Tag Archives: incompetenza

La mia opinione vale quanto la tua.

Leggo ultimamente da sempre su Facebook di gente contraria ai vaccini, alla sperimentazione animale, ai farmaci e chi più ne ha più ne metta che condanna, esprime opinioni e idee, e decide cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Il tutto torna a galla ritmicamente: ora per i vaccini anti-influenzali, prima per Stamina, prima ancora per PippoPlutoPaperino, etc.: c'è sempre una mandria di bovini pronta ad accusare.

Ma la cosa più assurda e odiosa di tutto non è questo: non me ne frega niente di chi non vuole vaccinarsi (si, lo so che le ripercussioni sono per tutti, ma pace) o di chi non vuole prendere il Tamiflu, o se volete curarvi con limone e peperoncino, la vita è vostra, fatene quello che volete ma ODIO e NON SOPPORTO chi dice che la sua opinione vale tanto quanto la mia o quella di scienziati/ricercatori/medici/biologi.

NO. La vostra opinione, mi dispiace, ma non vale una fava secca. Se non siete del settore, LASCIATE PERDERE. Non parlate di ciò che non sapete! E "… ma io ho letto su internet che…", "…ma lo sanno tutti…" o "…io sono informato…" non equivalgono ad una laurea.

Che poi stranamente questa gente se la prende sempre con medici e biologi, perché non con le altre categorie? C'è mica nessuno che se la prende con un fisico nucleare dicendo che spara cazzate nel suo lavoro? O con un elettricista? O con un meccanico?
Per quale motivo "tutti sanno che i vaccini fanno male", ma nessuno si lamenta su faccialibro di, che ne so, "Il filtro dell'olio dell'auto non va mai cambiato! E' tutta una balla per farvi spendere soldi! FATE GIRARE, LAGGENTE DEVE SAPERE!!!1!1!!"

Insomma, per quale oscuro motivo dobbiamo prendere per buona l'opinione di tutti??

No, mi spiace, le idee di Peppino 'o suricillo non valgono quanto le mie se si parla di biologia, chiaro? Quindi, per favore, dite quello che volete, la libertà di parola ce l'avete, ma se un biologo/medico/scienziato interviene per dirvi che no, non è come dite voi, fate il piacere di stare zitti.

Qui sotto il fattore scatenante di questo post: un pirla che ha sproloquiato su sanità/vaccini e menate varie e che si occupa di… VERANDE IN VETRO!! Quando si dice "cani e porci"…

IMG_8230

ASSASSINI! (per l’animalista che non deve chiedere mai)

Dopo la liberazione di topi a Milano qualche giorno fa, vorrei cercare di spiegare perché e percome gli antivivisezionisti sbagliano, perché non devono liberare topi e bestie varie, perché la sperimentazione animale è importante, perché non è sempre possibile sostituire i modelli animali con modelli in vitro o altro, etc.

Cercherò di essere breve ed evitare tecnicismi in modo che tutto risulti comprensibile perché gli animalisti "non vogliono parlare di scienza". Allora la salto a piè pari pure io, vediamo se riesco a farmi capire lo stesso.

1. Siamo nel 2013: perché si usano ancora gli animali invece che i sistemi in vitro (colture cellulari) o in silico (simulazioni al computer)?

Non si può testare tutto sulle cellule, non funziona. Testiamo un farmaco per curare la pelle su delle cellule di pelle e vediamo che funziona? Bene! E se poi è tossico per il fegato? O per i neuroni? O causa sterilità? O cecità? Come lo vediamo se non proviamo su un modello animale? 
Le simulazioni al computer non sono ancora complete e complesse abbastanza da simulare tutte le possibili interazioni tra molecole, sono ancora peggio dei sistemi in vitro.

2. Ma i ricercatori sono sadici, adorano torturare i poveri animali!

No, assolutamente!! I ricercatori che lavorano con gli animali seguono dei corsi per maneggiarli senza causare stress per le bestiole, usano anestesie e analgesici prima e dopo le chirurgie, forniscono sempre cibo della miglior qualità, li tengono in gabbie ben pulite… e i ricercatori si affezionano alle loro bestiole, perfino ai topi!! Inoltre un animale trattato male è un animale inutile dal punto di vista scientifico. Quindi, se anche il ricercatore non dovesse curarsi delle bestie perché "ama il topo", lo fa comunque perché "ama la sua ricerca".
Poi ci sono regole estremamente severe per chiedere le autorizzazioni alla sperimentazione animale e bisogna giustificare come e perché si usa ogni-singolo-topo. E ci sono veterinari che vigilano sulla salute delle cavie. Che volete di più?

3. Ma dietro la vivisezione ci sono le compagnie farmaceutiche, loro vogliono fare esperimenti sugli animali, bla bla bla…

No, palle! Le industrie farmaceutiche usano gli animali solo perché non ci sono alternative valide (vedere punto 1). Inoltre per aziende e università mantenere degli animali è molto, molto, molto più costoso che fare ricerca in vitro! Solo che non c'è alternativa.

4. E a noi non ce ne frega niente, abbiamo liberato i topi e li diamo in affido.

Ma come… la gente con un topino in casa va via di testa e chiama la deratizzazione e c'è chi è disposto a prenderne in affido? Ok, forse si, pure io me ne terrei uno in casa. Ma alcuni topi da laboratorio, apparentemente anche quelli liberati a Milano, sono immunodepressi! Devono vivere in un ambiente sterile o perfettamente pulito, altrimenti crepano! Vabbè…

5. E a noi non ce ne frega niente, abbiamo fermato quegli assassini di animali innocenti.

Ecco, oltre ad aver fermato la ricerca, ad aver buttato al vento mesi se non anni di studi, ad aver causato danni, ad aver rotto le scatole oltremodo, avete probabilmente disfatto la tesi di laurea o di dottorato di qualche povero sfigato. Ecco, fossi stato io, dopo aver tirato giù tutti i santi disponibili, avrei lasciato quei simpatici vendicatori di topi incatenati alla porta per giorni e giorni e giorni e giorni e giorni...

Morale della favola: ma questi animalisti antivivisezionisti non hanno niente di meglio da fare nella loro vita? Che ne so, leggersi un libro, sminchionare su Facebook, protestare per i politici corrotti, per i morti di fame in Africa… bho!

E poi, per favore, chiamatela con il proprio nome: "sperimentazione animale" e non "vivisezione"!

animalista

Qui un animalista confuso.

killer-elite-assassini

Ignorante fotonico!

Durante la visita a San Diego con 24K e l'Ing. Bocca a fine Febbraio abbiamo, come spesso accade, discusso delle diversità linguistiche Anglo-Franco-Italiche.

Io ho candidamente ammesso che non riesco a spiccicare due parole di Francesse una dietro l'altra e quel pirla dell'Ing. Bocca si è inalberato in un discorso filosofico sul fatto che "se decido di vivere in un posto (Svizzera) devo adattarmi al paese e di conseguenza imparare la lingua".

Detto da lui che è Franco-Belga, ha deciso di vivere in un paese Francofono e non ha dovuto imparare niente (sa poco e male anche l'Inglese) la cosa mi ha lasciato indifferente.

Quando è tornato a Losanna (dato che lui doveva restare solo per una settimana, mentre io e la 24K siamo rimasti per altri 7 giorni a San Diego) la 24K mi dice che "l'Ing. Bocca ha scritto una mail (in Francesse) per dire che il viaggio è andato bene e ha perfino fatto degli errori di ortografia".
Non mi stupisce, ma due giorni prima mi aveva detto che devo imparare il Francesse. Si, certo, come no, devo impararlo io.

Bene. Torniamo ai giorni nostri.

Oggi abbiamo fatto una riunione per l'uso di un LIMS al lavoro con Bernadura (collega bioinformatico) che svolgeva il ruolo di insegnante.

(il seguente dialogo si è svolto in Francesse)

Bernadura: "Facciamo così, scrivete colà, cliccate di sù, salvate di giù… Avete domande?"
Ing. Bocca: "E' possibile creare un armadio con cassetti nel sistema elettronico?"
Bernadura: "Certo che è possibile, crei la 'location armadio', poi quella 'cassetti', salvi tutto, etc."
Ing. Bocca: "Ottimo" clickete clickete, clackete clackete "Fatto, creato l'armadio, posso chiamarlo Armadio XYZ?"
Bernadura: "Certo, scrivi 'Armadio XYZ'."
Ing. Bocca: "E posso chiamare i cassetti ACB e DEF?"
Bernadura: "Ovvio, puoi dare il nome che vuoi alle location che crei nel sistema!"
Ing. Bocca: "…come si scrive tiroir (cassetto, ndr)?"
Bernadura: "T-I-R-O-I-R"

E un idiota che nella sua madrelingua non sa scrivere la parola "cassetto" mi viene a dire che devo adattarmi e imparare il Francesse. Ma vaaaaffff……

 

P.S.: Un esempio classico degli errori stupidi che fanno i Francofoni è questo:
"Sono andato" si scrive "Je suis allé", ma a volte gli capita di scrivere "Je suis aller" (Sono andare) perché la pronuncia è esattamente la stessa… vabbé…

Eh si, abbiamo capito tutto…

Purtroppo per me, perché ci devo lavorare insieme, la mia stima la mia collega 24K è sotto le fondamenta dell'istituto dove lavoro. Inutile, non parto prevenuto, è che quando ho a che fare con persone che non pensano (e non agiscono) le ignoro e per me sono inutili.

Giusto per spiegare ecco l'ultima boiata che ha fatto:

Lavoriamo in una "clean room", una stanza molto molto pulita che ha lo scopo di ridurre al minimo le particelle sospese nell'aria per non contaminare i campioni con cui si lavora. Quando abbiamo equipaggiato la stanza con tutto l'occorrente il nostro collega "Ing. Bocca" (d'ora in poi si chiamerà così perché parla sempre e troppo) ha messo il veto a carta e tutto c'è che può produrre particelle o fibre. Non vuole nemmeno una stampante e le salviettine che usiamo per pulire le superfici sono alcune in polipropilene e altre in una fibra speciale per clean rooms.

La settimana scorsa entriamo, iniziamo a lavorare, ci accorgiamo di non aver portato dentro nemmeno un pennarello (per scrivere su tubi di plastica e/o piastre per coltura cellulare) e la 24K si offre di andare a prendere lei due o tre cose per la cancelleria.

Dopo qualche minuto è tornata rifornita come babbo Natale ed è andata in giro per la stanza a distribuire il seguente materiale.

Io non ho commentato… mi sono limitato a mettere tutto in un cassetto e farò sparire tutto al più presto. Non perdo nemmeno tempo a spiegare che tanto non serve ad una mazza!

Mistero della scienza…

Annunciamo la tua morte scienziato…. proclamiamo la tua risurrezione… 

No, un attimo… mi sono confuso. Volevo parlare del mistero della reazione Luciferina/Luciferasi, la reazione chimica che fa illuminare il culo delle lucciole.
Senza entrare nei dettagli con spiegazioni di biochimica (guardatevi il link a Wikipedia) riporto in breve una conversazione avvenuta più o meno un mese fa e che ho ricordato solo ora.

Io, la moglie e Pompelmo dopo un barbecue abbiamo fatto una passeggiata lungo il lago e, nei paraggi di Vidy…:

Filippo: "Oh! Una lucciola! Era da un po' che non ne vedevo…"
Pompelmo: "Cos'è quella??"
Moglie: "Una lucciola! Non ne hai mai vista una?"
P.: "Dal vivo no."
F.: ….
P.: "Chissà poi se gli scienziati hanno mai scoperto come fanno a fare luce o se è rimasto un mistero."
M. e F.: ……
P.: "Si, perché in fondo non si sa come sia possibile!"
F.: "Ma stai scherzando??"
P.: "No, chissà se qualcuno l'ha mai studiato. Sarebbe interessante capire come funziona."
F.: "Ma guarda che è stato studiato! C'è in tutti i libri di biologia! E poi lo usiamo anche al lavoro, sai… è la reazione alla base del Luciferase assay che usiamo con i kit…"
P.: "….no, ma intendo dire, chissà se qualcuno ha mai studiato come fanno a fare luce. Deve essere un mistero."
M.: "Qualcuno l'ha studiato!! E questa reazione la usiamo anche in laboratorio! L'hai usata anche tu!!"
P.: "Ah… io pensavo che fosse una cosa stupida scritta sui libri per bambini…"

Cioè… questo è un biologo ed è uscito pure con un voto molto alto (se non il massimo) dall'università in Francia. Siamo messi bene.

Scandalo Padovano: unipd.it

Ieri io e la moglie abbiamo cercato di trovare qualche informazione sul sito dell'Università di Padova e ci siamo trovati di fronte ad una desolazione incredibile: siti non funzionanti, pagine obsolete (in stile e contenuti), informazioni impossibili da reperire, mancanza di traduzione in Inglese, e chi più ne ha più ne metta.
Ora, so benissimo che a tanti non interessa niente del sito dell'Università di Padova, ma ho l'impressione che questo andamento potrebbe non essere molto diverso in altre Università. Resta il fatto che il sito dell'ateneo Patavino fa piangere i sassi.

Per questo motivo ieri, in uno slancio di frustrazione, buona volontà e speranza, ho preparato questa mail per il Rettore dell'Università, da spedire in CC anche ai direttori di Facoltà e ai webmaster dei siti incriminati.
Non l'ho spedita perché la moglie mi ha detto che "non serve a niente".

Secondo voi potrebbe servire? Si? No? Non gliene frega niente? Devo spedirla ad un giornale? Lascio perdere?

 
Egregio Rettore,
Le invio questa mail per esprimere il mio disappunto per le carenze e la pessima qualità dei siti internet dell'Università di Padova.

Alla ricerca di informazioni su corsi di Laurea presso la mia università (si, sono un Laureato e Dottorato uscito da Unipd), mi ritrovo di fronte ad una serie di siti internet che definire indecente è un complimento.
Noto che dal 1998, mio anno di immatricolazione, ad oggi Luglio 2011 il sito non è migliorato in qualità e in funzionalità.
Le vorrei pertanto mostrare una serie di casi veramente pietosi:

Sito del complesso Biologico: nonostante le notizie "possano" essere state aggiornate recentemente, constato con dispiacere che la presentazione e l'accessibilità sono rimaste indietro di circa 15 anni. E' assolutamente obsoleto e perfino fastidioso da vedere.

Sito del gruppo del Prof. S. Piccolo (famoso in tutto il mondo, e con pubblicazioni da fare invidia a chiunque): una bellissima pagina bianca. Ottima pubblicità per chi volesse fare un dottorato in quel gruppo.

– Il sito di un certo Prof. Cordella (non me ne voglia, ma non lo conosco): nemmeno la pagina bianca questa volta, ma un errore.

– Dal sito del dipartimento di Biologia, la prego di provare a cliccare sul link per il sito di Scienze MM.FF.NN.: niente da fare. Sarà perché il link è cambiato e nessuno ha aggiornato il sito?

– Il sito di Medicina Veterinaria è un piccolo miracolo: è apparentemente disponibile in ben quattro lingue. La prego di provare a selezionare lo spagnolo o il francese. Sulla destra può notare una bellissima colonna con una serie di voci duplicate (un esercizio di stile esilarante) quasi completamente in Italiano. Cliccando sulle voci non c'è niente di tradotto nella lingua selezionata all'inizio: pagine in costruzione, pagine mancanti, etc. 
Ma l'importante è dire che conosciamo le lingue.

– Giurisprudenza, alla pagina del Corso di Laurea in Consulente del Lavoro: cliccando su "Ricerca OFF.F precedenti" non si giunge a nulla, ennesima pagina mancante. Errore? Problema? Aggiornamento dimenticato? Non è dato sapere.

– Il sito della Facoltà di Agraria, una volta selezionato l'Inglese, spesso continua a presentare contenuti in Italiano.

– Il sito della Facoltà di Ingegneria è stranamente decente. Decente, non bello. Esiste in versione Inglese e "pare" che funzioni mediamente bene. Certo, alcuni ritocchi estetici per renderlo più appetibile e aggiornato agli standard attuali non farebbero male.

– Il sito di Medicina, oltre a mancare totalmente di una versione Inglese, è davvero poco fruibile. Un esempio pratico? La pagina delle immatricolazioni è aggiornata al 2008 e ovviamente seguendo il link per le preimmatricolazioni e immatricolazioni ci si trova al solito errore di pagina mancante (certo capisco, è del 2008, ma togliamolo allora, no?).

– Il sito di Informatica è sopra la media. Bello stile, semplice, lineare, relativamente moderno…. potrebbe essere quasi preso come esempio per l'intera infrastruttura di ateneo, se non fosse che i contenuti in Inglese non ci sono nonostante sia possibile scegliere di visitare le pagine anche in questa lingua.

Continuo, quindi, a constatare con amarezza che la maggior parte dei siti delle diverse facoltà sono esclusivamente in Italiano e, quando esistono in Inglese, sono tradotti male o non completamente. Capisco perché sia difficile per gli stranieri venire in Italia a studiare (gli svantaggi sono anche altri, vedasi stipendi bassi e borse di studio inadeguate, ma questo è un altro problema).

Per trovare i problemi dei siti suddetti ho perso circa 30 minuti cliccando a caso. Non oso immaginare cosa potrebbe accadere impegnandosi un po'…

Insomma, l'Università di Padova è una delle più antiche al mondo e mi pare che l'infrastruttura on-line sia altrettanto antica. Siamo nel 2011, non più nel 1998 quando Internet non era ancora nelle case degli Italiani. Sono passati 13 anni e sarebbe il caso di cambiare un po' la situazione, con un sito nuovo, l'uso corretto dell'Inglese e con l'uso dello stesso stile per tutti i siti delle diverse Facoltà, in modo che sia chiaro ed evidente che fanno parte della stessa struttura e della stessa Università.

Le porto come esempio il sito del Politecnico Federale di Losanna (Svizzera) dove attualmente lavoro.
Pulito, moderno, facile da consultare, in Francese ed Inglese. E le diverse "Facoltà" qui adottano tutte lo stesso stile:

Un altro esempio il sito dell'Università del Wisconsin-Madison (USA) dove sono stato per un anno: questo adotta stili diversi per differenti dipartimenti, ma comunque è decisamente più moderno e funzionale del "nostro".

Per restare in patria potremmo sempre "imitare" lo stile della Sapienza di Roma.
Relativamente al passo con i tempi e con linee guida ben definite per tutti: Medicina, Giurisprudenza, Architettura.

Insomma, se i "webmaster" nominati in fondo ai siti dell'ateneo di Padova vengono correntemente pagati, che facciano il loro lavoro (che non si limita ad "aggiornare" i contenuti)! Se quello non è il loro lavoro, la prego, assuma una decina di laureati tra Informatica e Lingue che sono sicuro sapranno cavarsela decentemente per rifare il sito dell'Università di Padova.
Sono consapevole dei continui tagli alle Università e capisco che probabilmente rifare i siti internet non sia una priorità… d'altro canto non lo è stato negli ultimi 13 anni.
Però da quel che ricordo c'era la possibilità per studenti di lavorare all'università facendo quelle che una volta si chiamavano "30 150 ore": biblioteca, aule informatiche, segreterie, etc. 
Se ancora ci fosse questa opportunità, perché non impiegare alcuni ragazzi per rifare il sito? Non basteranno 30 ore… magari ci vorranno sei mesi o un anno, ma sarebbe sempre meglio di adesso, no?

Cordiali saluti,
un ex-studente dell'Università di Padova.

Facciamo tutto noi! #2

[Continua dal precedente post.]

…Venerdì mattina iniziamo l'esperimento e dopo aver dissezionato il topo e preparato le cellule io e la moglie ci dirigiamo nel laboratorio dei nostri collaboratori.

Noi: "Eccoci. Cominciamo?"
Loro: "Si. Purtroppo c'è un problema col microscopio fighissimo di cui parlavamo. Non possiamo fare time lapse e plate scan insieme."

Strano… eppure doveva essere il microscopio miracoloso che fa tutto…

Noi: "Ok, facciamo solo il time lapse."
Loro: "Si. Bene. Iniziamo a mettere le cellule nel gel."
Noi: "Ottimo. Allora il gel è come avevamo detto? Tre condizioni: A, B e C?"
Loro: "Ahhh… no… come? Cosa? Avevamo detto A, B e C? Ah si è vero! Ma ci siamo sbagliati, abbiamo fatto D, E ed F."

Ecco, ci mancava anche questa. Dopo il microscopio che non farà quello che volevamo hanno pure sbagliato le condizioni del gel da usare.

Noi: "Vabbè, ormai le cellule le abbiamo messe e non possiamo farci niente. Per la prossima volta proviamo A, B e C."
Loro: "Ok. Intanto tornate tra 30 minuti così diamo il tempo al gel di polimerizzare."

30 minuti dopo…

Noi: "Ecco, pronto tutto. La piastra è a posto, non resta che far partire il microscopio."
Loro: "Bene. Andiamo?"
Noi: "No, noi il microscopio-dei-miracoli non lo sappiamo usare, siete voi gli esperti di quel microscopio (e siete voi che insistete sempre perché lo usiamo). Inoltre partiamo per l'Italia tra un'ora. Ci andate voi?"
Loro: "Ah… oh… ma… come… non so… veramente… ok… allora… bhe… va bene… ci andiamo noi…."

E come pronosticato da me e dalla moglie, una volta rientrati in Italia e controllata la posta elettronica abbiamo trovato una bella mail dei collaboratori con scritto che non sono riusciti ad usare il microscopio, che non ha funzionato niente, che hanno dovuto usarne uno diverso col quale però le cellule non si distinguono bene e sono pure fuori fuoco.
E per fortuna che sono esperti e quel microscopio fa i miracoli…

Come se non bastasse Martedì, tornati al lavoro, siamo andati a riprenderci le cellule che abbiamo lasciato da loro e le abbiamo trovate contaminate da batteri.

Giusto per dire, eh!

Esperienza indiscutibile.

Il vicecapo NAT si ritiene (e si è sempre detta) una esperta di biologia molecolare. Quelle tre volte in croce che ha dovuto fare qualche cosa di diverso da clonaggi o PCR è sempre andata in panico.
Purtroppo, ormai vicina alla pensione, non è più all'avanguardia anche con le "nuove" tecniche di biologia molecolare, quindi per conto mio non è proprio un'esperta come si considera, ma pace, credo che tutti prima o poi si trovino in difficoltà con tecniche nuove o strumenti mai visti.

Però mi metto le mani tra i capelli quando "l'esperta" mi chiede:

NAT: "Filippo, il programma con cui ho disegnato i primer mi dice di usarli a 59 °C. Io non li ho ancora provati. Tu cosa faresti? Li useresti a 58 o a 60?"

Bha…

Non sopporto…

Non sopporto la gente inattiva. Le persone che di fronte ad un problema si siedono e aspettano l'arrivo delle piaghe da decubito. Soprattutto non sopporto queste persone quando per colpa della loro inattività ci rimetto io.

La settimana scorsa, Giovedì pomeriggio alle 15.30, io e la moglie siamo andati ad usare un microscopio "speciale" con cui si possono fare filmati delle cellule, etc. 
C'era con noi la ragazza Svedese che è giunta dalla compagnia farmaceutica Danese per vedere come facciamo i nostri esperimenti e doveva guardare anche lei le nostre cellule con il microscopio.
Andiamo, accendiamo computer e le otto scatolette (shutter, lampada UV, lampada normale, controller dello stage, controller del microscopio, interfaccia col computer, CO2 e termostato) e iniziamo a cincionare con il software.

1. Non funziona.
2. Messaggio di errore.
3. Non si accende la lampada.
4. Riavviamo il software.
5. Riavviamo alcune delle scatolette.
6. Riprendiamo dal punto 1.

Dopo 15 minuti di tentativi infruttuosi, vado a chiamare il tecnico dei microscopi che era di fretta e 30 minuti dopo doveva essere a Ginevra per un meeting (bho… da Losanna a Ginevra ci vogliono 45-50 minuti…).
Viene, controlla, guarda, prova e pensa che si sia bruciata la lampada.
Inizia a smontare e nel frattempo ci dice di chiedere all'utente precedente (che in teoria aveva usato il microscopio subito prima di noi) se avesse avuto dei problemi.

La moglie va a cercare il deficiente prenotato prima di noi, io resto col tecnico a passargli quello che gli serve.
Dopo 20 minuti aggiusta tutto, il microscopio torna a funzionare e il tecnico se ne va (chissà se è più andato a Ginevra).
Dopo 25 minuti la moglie torna e mi riferisce che il deficiente prima di noi non aveva usato il microscopio perché già il giorno prima doveva usarlo e non funzionava. 

E' stato un bene che non sia andato io a parlargli, altrimenti sarebbe venuto giù senza usare le gambe.
1° devi usare il microscopio il Mercoledì e non funziona. Non fai niente: sei un idiota.
2° devi usare il microscopio il Giovedì, sai che non funziona, non fai niente e non cancelli la tua prenotazione: sei un doppio idiota.

e per colpa della sua inazione:

3° noi abbiamo perso 30 minuti abbondanti della nostra prenotazione (i microscopi si pagano e il nostro tempo idem…).
4° il tecnico è arrivato con estremo ritardo al meeting (sempre se ci è andato).
5° se non fosse stata la lampada da cambiare, ma qualche cosa di più complesso, tutte le persone prenotate dopo di noi il Giovedì, Venerdì e fine settimana non avrebbero potuto usare il microscopio.

Il bello è che quando il deficiente ha scoperto che c'era un problema avrebbe potuto semplicemente mandare una mail al tecnico, nulla più. Il brutto è che probabilmente c'è stato uno prima di lui che ha scoperto che non andava e comunque non ha fatto niente…
Io ho pensato di andare a lamentarmi con il capo della facility perché inciti i deficienti ad essere meno deficienti.
La moglie, invece, mi ha suggerito che come prossimo lavoro dovrei diventare io capo di una facility per mettere in riga gli utenti!

Visto che sto cercando lavoro quasi quasi un pensierino ce lo faccio…

37, 38, 40, 41, 48…. tombola!

Secondo la moglie ha troppe cose per la testa e ha troppa fretta. Secondo me è distratto e non pensa mai a quello che sta facendo, ma a quello che dovrà fare. In ogni caso Pompelmo ha dei grossi problemi, ma proprio grossi!! E' perfettamente consapevole di non riuscire mai a fare un esperimento giusto al primo colpo, mette sempre in conto di doverlo ripetere. Si taglia spesso nei modi più impensati, rompe vetreria di laboratorio un giorno si e uno anche, sbaglia a scrivere e non si ricorda mai quello che scrive (giusto o sbagliato che sia…).
La settimana scorsa il tecnico, Nostra Signora V. M., si avvicina a Pompelmo e…

Nostra Signora V. M.: "Pompelmo, una piccola domanda…"
Pompelmo: "Si, dimmi."
N.S.V.M.: mostrandogli il quaderno con i numeri dei topi "Qui non capisco bene… mi pare che ci sia un problema con i numeri."
P.: "Ahhhhhhhhh! Noooooooooo!! Ancoraaaa! Non è possibile! Ho sbagliato! Ahh, che stupido! Ho sbagliato!!!"
N.S.V.M.: "Ah ok, mi pareva di non capire infatti."
P.: "Eh, si… spetta che controllo i numeri sui campioni di orecchie di topo… ah si, sono sbagliati anche qui. Aspetta che controllo sulla piastra con gli embrioni. Ah, anche sulla piastra sono sbagliati… ti pareva…"
N.S.V.M.: "Ok, va bene, fa lo stesso."

Il tecnico prende e se ne va, e Pompelmo ride e ride e ride e ride. La moglie ride e ride e ride e ride. Io guardo Pompelmuccio e non capisco. Gli chiedo spiegazioni e…

Filippo: "Ma cosa succede? Cosa hai sbagliato?"
Pompelmo: "Ah niente! Ho sbagliato a dare i numeri ai topi."
F.: "Come hai sbagliato?"
P.: "Si, il numero da cui dovevo partire era 36, quindi io ho scritto 36, 37, 38, 40, 41, 48, 50."
F.: "Scusa, ma i numeri in mezzo?? Che fine hanno fatto?"
P.: "Eh, mi sono sbagliato! D'altro canto mi succede sempre. E' così ogni volta. Secondo me il tecnico pensa che lo faccia apposta per farlo innervosire…"
F.: ….

La moglie mi ha confidato, in privata sede, che Pompelmo OGNI VOLTA sbaglia i numeri dei topi. Tutte le sacrosante volte lui li sbaglia e il rincoglionito del tecnico, nonostante sappia in partenza che Pompelmo ha sempre problemi a contare, tutte le sacrosante volte va a dirgli che non capisce…

Ho riportato i fatti così come sono accaduti, non ho altro da dire vostro onore.