Dialoghi improbabili #5. – 299

è vero, non sarò un granchè in inglese, a volte posso fare confusione con qualche parola, a volte invece mi manca qualche parola, non sempre capisco tutto quello che mi dicono soprattutto se si mettono a parlare a 350 bpm, ogni tanto sorgono incomprensioni di carattere “culturale”.
Ma a volte mi sembra di parlare con un muro!
Questo è il dialogo (di carattere biotecnologico, mi spiace per i non addetti ai lavori e mi spiace che sia un po’ lunghetto) che ho avuto qualche tempo fa con Joonyup, il Koreano nel mio lab:

Filippo: “Ah, sai, alla fine ho scoperto cosa non funzionava. è la DNAsi (un enzima) che si mangia anche l’RNA.”
Joonyup: “Sei sicuro? Come hai fatto a capirlo?”
F.:
“Bhe, avevo già il sospetto, ma ho provato la DNAsi della Invitrogen (marca dell’enzima incriminato) e quella della Promega (marca dell’altro enzima) e quella della Invitrogen si mangia tutto! Mentre l’altra funziona bene.”
J.: “Ah! Davvero? Ma sei sicuro?”
F.: “Si! Guarda: (gli mostro le prove del misfatto)”
J.: “Quindi vuoi dirmi che la DNAsi della Promega funziona meglio della Invitrogen?”
F.: “No, voglio dire che quella della Invitrogen non funziona più. Si è degradata o contaminata!”
J.: “Ah! Quindi dici che è meglio usare quella della Promega?”
F.: “Bhe… vedi tu…”
J.: “Ma quindi mi stai dicendo che quella della Promega è più efficiente?”
F.: “No, sto dicendo che quella della Invitrogen che abbiamo noi non funziona più. Si è degradata o contaminata!”
J.: “Ahh! Allora intendi dire che quella della Invitrogen è meno efficiente di quella della Promega?”
F.: “No, sto dicendo che quella della Invitrogen del nostro stock non funziona più. Si è degradata o contaminata! E l’altra che abbiamo funziona regolarmente.”
J.: “Ma come fai a dire che quella della Promega è più efficiente??”
F.: “Non hai capito… non sto confrontando le due marche e non ho detto che una è più efficiente dell’altra, ho solo visto che quello della Invitrogen che abbiamo noi non funziona più.”
J.: ….
F.: ….
J.: “Ah, ma quindi d’ora in poi suggerisci di comprare quello della Promega perchè è più efficiente?”
F.: ………..

Ora ditemi voi: avrei dovuto suicidarmi istantaneamente fracassandomi la testa contro il muro o commettere un omicidio strangolando un Koreano innocente?? Per fortuna che in quel momento sono arrivati tutti gli altri e abbiamo iniziato il lab meeting così il nostro dialogo è finito…

Oggi puliamo le lenti… – 297

Questo post è espressamente dedicato a chi porta lenti a contatto… ciò non toglie che tutti lo possiate leggere! Visto che in America è possibile fare pubblicità comparativa, vorrei illustrare le incredibili capacità detergenti del nuovo liquido al perossido di idrogeno (acqua ossigenata) che ho comprato.
Il prodotto è il Clear Care della Ciba Vision (compagnia della Novartis). Non guadagno assolutamente niente a pubblicizzarlo, ma vorrei fare un confronto con la soluzione, che compro in Italia, Purha oxy prodotta dalla Soleko e distribuito dalla catena di negozi VistaSì.
Entrambi sono a base di acqua ossigenata al 3% e cloruro di sodio (sale da cucina) allo 0,79%. Il prodotto Ciba contiene inoltre quantità indefinite di acido fosfonico (o fosforoso), un certo tampone fostato e il detergente “Pluronic 17R4“.
La differenza sostanziale è come reagiscono i due liquidi posti nello stesso contenitore provvisto di catalizzatore. Il prodotto Italiano libera svogliatamente ossigeno, mentre quello della Ciba ha lo stesso effetto delle menthos nella pepsi!
Ora… visto che il catalizzatore è lo stesso, o le boiate in più nel Clear care innescano la fusione fredda, oppure l’acqua ossigenata nel prodotto Italiano non è al 3%, ma è meno concentrata.

Visto che è più economico di altri liquidi…
Visto che è prodotto in Italia…
2+2…
CI STANNO FREGANDO!!!

No dai, non voglio fare illazioni o altro, diciamo che era solo una battuta, però il sospetto resta!
Comunque, portatori di handicap lenti come me, per questo giro vi consiglio il Ciba! Qui due contenitori da 355ml costano $16.99 (tasse escluse), circa 13€.


P.S.: Dovrò fare un po’ di esperimenti con l’acqua ossigenata e i dischetti catalizzatori…

Ultimi acquisti. – 296

Visto che lo stipendio del dottorando è alto (ah ah! risata amara) e ormai rischio di diventare miliardario, ho deciso di spendere 4 soldi in cose “futili”.
La settimana scorsa passando davanti all’Orpheum, il teatro/cinema/ristorante in State street, ho notato la locandina del concerto di Bela Fleck and The Flecktones che si terrà li il 21 Settembre.
Mi sono subito scoraggiato vedendo che i biglietti erano in vendita a Giugno, ma ho deciso di controllare on-line e ho preso un biglietto. $43.30 per il concerto. Tanti? Pochi? Non so… ma comunque credo che sarà l’unica occasione per sentire suonare dal vivo Victor Wooten, un bassista incredibilmente bravo (e te credo… ha iniziato a suonare quando aveva 3 anni)!!
Lo stile della musica del gruppo è un misto di bluegrass, fusion e jazz ed è decisamente particolare in quanto Bela Fleck suona il banjo (sia elettrico che acustico) dando un tono “country” alle canzoni.
Sono stato avvisato via mail che il biglietto è stato stampato e mi verrà inviato al più presto via posta.
Ho fatto altri acquisti anche ieri. Sempre in State street è da tre giorni che c’è un mercato e tutti negozianti hanno merce in saldo. Quindi mi sono preso un paio di Puma al 50% del prezzo ($37.5 invece di $75) e 5 dvd usati per un totale di soli $21 (15‚Ǩ al cambio attuale).
Per fortuna che ho una morosa che sta diventando ricca in svizzera e posso contare su di lei…

Qui sotto un assolo di Victor Wooten.

Nuovo sondaggio! – 295

Eh si! Ancora una volta è giunta l’ora di cambiare sondaggio. Quello degli snack ormai è vecchio e ha raggiunto la quota impressionante (per questo sito) di 32 preferenze! Ho però il sospetto che, nel clima generale Italiano di brogli elettorali, qualcuno si sia divertito a votare il Bounty come snack preferito per più di una volta (mamma… ne sai qualche cosa??).
Detto questo vediamo la nostra/vostra classifica e cerchiamo di capire cosa vi piace:

– Bounty (13 voti)
– Twix (4 voti)
– Mars (3 voti)
– Kit-kat (3 voti)
– Una mela (3 voti)
– Lion (2 voti)
– Snickers (2 voti)
– Naa… meglio mangiarsi le unghie! (2 voti)

Quindi vince decisamente il Bounty che era in vantaggio anche prima dei presunti brogli. Al secondo posto Twix, Mars, Kit-kat (c’è ancora gente che lo mangia?) e la mela sono a pari merito. Ultimi sono Lion, Snickers e le sempreverdi unghie.
Io ho due snack preferiti, il Mars e il Lion! Ma possibile che la merendina col leone non la mangi più nessuno?? Chi l’ha votato oltre a me? Devo saperlo!

Comunque è ora di passare ad un nuovo sondaggino. Dato che ho parlato recentemente della bevanda root beer, questa volta sarete chiamati a votare la vostra bibita preferita!
La scelta è ardua:
Coca-cola, Pepsi, Fanta (o aranciate varie), Sprite (nella quale finiscono anche 7up, acqua tonica e acqua brillante), Chinotto, una bevanda alcolica a scelta e la classica scappatoia: il the della nonna!
Per evitare una dispersione di voti ho escluso dal sondaggio bibite meno diffuse come il gingerino e altri aperitivi come il crodino.

Buon voto! E ricordatevi… si vota una volta sola!

P.S.: Se avete tempo date un’occhiata ai link dell’acqua tonica e della Fanta… sono decisamente interessanti!!

Dialoghi improbabili #4. – 294

Oggi pomeriggio la Cinese che lavora nel nostro laboratorio era intensamente impegnata a cercare informazioni su alcuni geni e proteine.
Stava visitando siti, database, motori di ricerca per tutto lo scibile umano in fatto di scienza quando ad un certo momento si è imbattuta nella pagina dell’iHOP (Information Hyperlinked over Proteins).
E a quel punto è scattato il dialogo tra lei e Carl-Erik (altro ragazzo del lab):

Hongyu: “Ahh! Interessante questa cosa!”
Carl-Erik: “Cosa?”
H.: “Un sito che ho trovato.”
C.: “Eh, ma che sito è?”
H.: “Il sito dell’iHOP!”
C.: “Ah! Cos’è? L’International House Of Pancakes?”

Sul momento sono scoppiato a ridere… ma poi ho scoperto che esiste davvero!
Se non ci credete andate a visitare il sito ufficiale della catena di ristoranti IHOP o il classico link su wikipedia cliccando qui.

Mettiamo le anatre in fila! – 293

Oggi ho sentito per la prima volta un simpatico modo di dire Americano: “get ducks in a row“. Letteralmente significa mettere le anatre in fila, il significato che si dà a questa frase è di organizzare le proprie cose o completare i propri progetti (intesi come preparativi per il futuro). Letteralmente può anche significare “allineare i birilli”. L’origine più probabile per il Brewer’s Dictionary of Phrase and Fable deriva dal fatto che i birilli da bowling in USA vengono chiamati anche ducks (anatre) e, ovviamente, vengono messi in fila.
Quindi sorge spontanea un’altra domanda: perchè i birilli vengono chiamati anatre??
perchè pare che diversi secoli fa, alle origini del bowling, i birilli avessero forme e dimensioni diverse. Alla fine vennero standardizzati alla forma attuale, ma esiste una variante chiamata “duckpin bowling” che usa birilli corti che vennero associati alla forma di un’anatra.
Tra l’altro esistono altre versioni di questo sport chiamate “candlepin bowling“, “ten-pin bowling“, “five-pin bowling” e “skittles” il capostipite di tutti i bowling!
Tornando alle anatre, un’altra spiegazione possibile per questo modo di dire è che forse si vorrebbe mettere in ordine i propri affari come lo sono gli anatroccoli in fila dietro l’anatra! Più semplice di così? Altro che bowling!

Root beer. – 292

Oggi si è dottorato un ragazzo del laboratorio di fronte al nostro, e quindi siamo andati a sentire l’esposizione (ottima!!) e conseguentemente siamo andati a festeggiare nel chiostro del dipartimento di orticultura. I festeggiamenti sono iniziati alle 16 e sono finiti alle 21.30! C’era da mangiare, da bere, musica, persone conosciute e non, alcuni prof e la temperatura era decente.
Ovviamente mi sono subito stati offerti vino e birra, ma ho declinato… allora mi hanno detto: “Potresti bere la root beer!”
è una bevanda analcolica, senza caffeina (almeno questa che ho bevuto) e gasata. Si chiama root beer perchè è una sottospecie di birra ricavata originalmente da radici di betulla o di altri alberi, radici di liquirizia insieme altri ingredienti più o meno facoltativi tra cui noce moscata, melassa, anice. Esiste anche la versione alcolica di questa birra da qualche parte nel mondo. In ogni caso questa era a base di aromi naturali e artificiali vari, sciroppo di mais, zuccheri, acqua e estratto di Quillaia saponaria Molina.
La quillaia è albero, mai sentito, della famiglia delle Rosacee comunemente noto come legno di Panama o legno saponario, diffuso in Cile e Bolivia la cui corteccia è ricca di quillaina, una saponina dotata di proprietà schiumogene e detergenti. L’estratto di quillaia è l’additivo alimentare E999 che viene usato come umettante nei prodotti cotti al forno, nei prodotti caseari surgelati, nei budini e come agente schiumogeno nelle bevande gasate e… negli estintori!!
Ad ogni modo, chiuso il paragrafetto scientifico, questa sottospecie di birra… fa schifo!!!
In cinque ore e mezza sono riuscito a berne mezza lattina! E la sensazione che ho avuto al primo sorso è di essermi bevuto un bicchiere di cera per mobili “pronto legno vivo”!
Il bello è che sul link di wikipedia alla root beer è scritto che: “Per il suo sapore piacevole e le proprietà medicali, alcuni ingredienti della root beer vengono usati in altri prodotti come dentifrici, saponi e medicinali. Questo può spiegare perchè alcune persone che assaggiano la root beer per la prima volta dicono che ricorda questi prodotti”, ma… chi si beve una birra che sa di medicina??? (In realtà continuo a credere che sappia da cera per mobili!)

Air conditioning. – 291

Chi mi conosce sa quanto soffro tremendamente il caldo! Forse lo patisco più del normale, forse ho la termoregolazione sballata, o forse è solo un fatto psicologico, resta comunque che ho sempre caldo! Per fortuna che l’edificio del dipartimento di orticoltura (come tutti gli edifici Americani) ha un sistema di condizionamento molto efficiente. Forse troppo.
Oggi direi che fa “freschetto”, non freddo, io sto bene, ma è proprio questo il problema! Se sto bene io, gli altri avranno freddo!! Infatti le due ragazze del lab avevano doppia maglietta e maglioncino di cotone, mentre un altro ragazzo aveva maglietta e camicia. Gli unici ancora in maniche corte siamo io e il tecnico!

A proposito del tecnico… alle 16 è venuto in ufficio con il suo solito pacchettino di pop-corn da cucinare in microonde e con una zucca gialla. L’ha traforata con una forchetta, l’ha schiaffata in microonde e l’ha fatto partire!

Filippo: “Vuoi mangiarla?”
Brian: “Si, è la mia cena con i pop-corn.”
F.: “è buona?”
B.: “Non so! Non l’ho mai provata!”
F.: “Ah! Ma quanto devi cuocerla?”
B.: “Non ne ho idea! Un po’ di minuti.”
…passa il tempo…
B.: “Forse è pronta.” (tira fuori la zucca scottandosi le mani e ne assaggia la polpa)
F.: “Allora?”
B.: “Uhmmm… ha un gusto strano ed è acquosa.”
F.: “Sai, da noi quelle zucche non si mangiano, sono ornamentali!”
B.: “Credo che lo siano anche qui. Comunque volevo provare!”

Eh… cosa volete fare, quand c’è fame si mangia quel che si trova!! Comunque con una breve ricerchina su internet ho scoperto che il suo nome è “pattypan squash” ed è buona da mangiare… magari un po’ condita però!!

Aggiornamento del blog. – 290

Piccolo aggiornamento per questo blog e per Fairydawn. Ora nella pagina principale di entrambi i siti, a destra delle notizie, ci sono gli ultimi cinque commenti postati da voi lettori. In questo modo può essere più facile per voi (e per noi) leggere ciò che scrivete e rispondere. Mentre sul blog della mia morosa i commenti recenti sono subito sotto i siti suggeriti, qui dovrete andare un po’ in basso, subito dopo il sondaggio (che tra l’altro è ormai da cambiare).
Se credete che siano in una posizione “scomoda” allora… bhe… lasciate un commento con i vostri suggerimenti!!

Dialoghi improbabili #3 – 289

Continua la saga dei dialoghi improbabili. Questo, che traduco direttamente in italiano per ovvi motivi, è avvenuto in auto al ritorno dal congresso di Chicago, subito dopo aver parlato di jack (post precedente). I protagonisti siamo io, Amber, Joonyup (il famoso Koreano!!) e Brad.

Amber: “…e comunque continuo a non capire a cosa serve il bidet!”
Filippo: “Come! Non sai a cosa serve? Per lavarsi!”
A.: “Si, si, lo so… ma non capisco perchè sia necessario! Nella casa dei miei genitori c’è, ma non lo usa nessuno.”
Joonyup: “Bhe, serve quando qualcuno ha le emorroidi! Si lava così passano prima!”
Risata generale di almeno un minuto.
F.: “Ma va là!! In Italia ce l’hanno tutti, ma non si usa solo quando si hanno le emorroidi!!”
Brad: “Forse è perchè lo usate sempre che non avete le emorroidi!”
F.: (ancora ridendo) “Non credo! Comunque lo si può usare anche per lavarsi i piedi! Se uno ha i piedi sporchi e non vuole o non ha tempo per farsi una doccia completa… Andrebbe bene per voi Americani.”
A.: “perchè?”
F.: “Vi togliete sempre le scarpe! E camminate spesso a piedi nudi nei luoghi pubblici!”
A.: “No, non è vero! Quando?”
F.: “Si che è vero! Ieri sera sulla pista da ballo dell’hotel metà delle persone era a piedi nudi.”
J.: “Si si, è vero.”
A.: “Ah… io non ho visto…”

La conversazione è stata veramente divertente, soprattutto dopo la sparata del Koreano sulle emorroidi! Ha fatto ridere tutti, tranne lui che era serio poverino. Certo, per quello scopo va benissimo, ma è utilizzato generalmente per l’igiene intima!
Comunque è divertente come la ragazza Americana abbia smentito il fatto che qui camminino a piedi nudi molto spesso. Invece è assolutamente vero. Ogni tanto ci sono persone del tutto rispettabili che si tolgono le scarpe in casa altrui o per la strada… inutile dire che i piedi sono in condizioni indecenti!
Comunque dopo questo discorsetto la collega non ha ancora capito le varie possibilità offerte dall’uso del bidet.
Ho una sola parola per descrivere tutto ciò: Americani!!
Giusto per la cronaca, in Korea hanno il bidet che è diffuso anche in India, Grecia, Spagna, Portogallo, Argenita, Uruguay e Venezuela oltre che in Italia. Nonostante il nome dell’accessiorio sia francese in Francia non viene proprio usato!