Mandolini volanti! – 330

Un po’ di tempo fa mi è arrivato il biglietto per il concerto di “Bela Fleck and The Flecktones” che, come ho già detto in questo post, andrò a vedere il 21 Settembre all’Orpheum Theatre.
Ieri l’ho guardato con attenzione e la cosa interessante è il retro dove, a caratteri microscopici, c’è questa frase (in inglese):
“Attenzione! Palle, dischi da hockey e altri oggetti possono volare nell’area degli spettatori. A dispetto della protezione degli spettatori può esserci qualche ferimento. State allerta per tutto il tempo prima, durante e dopo lo spettacolo o la rappresentazione. Se colpiti, chiedete immediatamente all’usciere la direzione per un centro medico. Usando questo biglietto il proprietario accetta i termini su questo biglietto nell’interesse del proprietario e ogni minore accompagnato. Il proprietario si assume tutti i rischi accidentali causati dall’evento per il quale il biglietto è venduto, sia prima, durante e dopo la rappresentazione o spettacolo, includendo senza limitazioni i danni descritti sopra, ferite causate dagli spettatori, giocatori, o dall’entrare in un mosh pit*. Il proprietario accetta che il management, i partecipanti, le squadre, gli attori, gli agenti, la direzione, tizio, caio, sempronio etc. etc. siano esenti da colpe.”
A ‘sto punto mi auguro solo che Bela Fleck non mi tiri in testa il mandolino…

*il “mosh pit” è letteralmente un cerchio di persone che balla ferocemente il mosh (danza simile al pogo) di fronte al palco!

Chinese artwork. – 329

Venerdì sera ennesima serata con i compagni del corso di inglese, visto che alcuni stanno per tornare al proprio paese Natale. Ritrovo alle 19 come sempre al Memorial Union, alle 20 viaggio verso la pizzeria Greenbush, in Regent Street, nel quartiere Italiano.
Purtroppo, manco a dirlo era al completo, ma ci hanno detto di tornare dopo un’oretta. Nel frattempo siamo andati nell’appartamento dei francesi (a 200 metri da li) e abbiamo atteso pazientemente bevendo birra (gli altri) e pepsi (io e due ragazze).
Tornati alla pizzeria e atteso per altri 20 minuti alle 21.15 ci siamo seduti e abbiamo ordinato.
In dodici persone abbiamo preso quattro pizze da 16″ (dimensione “pizza famiglia” italiana) scegliendo gli ingredienti da metterci sopra. Ho dovuto fare da supervisore, altrimenti ‘sti stranieri avrebbero tentato accostamenti alquanto azzardati tipo: acciughe e prosciutto o prosciutto, funghi e cipolla.
Tutto sommato alla fine il tutto è risultato “accettabile”.
Nonostante la pizzeria “dovrebbe” essere Italiana e le pizze siano quello di più simile che abbia mai mangiato qui ad una delle nostre, ho un paio di appunti da fare:
1) la pasta della pizza era senza sale…
2) alcuni americani mettono il parmigiano reggiano grattuggiato sopra la pizza…
Comunque ce la siamo cavata con $9 a testa (pochissimo) e io mi sono pure portato a casa un’opera d’arte!! Il padre di uno dei cinesi è un artista e suo figlio ha voluto regalare a me, ai francesi e all’insegnate tre delle sue opere.
è una frase di Mao Zedong (Mao Tsè-tung) scritta, ovviamente in cinese, su carta di riso e con l’inchiostro caratteristico di cui non ricordo il nome.
Il ragazzo ha provveduto a cercare su internet la traduzione in inglese delle frasi. Ha trovato le traduzioni, ma non della mia!! Ho cercato di farmela tradurre dai tre cinesi, ma mi hanno detto chè troppo complicato. è un discorso filosofico o qualche cosa di simile.
Non mi resta che imparare il cinese o più realisticamente mettermi il cuore in pace e appenderla al muro!

Qui una parte dell’opera:

Yummy Buffet. – 327

Continua la rassegna gastronomica qui a Madison, Wisconsin, USA. Ieri sera sono stato, per la seconda volta, allo “Yummy Buffet“, un ristorante cinese in West Gilman Street, vicino al centro di Madison. Il ristorante è decisamente spartano e semplice e funziona a buffet: $5 per prendere solo cibo (anche per asporto), $6 per cibo e bevande analcoliche. Non credo che vendano alcolici di alcun tipo.
In ogni caso, per sei miseri dollari e possibile mangiare ciò che si vuole e quanto si vuole. Il menù è ampio e vario: ci sono tutte le cose caratteristiche della cucina cinese: riso di vario tipo, pollo e maiale piccanti e in agro-dolce, involtini primavera, ravioli al vapore ripieni di carne, wanton al formaggio, verdure varie, spaghetti di riso, noodles, zuppe… insomma, davvero di tutto!!
C’è anche il dessert: gelatine di frutta, una specie di torta margherita, delle pallette di pasta fritte e frutta.
A meno che non vengano richieste espressamente le bacchette all’ingresso si ricevono forchetta e cucchiaio, si paga e dopo si può mangiare fino a scoppiare!
Ovviamente per le bibite vale il solito discorso, ci si serve a volontà.
Devo dire che il cibo è piuttosto buono e, cosa interessante, è considerato il miglior cibo cinese a Madison dai tre cinesi con i quali sono andato a questo ristorante.
Ho chiesto informazioni per quanto riguarda il prezzo, non riesco a capire come possa essere così e conomico, nessuno ha saputo rispondermi.
Prezzo pagato: $6.
Soddisfazione: Alta! Tutto era molto buono.
Consiglio del giorno: Se capitate a Madison e vi piace la cucina cinese fermatevi allo Yummy Buffet.

Affilate i coltelli! – 326

Dopo aver rischiato di tagliarmi ieri sera con la scatoletta del tonno e poi con il coltello e oggi altre tre volte, rispettivamente con un paio di forbici arrugginite tagliando cordoncini per legare le piante agli stecchetti, con un pezzo di lamiera di alluminio sporgente in camera di crescita e con una lama da dissezione… bhe… vedo solo due possibilità… o la sfiga è finita e non mi capiterà più niente di affilato tra le mani per i prossimi tre anni, o se continua così tra un paio di giorni rischierò l’amputazione di qualche arto!!

Com'è bello l'ombrello… – 324

Ieri è stato brutto tempo per tutta la giornata. Al mattino c’era una pioggia fastidiosa che ha solamente alzato il tasso di umidità, poi per fortuna ha smesso e verso sera la giornata si è volta al bello.
Ma lasciatemi descrivere gli usi e costumi degli Americani in queste situazioni.
L’ombrello non esiste. è un oggetto misterioso. Ogni tanto se ne vede qualche esemplare, ma l’uso di tale oggetto è pressochè sconosciuto. Chi lo usa lo fa solo per una qualche predisposizione naturale o per una specifica preparazione ottenuta con anni e anni di sacrificio.
Insomma… gli Americani si bagnano tranquillamente sotto la pioggia!!! Non è affatto raro vedere gente di ogni età che gira nel pieno di un acquazzone senza nessun riparo. è una cosa su cui rifletto da quando sono arrivato e non ho tutt’ora trovato una spiegazione convincente.
Tra le ragazze più giovani pare di moda, quando piove, indossare ciabatte infradito: evidentemente quando camminano tra le pozzanghere hanno la possibilità di lavarsi automaticamente i piedi.
Ma vediamo il caso di ieri in particolare.
Mattino, mi sveglio, lavatina, vestizione, colazione. Metto fuori la testa dalla porta e vedo che pioviggina e il tempo è decisamente tendente al temporalesco. Afferro il mio ombrello, lo apro e mi incammino verso la fermata dell’autobus dove aspetta una fanciulla sulla ventina rigorosamente senza ombrello e con infradito. Fortunatamente per lei è riparo sotto una micro-tettoia perchè nel frattempo la pioggia si fa più intensa. Io sono tranquillo vicino alla fermata con il mio ombrello.
Arriva l’autobus, saliamo. Ho una quindicina di minuti di viaggio prima di arrivare vicino all’università. In questo lasso di tempo mi guardo in giro ascoltando musica dall’iPod e constato che:
– Ci sono 15 persone, me compreso.
– Due persone hanno un ombrello, me compreso.
– L’altra con tale oggetto è una ragazza… pare più sveglia della media, ma mi accorgo che indossa infradito. Perde 100 punti all’istante.
– C’è un’allegra famiglia: madre Americana, padre Afro-Americano, bocchia di massimo un anno in carrozzina… Il più sveglio è il marmocchio che è mezzo al riparo. Perderà questa abitudine con l’età.
– Un uomo vestito completamente di bianco sembra distinguersi rispetto agli altri perchè pare un santone e perchè indossa un paio di stivaloni da pescatore in plastica verde. Non ha l’ombrello ma se non altro non si bagnerà i piedi.
– Un altro personaggio è un ragazzo sulla trentina che sembra uscito dal film “Cliffhanger“: maglietta e felpa in pile (vi assicuro che nonostante la pioggia non faceva freddo!), pantaloncini corti e scarponcini tecnici da montagna. Nulla più.
– Un ragazzetto di colore già bello che bagnato… deve essersi preso acqua almeno un’ora prima. Ha un vantaggio: almeno non si disidraterà.
Tutti gli altri sono “l’Americano medio” rigorosamente senza ombrello.
Arrivo alla mia fermata, la pioggia scende più copiosa, io apro il mio aggeggio infernale e mi incammino tranquillamente. Incrocio una ragazza senza ombrello e con infradito, mezza fradicia che mi guarda e mi sorride. Io la guardo, le sorrido, rifletto su tutto questo e, camminando, tra me e me penso: “Però… deve proprio scendere acqua santa….”

Mach III. – 323

Sabato ho iniziato la terza lametta da barba nei nove mesi da cui sono arrivato qui a Madison. Non mi rado mai completamente, di solito uso il tagliacapelli per tener corta anche la barba, ma quando sono arrivato sono andato subito a comprare un rasoio con relative lamette. Ho preso un Gillette Mach III, che ho anche in Italia, e una confezione da ben dodici lamette che mi sembrava avere un prezzo vantaggioso.
Adesso, ovviamente, mi rendo conto che potrei tirare avanti un anno con quattro testine. Smettono di tagliare dopo un 2-3 mesi e ben prima che la strisciolina blu (che ne indica il “consumo”) sia sparita completamente!
Pazienza… vorrà dire che per i prossimi tre anni sarò coperto!
Nel frattempo avranno sicuramente progettato un rasoio con almeno una decina di lame!!

Farewell party. – 322

Questa mattina il Koreano se n’è andato. è partito per Boston con famiglia al seguito e un camion per il trasloco. Già, è andato alla Harvard University. Ieri sera c’è stato il farewell party a casa della prof con la gente del laboratorio, è stato divertente e, fortunatamente, nessuno si è messo a piangere. Chissà se in futuro ci saranno ancora occasioni per incontrarci… mi ha detto che adesso che va a Boston sarà più facile per lui venire in Italia (il nesso non l’ho capito… ma fa lo stesso!).
Ora me ne vado a casa…
Buon inizio settimana a tutti!

La loggia del leopardo. – 321

Chi non si ricorda il telefilm “Happy Days” alzi la mano! Bene… voi siete troppo giovani o troppo vecchi. La serie è andata in onda negli anni ’80 in Italia e racconta della vita di una famiglia, con relativi amici e conoscenti, degli anni ’50. Il tutto ambientato nel Wisconsin, in particolare a Milwaukee.
Bhe, se avete presente il telefilm forse ricorderete che il capo famiglia, Howard Cunningham, era Gran Puba della “Loggia del Leopardo” una confraternita di cinquantenni che non si sa bene cosa facessero. Era possibile vederlo indossare, più di qualche episodio, il Fez, caratteristico copricapo rosso a torretta.
Bhe, ieri sera tornando a casa attorno alla piazza del Capitol ho fatto qualche scatto di una strana manifestazione, non meglio identificata, con tanto di banda. Tutti con il Fez in testa!!

Problema Skype (forse) risolto. – 320

Bene, sembra che il problema di Skype, che ha lasciato “a piedi” 6 milioni di utenti per quasi 20 ore, sia stato in parte risolto. Tutt’ora il programma si connette in modo altalenante, ma almeno ci riesce! Non si sa ancora quale sia stato il famigerato “problema software”, ma il tempo impiegato per risolverlo è stato troppo anche a causa del periodo. Probabilmente, infatti, molti tecnici sono in ferie!
Un paio di teorie su ciò che è successo già circolano sui forum di Skype: c’è chi dice che sia stato un attacco da parte di hacker e chi dice che invece sia un problema legato ad un update di Windows.
Vedo difficile un attacco di questo tipo ai server si Skype, e credo anche che non usino Windows server, ma linux o qualche altro sistema operativo. Inoltre è strano che ci sia stato un totale black-out, visto che questo software non necessita di andare a recuperare username e password su un server dato che sfrutta una tecnologia p2p (peer-to-peer), eppure è stato evidentemente un problema legato ai server di Skype.
Curioso è il fatto che dal sito fosse bloccato anche il download di Skype.
è interessante come milioni di persone siano rimaste senza questo servizio in tutto il mondo… e soprattutto come in centinaia abbiano scritto sul forum lamentandosi che stanno perdendo tempo e soldi a causa delle loro attività commerciali/aziendali disturbate dall’interruzione del funzionamento di Skype. Questi signori forse dimenticano che questa è la prima interruzione del funzionamento di questo servizio da quando è stato attivato e che prima di Skype esistevano altri modi per condurre affari, forse un po’ più dispendiosi, ma comunque efficaci.
Comunque il problema è stato risolto! è stato divertente vedere 10 minuti fa solo circa 200000 persone collegate, mentre ora ce ne sono poco più del doppio.

EDIT: secondo l’autore di Skype Numerology può esserci stato un attacco da parte di un BOT che ad un download indiscriminato di più di 2000 copie al minuto di Skype che ha causato un collasso totale dei server. Potrebbe essere il fattore scatenante anche vedendo il grafico ottenuto dal sito nyanyan che mostra chiaramente il fenomeno in questione: