ericsson lo usavo spesso e volentieri come mini torcia al buio. Per il resto le foto sono decenti, per un cellulare, anche se l’autofocus è piuttosto lento.
Insomma da quello che ho scritto fin’ora pare che questo telefono sia una baracca, ma non è così. Avendo già un lettore mp3, una macchina fotografica digitale, un computer con cui posso navigare su internet dal lavoro e da casa, l’unica cosa che deve essere funzionale, per me, in un cellulare è che telefoni e che mandi SMS. Questo il Samsung lo fa molto bene! E che novità, direte voi. Bhe, la “novità” è che il cellulare in questione è dual-sim e la gestione delle due schede funziona a meraviglia.
Le SIM sono attive contemporaneamente, ma una delle due è impostata come predefinita: in pratica quando chiamo o scrivo SMS è quella che viene selezionata automaticamente. In caso si voglia fare una chiamata o inviare un messaggio con la seconda SIM basta premere un tastino laterale al momento della selezione del numero da chiamare o a cui inviare il messaggio e il telefono userà l’altra scheda. Le due SIM possono anche essere disattivate indipendentemente.
In caso abbiate una tariffa conveniente di giorno con un operatore e di notte con un altro oppure un numero di lavoro che volete usare durante il giorno e uno privato da usare di sera, è possibile impostare un orario al quale il telefono cambia automaticamente da una scheda all’altra mettendo come predefinita quella di cui avete bisogno nel dato momento della giornata. Ovviamente sul display viene visualizzata la presenza del segnale di entrambe le schede, come anche il nome dell’operatore associato la scheda selezionata al momento.
Il telefono, come detto, è in grado di ricevere ed effettuare chiamate su entrambi i numeri, è proprio come avere due apparecchi integrati in uno, tanto che usando il codice *#06# vengono mostrati due numeri IMEI.
Ovviamente è possibile registrare i numeri di telefono sulle due SIM, per tenerli separati, o sulla memoria del telefono e si può scegliere una suoneria diversa per i due numeri. Il registro delle chiamate come anche il menù SMS e MMS mostrano, di fianco al numero o nominativo, su quale SIM è arrivata la telefonata o il messaggio.
Insomma, questo cellulare è indirizzato a chi ha necessità di avere due numeri sempre attivi senza doversi portare dietro due telefoni, e scusate se è poco! Se poi volete qualche cosa di più “evoluto” o di touchscreen perché non sapete dove mettere le dita allora c’è il Samsung D980 Duos (attenzione: non è multitouch, ma solo touchscreen, con pennino, ma usabile anche con le dita) anche questo con la stessa tecnologia dual-SIM.
Unica nota dolente: questi telefoni non sono al momento disponibili in Italia, perché la tecnologia dual-SIM è brevetto della italiana HOP mobile che produce una serie di telefoni dual-SIM visibili sul loro sito. Tutti gli altri telefoni dual-SIM in Italia sono, al momento, merce “illegale” (vedi Samsung, NGM, Anycool, etc). Certo che trovarne uno in vendita su internet non è troppo difficile… chi ha orecchie per intendere intenda, gli altri in roulotte!