…sono state inventate per non fare ingrassare o per evitare la carie?
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“Don’t count your chickens…
…before they hatch" (non contare i tuoi pulcini prima che si schiudano, ndr). Così mi ha detto ieri un collega Irlandese. Da noi si direbbe "non vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso", "non cantar vittoria troppo presto (o prima del tempo)" o "non dire gatto se non ce l'hai nel sacco".
Cercando un po' in altre lingue ho trovato che:
– In Francese si parla dell'orso.
– In Spagnolo si parla della vittoria.
– In Tedesco torna l'orso.
– In Svedese è una roba tipo "non dire ciao finché non sei sul torrente (??)".
– In Russo si riparte con l'orso e con i pulcini.
Di gatto si parla solo in Italia non senza un po' di confusione: io ho sempre parlato di "gatto", ma ho letto in giro che l'originale sarebbe "non dire quattro se non ce l'hai nel sacco" dove "quattro" starebbe per quattrino (o per quattro pani).
Sembra che la parola gatto sia stata usata, non so quando, da Trapattoni che avrebbe fatto una gaffe.
Non riesco a darmi pace: io sono convinto che l'originale sia con "gatto" e mia moglie anche, ma trovare le origini dei proverbi non è semplice.
Se, tra i pochi lettori rimasti, ci fosse qualche anima pia che conosce la versione giusta o più antica del proverbio, non mi dispiacerebbe un commentino con la vostra opinione!
Risiko!
Tutti sanno che la Svizzera è un paese "neutrale": non si sono mai impegolati in guerre e conflitti, ma hanno comunque un esercito. Tutti gli uomini maggiorenni devono farsi qualche settimana all'anno (si, ogni anno) di servizio militare fino ad una certa età. Tutti gli uomini abili hanno una pistola a casa. E un coltellino Svizzero, ovviamente!
E ogni tanto, si vedono mezzi militari che girano, corrono, si spostano… dove andranno, non si sa.
Dalle nostre parti c'è una base militare da cui partono quasi quotidianamente mezzi anfibi e camionette che viaggiano sparate per le stradine di montagna. Quest'inverno un furgoncino è uscito di strada a 500 metri da casa nostra e, sarà quell'episodio o altro, da qualche tempo nei paesi limitrofi sono comparsi cartelli stradali alquanto curiosi per indicare ai mezzi militari come e dove passare (per non fare danni?).
Ci passo davanti ogni giorno quando porto il bimbo dalla babysitter, ma non ci ho ancora fatto l'abitudine: ogni volta che li vedo mi vengono in mente i carri armati di Risiko!
Questo cartello, piuttosto criptico, indica che il "carro armato" deve passare a cavallo del cordolo che è in mezzo alla strada (indicato in rosso).
E qui separiamo i mezzi "pesanti" da quelli "un po' meno pesanti".
Micro-ondabile?
Serve una nuova parola per "scaldare o cuocere a microonde"? Ebbene, se ne sentite la necessità potreste copiare dal Francesse (o dallo Sfizzero-Francesse) "Micro-ondable". Che poi in Inglese è "Microwavable".
Esiste davvero la necessità di questo neologismo? Voi lo usereste in italiano? "Micro-ondabile"?
Bho! Di sicuro c'è sui toast che si trovano alla Migros, di fianco alle immancabili pizze prosciutto/ananas.
Martore del menga…
Ecco, parlando di automobili che vanno da sole in officina, qualche giorno fa ci ho dovuto portare la mia. Tutto è iniziato con un chiarissimo oscuro messaggio: "Problema ABS/controllo di stabilità ESC".
Che vuol dire? ABS rotto? Pastiglie consumate? Santi e miracoli? Secondo una ricerchina veloce su internet i sensori dell'ABS di tutte le Skoda/Audi/Volkswagen hanno problemi e si rompono sistematicamente.
Poco male: l'auto è nuova, ha 13000km, è ancora ampiamente in garanzia e soprattutto continuava a frenare "normalmente".
Qualche giorno fa l'ho portata in officina e quando sono andato a riprenderla mi hanno detto che è stato cambiato qualche cosa nel sistema ABS e potevo portarla via che tanto non c'era niente da pagare.
Ieri ci è arrivata a casa una fattura da 197CHF per diagnosi varie e cambio di un cavo e relativo collettore dell'ABS. Riparazione non in garanzia perché, attenzione attenzione, il danno è stato causato da una martora.
Ma che boia è una martora?? Ebbene, è questa.
Quando abbiamo stipulato la prima polizza di assicurazione auto qui in Svizzera, abbiamo letto ovunque che "questa copre i danni causati dalle martore", "questa no", etc.
Ci siamo informati e apparentemente queste bestie rosicchiano i cavi dello spinterogeno delle macchine fino a romperli, indi per cui le assicurazioni offrono questo tipo di polizze per proteggere gli sfigati le cui auto vengono attaccate da queste bestie infernali.
Apparentemente oltre ai cavi dello spinterogeno le martore adorano i cavi del sensore ABS.
Bon, bene, grazie bestie malefiche.
…ma su Wikipedia, fonte di ogni sapere, è scritto che "La sua attività predatoria interessa i piccoli vertebrati, soprattutto uccelli, ma anche roditori e lagomorfi. Integra la dieta con invertebrati e frutta. La convinzione popolare che essa abitualmente, dopo aver assalito la preda, ne recida subito la carotide per berne il sangue, è errata."
Da tutto ciò non ho ancora ben capito se le martore si mangiano i cavi delle auto prima o dopo avergli reciso la carotide…
Caro CD: 100 di questi giorni!?
In questi giorni il Compact Disc compie 30 anni. 30 anni! Sono davvero tanti, a pensarci bene, per un supporto digitale che all'epoca era il sogno proibito di tutti. Il primo Ottobre del 1982 è stato messo in vendita il primo CD con il primo lettore Sony. Appena usciti i lettori erano costosi e i CD erano pochi. La maggior parte delle famiglie avevano il giradischi o le più modeste, economiche e copiabili audiocassette.
A casa mia il primo impianto stereo con lettore CD è arrivato nel 1989: regalo di comunione di mia sorella e "regalo per tutta la famiglia". In pratica lo usavo io.
All'acquisto dell'impianto ci hanno regalato il primo CD che io abbia ascoltato nella mia vita: "Dolci ricordi" di Pier Giorgio Farina. Un CD che avremo usato al massimo cinque-sei volte: appena aperto lo stereo e in qualche altra occasione per "mostrare un CD" a parenti e conoscenti curiosi.
Il secondo CD che ho ascoltato me l'ha portato un vicino di casa. Era il mini CD (WOW!!) "D'oro, incenso e birra" di Zucchero con la canzone "Diavolo in me" regalato con la birra Sans Souci, sempre nel 1989. I miei vicini non avevano il lettore CD: nonostante fossero passati 7 anni dalla data del lancio di CD e lettori, questi erano ancora molto costosi. Così ci siamo passati una mezza giornata ad ascoltare "Diavolo in me" registrato in quel miracolo di tecnologia ottica-digitale.
Il terzo CD che ho ascoltato (e primo CD di mia proprietà) mi è stato regalato per Natale nel 1990: "Nuvole" di Fabrizio De André. Bellissimo, fantastico, album. Dato che "Dolci ricordi" mi faceva schifo, non facevo altro che ascoltare il De André per ore e ore e ore e ore e ore… finché non è arrivato il CD successivo e poi un altro e un altro ancora. Ma dopo il mio primo Compact Disc, non ho memoria dell'ordine in cui sono arrivati gli altri.
La bellezza dei CD era che se ti stufavi di una canzone potevi saltare alla successiva o tornare alla precedente "istantaneamente". Altro che le cassette da riavvolgere con la BIC, girare il lato, partire dall'inizio, usare il contatore per "indovinare" dove si trovava il brano più bello dell'album.
Ecco. Ormai il CD ha compiuto 30 anni ed è quasi passato di moda. Gli mp3 (e tutti gli altri formati digitali) sono in giro da parecchi anni, ce ne portiamo a centinaia o migliaia in tasca, li ascoltiamo per qualche minuto e poi via a quello dopo, e quello dopo ancora, e poi ascoltiamoli a caso, o in ordine per genere o in una lista di canzoni preferite. O scarichiamo solo la canzone che ci piace di più e il resto dell'album chi se ne frega.
Ecco, il CD ormai non ha più senso. Pure la mia collezione non indifferente di qualche centinaio di CD è tutta convertita in mp3 in un singolo iPod collegato allo stereo che posso portare in tasca, in macchina, ovunque.
Il CD sta perdendo piede perfino rispetto al vinile: il supporto che doveva sostituire.
Anche come supporto digitale per il computer è ormai agli sgoccioli sostituito prima dal DVD e poi dalle chiavette USB.
Allora, caro Compact Disc, tanti auguri: buon 30esimo compleanno. Hai ancora un bel po' di strada davanti, e io non ho ancora finito di comprare CD e non so quando comprerò l'ultimo CD né quale sarà, ma sono convinto che l'ultimo lo ricorderò come il "Nuvole" di Fabrizio De André, dimenticandomi di tutti gli altri…
L’eterno dibattito: Star Wars vs Star Trek
Elezioni Francessi.
Purtroppo o per fortuna questo post è un po' in ritardo rispetto all'argomento che tratta, ma che me ne frega, lo scrivo lo stesso.
Da poco si sono concluse le elezioni Francesi con la vittoria di Hollande e le amministrative in Italia con un casino unico tra destra, sinistra, lega, Grillo e chi più ne ha più ne metta.
Ad essere sincero mi interesso pochino (per lo schifo) della politica Italiana, figuriamoci di quella Francese, ma nei giorni scorsi i colleghi mi hanno spiegato alcune caratteristiche peculiari della modalità con cui si svolgono le votazioni in Francia.
1° una cosa parecchio strana è che mentre da noi si prende la scheda, si mette la croce per scegliere il partito e/o il candidato, si ripiega la scheda e la si infila nell'urna, in Francia questo suona "confondente" (o almeno suona confondente per quella tête-de-cass della 24k).
Loro si che hanno la strategia giusta: hanno una scheda per ogni candidato (almeno per i presidenti), le prendono tutte, si nascondono nello sgabuzzino, piegano quella del loro favorito e buttano via le altre: "così chi ti ha dato le schede non sa per chi hai votato…".
Eh si. Vabbé.
2° la cosa a dir poco in-cre-di-bi-le è che i Francesi possono delegare il voto. Spiego meglio: se sono in ferie, o via per lavoro o impossibilitati a votare per qualche motivo possono andare nel loro ufficio elettorale e preparare un documento per delegare un altra persona a votare.
"Ma chi potete scegliere? Chiunque?"
"Si, certo! Chi vuoi! Tua mamma, tua nonna, uno che passa per la strada…"
E quando ho detto che il delegato può votare quello che vuole lui mi hanno risposto che "devi scegliere uno di cui ti fidi".
Si, vabbé, ciao.
E sono quelli che, come detto al punto 1, prendono tutte le schede perché il voto è così segreto che in quel modo confondi con la mossa del giaguaro il pinco pallino del seggio…
Problemi di cognome (ci risiamo).
Qualche post fa parlavo dei problemi di cognome della Pancetta, la collega Francese che, come da tradizione Francosvizzgermanica, ha "voluto" prendere il cognome del marito dopo essersi sposata.
Ecco, Lunedì (lei era a casa "malata") mi scrive un messaggio chiedendomi se mi è arrivato lo stipendio di Ottobre, perché a lei non hanno accreditato niente. Le rispondo che avrei controllato la sera.
Lunedì sera guardo online il conto e vedo il mio stipendio regolarmente pagato dalla Nestlé.
Martedì al lavoro le dico che per me è tutto ok e lei mi risponde che c'è stato un problema in banca, perché il suo conto è ancora intestato a lei col suo cognome da nubile, mentre per la Nestlé lei ha il cognome del marito. Quindi la banca non ha accettato i soldi che sono arrivati a nome di un'altra. Lo stipendio di Settembre gliel'hanno accreditato "per caso".
Ecco l'ennesimo esempio del casino che succede quando decidono di cambiare cognome in corsa solo per certe cose:
lavoro si, banca no, carta di credito si, passaporto no, pubblicazioni scientifiche si, attestato di laurea no.
…almeno si è messa a ridere quando le ho detto: "ecco perché noi non cambiamo cognome…".
Problemi di nome (e cognome).
Questa settimana mi è arrivata la carta di credito aziendale, da usare per i viaggi. Quando l'ho richiesta ho avuto un piccolo problemino: le lettere totali di nome e cognome sulla carta non potevano essere più di 19… e io raggiungo i 21 caratteri (compresi gli spazi).
Per questo motivo invece che Filippo ho messo solo "F" seguito dal cognome. Pace, funzionerà lo stesso.
Un problema più grosso ce l'ha avuto la Pancetta1, la collega che "mi ha seguito" dall'EPFL.
Piccola premessa: Pancetta1 è Francese e si è sposata nel 2008. Generalmente le donne Francesi, ma anche Svizzere e Tedesche, prendono il cognome del marito. Recentemente, però, hanno anche la possibilità di aggiungere il cognome del marito al proprio, o anche di tenere il proprio e basta.
Ecco, lei nel 2008 ha tenuto il proprio cognome. A fine 2010 ha deciso di cambiare e prendere il cognome del marito (non si sa perché). Da allora ha "firmato" l'articolo che ha pubblicato con il cognome del marito, ha detto alla banca di cambiare e mettere il cognome del marito, etc.
I documenti ufficiali, però, sono rimasti col cognome vecchio. Il passaporto ha ancora il suo cognome di nascita, mentre sulla carta di identità c'è il suo cognome originale e c'è scritto che è sposata con tizio (cognome del marito).
Noi, all'epoca, abbiamo espresso i nostri dubbi sulla funzionalità di una simile "tradizione". Più che altro ci è sembrato strano che una abbia un cognome da una parte e uno dall'altra, ma lei ci ha assicurato che non c'è problema che va tutto bene, che è facile, che lo fanno tutti e via discorrendo.
Ieri abbiamo dovuto prenotare un volo per andare ad Hannover ad Ottobre. Bhe, come previsto ha avuto problemi dato che per la Nestlé lei ha il cognome del marito, sulla carta di credito aziendale ha il cognome del marito, ma sul passaporto ha il suo cognome vero e di conseguenza il volo è stato prenotato con i dati del passaporto.
Tutto questo ha causato un problema informatico per cui il sistema che usiamo per prenotare i viaggi non la riconosce e deve fare tutto a mano.
Ora mi dico:
1° perché caxxo ha voluto cambiare cognome due anni dopo essersi sposata?
2° se sul passaporto è impossibile cambiare il cognome, perché si è fatta assumere con quello del marito e fa tutte le carte con quello del marito?
3° in un paese dove sono abituati al fatto che le donne cambino cognome… come è possibile che esistano problemi di questo genere?
Bho. Fatto stà che ieri non faceva altro che dire "merde" al telefono parlando con i responsabili dell'agenzia viaggi.
Se siete curiosi come me per quanto riguarda l'uso dei cognomi in Italia leggete su wikipedia o anche solo questo stralcio:
In Italia, nonostante il codice civile, all'art. 143-bis, preveda che la «moglie aggiunga al proprio cognome quello del marito» l'attuale normativa sul diritto di famiglia prevede che la moglie conservi il suo cognome di nascita e questa aggiunta non viene riportata in alcun documento (carta d'identità, patente, passaporto) rimanendo quindi del tutto teorica. È possibile aggiungere, su richiesta, nei documenti ufficiali la dicitura … coniugata XXX, ma la donna che volesse quindi realmente modificare il cognome aggiungendovi quello del marito dovrebbe intraprendere una pratica burocratica dall'esito incerto. (Wikipedia)