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Pe-ce-ce.

Il pollastro dice quattro parole in croce: "mamma", "papà", "si" e (qualche volta) "no". Ci dicono che è il bilinguismo, che quando partirà andrà come un treno, che poi non avrà problemi con Italiano e Francese, ma per ora si limita a questo.

Ciò non toglie che io e la moglie tentiamo e insistiamo costantemente.

Domenica sera, alle prese con il pollastro durante il bagnetto:

Filippo: "Pollastro, come si chiama questo?"
Pollastro: "Si."
F.: "Ho capito che lo vuoi, ma come si chiama? 'Sapone', ripeti con me, 'sapone'."
P.: "Pecece."
F.: "No, non 'pecece'! Ripeti, SA-PO-NE."
P.: "Pecece."
F.: "No, ripeti quello che ti dico!!"
P.: "Si."
F.: "Ok, allora, ripeti: SA…"
P.: "…sa…"
F.: "…PO…"
P.: "…po…"
F.: "…NE…"
P.: "…ne…"
F.: "Bravissimo!! Ora tutto insieme! SAPONE!"
P.: "PECECE"
F.: "Lasciemo perdere… proviamo con 'doc-cia', ripeti: 'DOC-CIA', dai!"
P.: "Pe-ce"
F.: "Vabbé… gioca dai…"

Bon… Chissà che se la cavi meglio in Francese…

“Don’t count your chickens…

…before they hatch" (non contare i tuoi pulcini prima che si schiudano, ndr). Così mi ha detto ieri un collega Irlandese. Da noi si direbbe "non vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso",  "non cantar vittoria troppo presto (o prima del tempo)" o "non dire gatto se non ce l'hai nel sacco".

Cercando un po' in altre lingue ho trovato che:

– In Francese si parla dell'orso.
– In Spagnolo si parla della vittoria.
– In Tedesco torna l'orso.
– In Svedese è una roba tipo "non dire ciao finché non sei sul torrente (??)".
– In Russo si riparte con l'orso e con i pulcini.

Di gatto si parla solo in Italia non senza un po' di confusione: io ho sempre parlato di "gatto", ma ho letto in giro che l'originale sarebbe "non dire quattro se non ce l'hai nel sacco" dove "quattro" starebbe per quattrino (o per quattro pani).
Sembra che la parola gatto sia stata usata, non so quando, da Trapattoni che avrebbe fatto una gaffe.

Non riesco a darmi pace: io sono convinto che l'originale sia con "gatto" e mia moglie anche, ma trovare le origini dei proverbi non è semplice.
Se, tra i pochi lettori rimasti, ci fosse qualche anima pia che conosce la versione giusta o più antica del proverbio, non mi dispiacerebbe un commentino con la vostra opinione!

 

Micro-ondabile?

Serve una nuova parola per "scaldare o cuocere a microonde"? Ebbene, se ne sentite la necessità potreste copiare dal Francesse (o dallo Sfizzero-Francesse) "Micro-ondable". Che poi in Inglese è "Microwavable".

Esiste davvero la necessità di questo neologismo? Voi lo usereste in italiano? "Micro-ondabile"?
Bho! Di sicuro c'è sui toast che si trovano alla Migros, di fianco alle immancabili pizze prosciutto/ananas.

croque micro-ondables

Ignorante fotonico!

Durante la visita a San Diego con 24K e l'Ing. Bocca a fine Febbraio abbiamo, come spesso accade, discusso delle diversità linguistiche Anglo-Franco-Italiche.

Io ho candidamente ammesso che non riesco a spiccicare due parole di Francesse una dietro l'altra e quel pirla dell'Ing. Bocca si è inalberato in un discorso filosofico sul fatto che "se decido di vivere in un posto (Svizzera) devo adattarmi al paese e di conseguenza imparare la lingua".

Detto da lui che è Franco-Belga, ha deciso di vivere in un paese Francofono e non ha dovuto imparare niente (sa poco e male anche l'Inglese) la cosa mi ha lasciato indifferente.

Quando è tornato a Losanna (dato che lui doveva restare solo per una settimana, mentre io e la 24K siamo rimasti per altri 7 giorni a San Diego) la 24K mi dice che "l'Ing. Bocca ha scritto una mail (in Francesse) per dire che il viaggio è andato bene e ha perfino fatto degli errori di ortografia".
Non mi stupisce, ma due giorni prima mi aveva detto che devo imparare il Francesse. Si, certo, come no, devo impararlo io.

Bene. Torniamo ai giorni nostri.

Oggi abbiamo fatto una riunione per l'uso di un LIMS al lavoro con Bernadura (collega bioinformatico) che svolgeva il ruolo di insegnante.

(il seguente dialogo si è svolto in Francesse)

Bernadura: "Facciamo così, scrivete colà, cliccate di sù, salvate di giù… Avete domande?"
Ing. Bocca: "E' possibile creare un armadio con cassetti nel sistema elettronico?"
Bernadura: "Certo che è possibile, crei la 'location armadio', poi quella 'cassetti', salvi tutto, etc."
Ing. Bocca: "Ottimo" clickete clickete, clackete clackete "Fatto, creato l'armadio, posso chiamarlo Armadio XYZ?"
Bernadura: "Certo, scrivi 'Armadio XYZ'."
Ing. Bocca: "E posso chiamare i cassetti ACB e DEF?"
Bernadura: "Ovvio, puoi dare il nome che vuoi alle location che crei nel sistema!"
Ing. Bocca: "…come si scrive tiroir (cassetto, ndr)?"
Bernadura: "T-I-R-O-I-R"

E un idiota che nella sua madrelingua non sa scrivere la parola "cassetto" mi viene a dire che devo adattarmi e imparare il Francesse. Ma vaaaaffff……

 

P.S.: Un esempio classico degli errori stupidi che fanno i Francofoni è questo:
"Sono andato" si scrive "Je suis allé", ma a volte gli capita di scrivere "Je suis aller" (Sono andare) perché la pronuncia è esattamente la stessa… vabbé…

Ai spic inglish, tu capish’mi?

Circa 20 giorni fa sono andato dalla Signorina Rottenmeier (no, non è l'acida governante del cartone "Heidi"), una PhD student di un laboratorio confinante, per chiederle un favore. Avendo bisogno di alcuni topi di una linea particolare che usa lei, mi faccio avanti e le chiedo:

Filippo: "Ciao Signorina Rottenmeier! Come va? Ho un favore da chiederti. Per caso hai qualche femmina di Black 6 con la mutazione xyz in omozigosi che ti avanza?"
Sig.na Rottenmeier: "Si certo!! Quante te ne servono?"
F.: "Come 'quante te ne servono?' ne hai così tante che non usi?"
Sig.na R.: "Si, ne ho parecchie. Le ho ereditate dalla PhD che ha finito e io non le uso tutte. Te le do volentieri se ne hai bisogno."
F.: "Bhe, non vorrei chiedertene troppe… visto che sono omozigoti, uhmmm…. diciamo… due?"
Sig.na R.: "Ah solo due? Nessun problema. Ne ho proprio tantissime."
F.: "Ah, ma ne hai davvero così tante?"
Sig.na R.: "Si, davvero. Ne vuoi di più?"
F.: "Bhe detto così… vediamo… ne avresti quattro per caso?"
Sig.na R.: "Si, nessun problema. Te ne tengo quattro da parte. Anzi, facciamo così, se mi dici dove devo fartele trasferire faccio subito richiesta così poi ti arrivano la settimana prossima."

Riferisco alla Sig.na Rottenmeier il numero del rack e della stanza dello stabulario e la ringrazio della disponibilità.
Passa il fine settimana, e il Martedì non arriva ancora niente nella nostra stanza.
Vabbé, io e la moglie pensiamo che la Sig.na Rottenmeier non abbia fatto in tempo a richiedere lo spostamento dei topi agli addetti dello stabulario e decidiamo di attendere qualche altro giorno.
Finisce la settimana e inizia quella nuova e ancora niente.
A quel punto ho mandato una mail alla Sig.na Rottenmeier chiedendo se avesse richiesto il trasferimento e la risposta è stata:

I just need to check how many ladies I have. I have none in stock right now (as i told you) and i need to check whether the pups are old enough.

Devo solo controllare quante femmine ho. Non ne ho di scorta al momento (come ti ho detto) e devo controllare se i cuccioli sono vecchi abbastanza (per darteli n.d.r.).

Ecco, il dialogo avvenuto 20 giorni fa era in Inglese. Io ho capito benissimo che lei avesse TANTE femmine e che poteva darmene quante ne volessi. Addirittura del genotipo che desiderato, senza problemi.
La Sig.na Rottenmeier voleva solo il numero della stanza per fare subito la richiesta di trasferimento e poi mi viene a dire che non ha femmine e che me l'aveva pure detto…

Bho, io starò anche invecchiando e mi starò rincoglionendo, ma spesso ho l'impressione che ci siano grandi, grandi problemi di incomunicabilità.

Questioni di pronuncia

Come saprete il Francese, come l'Inglese e moltissime altre lingue, è una lingua non-fonemica, mentre Italiano, Spagnolo, Greco e poche altre sono lingue ad ortografia fonemica. Cosa vuol dire? In pratica noi pronunciamo (fonema) quello che scriviamo (grafema) con pochissime eccezioni, mentre Inglesi e Francesi (parlo di questi perché ho a che fare con loro quotidianamente) hanno regole di pronuncia spesso indipendenti dall'ortografia.

Per fare qualche esempio, in Inglese "pear" (pera), "pair" (pari) e "pare" (pelare) si pronunciano nello stesso modo: /peə(r)/ (pèar).
In Francese "lai" (poema), "laid" (brutto), "laie" (femmina di cinghiale) e "lait" (latte) si pronunciano tutti /lε/ (lé).

Conoscendo questi "problemi" linguistici di anglofoni e francofoni non dovrei stupirmi di quando non sanno come scrivere una parola che hanno appena pronunciato. O di come sbaglino (in particolare i Francesi) a scrivere un verbo o addirittura un sostantivo. Eppure questa cosa mi sconvolge. Ogni sacrosanta volta mi sembra impossibile che facciano questi errori.
La moglie, grammar-nazi, è ancora peggio. Lei non si stupisce, sa benissimo che sbagliano, ma nonostante questo li critica sempre. Ogni volta si incazza a vedere che fa meno errori di un Francese… (pure il topetto una volta le ha detto "scrivi meglio di me").

Per questo proprio ieri…

Filippo: "…oh, guarda. Pompelmo ha scritto "mongolfiere" sotto una foto che ha fatto. Ma "mongolfiere"?? Non si scrive "montgolfiere?"
Moglie: (distratta e distante) "Si si…"
F.: "Si si cosa? Mi ascolti? Alza gli occhi dal computer e rispondimi."
M.: "Si, dicevo, è sbagliato."
F.: "Ma come casso ha fatto a sbagliare. Perfino io che parlo Francese come un cammello (cioè non lo parlo) so che si scrive montgolfiere."
M.: "Ma si, è il solito errore… la "T" in quella parola non la pronunciano, quindi non l'ha scritta."
F.: "Si, ma caspita… sti Francesci quando vanno alle elementari imparano le parole? I maestri non gli correggono gli errori??"
M.: "Bhe, bisogna sempre vedere se i maestri se ne accorgono……."

E detto questo siamo partiti a ridere come sempre quando si tratta di questioni di manifesta imbecillità…

The mighty Zeratin!

Kacici è partito. Ieri sera alle 19 ha preso l'aereo da Ginevra per Monaco e poi da Monaco per la terra del sol levante. Resterà nella madre patria per 2 mesi, a lavorare nel suo laboratorio precedente per ultimare gli esperimenti richiesti dai reviewers del suo ultimo articolo.
Non abbiamo ancora ben capito le dinamiche del fatto. Sarà pagato per due mesi dal nostro capo per lavorare in Giappone su qualche cosa che non riguarda il nostro laboratorio? Il suo contratto verrà sospeso? Si prenderà due mesi di ferie e poi non andrà più in vacanza fino alla fine del mondo nel 2012? Non si sa… e nessuno indaga.
Comunque Kacici, come ogni persona in laboratorio, ha dei compiti che generalmente vengono svolti dal tecnico di turno. Siccome da noi il tecnico, la Nostra Signora V. M., è un demente che non ha voglia di fare alcunché, ci dobbiamo arrangiare a fare tutte le soluzioni e/o altro di uso comune.

Kacici ha da preparare tre cose:

– BSA
– Saccarosio (Sucrose 15%)
– Gelatina (Sucrose 15% + Gelatin)

Mi domando cosa abbia mai capito il povero Kacici di quando gli è stato spiegato come includere tessuti in gelatina e come preparare le bottiglie di gelatina visto che ha mandato a tutti la seguente mail…

Ho davvero paura che questo ritorno in Giappone per due mesi non gli farà per niente bene (dal punto di vista linguistico). Speriamo che almeno gli serva per la carriera…