Economia spicciola. – 381

Il valore dell’euro continua a salire. Sale sul dollaro e il dollaro scende per una serie di politiche sbagliate, previsioni disastrose, futuri incerti. Quando sono arrivato qui a Madison quasi un anno fa un 1€ valeva $1.32. In questo momento il cambio è 1€ per $1.43. Una bella differenza! Ogni mese ho prelevato lo stesso ammontare di dollari dal conto in Italia vedendomi addebitare sempre meno euro, una convenienza non indifferente! Ma se questo è conveniente per me finchè sono qui e finchè sono pagato in euro, a lungo andare sarà alquanto sconveniente per l’economia Europea che, di questo passo, sarà sempre più svantaggiata nelle esportazioni di beni e servizi.
I nostri “Brodi e Berluscotti tutti” (leggi politici) sono preoccupati, ma per modo di dire, eh!
Il direttore della BCE e pure i bidelli della Bicocca e della Bocconi si stanno mettendo le mani nei capelli.
Ma io… che ho fatto di male???
Cioè: visto che computer e aggeggi elettronici in genere ora sono vantaggiosissimi se acquistati qui in USA, avevo pensato di tornare a casa carico come Babbo Natale.
E invece no!
Sono al limite dei chili consentiti (se non li ho addirittura superati) nelle valigie e nei bagagli a mano e come se non bastasse quell’arpia della morosa mi ha subdolamente “invitato” a non comprarmi aggeggi.
Visto che l’oro nero vale sempre di più non mi resta che una cosa da fare: tornare a casa con una ventina di barili di petrolio…

Passami il thingamajig e dammi il whatchamacallit! – 380

In ogni campo del sapere umano non si finisce mai di imparare, ma quando si tratta di una lingua straniera è ancora peggio (o meglio, dipende dai punti di vista). E le parole che ho scoperto da poco sono quelle del titolo del post: “thingamajig” e “whatchamacallit“. A dire il vero tutto è iniziato con la parola “thingy” che ho sentito nel film “The sweetest thing“. Ho immaginato che fosse uno storpiamento di “thing” (cosa/oggetto), ma cercando sul dizionario è venuto fuori che può essere l’abbreviazione di “thingamajig” parola, piuttosto divertente, per indicare un oggetto o una persona difficile da classificare e di cui si è dimenticato o non si conosce il nome. In pratica si può tradurre in Italiano con “coso” o “roba” o parole simili.
La parola deriva dall’estensione con un suffisso arbitrario dell’originale “thing” che è passato a “thingum” e poi a “thingamajig” o all’altra versione “thingamabob” o “thingumabob“.
Chiedendo lumi ed esempi alle mie cavie da laboratorio (colleghi madrelingua) mi è stata presentata anche la seconda parola: “whatchamacallit“.
Questa ha lo stesso uso della precedente e significa letteralmente “come-si-chiama” o qualche cosa di molto simile. Deriva infatti da “watcha” che è la contrazione di “what are you“, “what have you” o “what do you“, e da “ma call it” che è l’alterazione di “may call it“. In pratica la frase originale sarebbe “what you may call it?” cioè “come lo chiameresti?”.
Detto questo mi hanno anche fatto presente che la Hershey’s commercializza uno snack al burro di arachidi che si chiama Watchamacallit e la pubblicità è proprio un gioco di parole sul nome della barretta.
Ovviamente ho dovuto cercare il video su Youtube:

La traduzione spicciola è:
Kid1: Ehi! Cosa mangi?
Kid2: Una nuova barretta! è croccante!
Kid1: Sembra buono! Odora di arachidi, come si chiama?
Kid2: Whatchamacallit (come lo chiami?).
Kid1: Whatchamacallit (come lo chiami?).
Kid2: Si giusto!
Kid1: Cosa?
Kid2: Il nome!
Kid1: Che nome?
Kid2: Whatchamacallit (come lo chiami?).
Kid1: ….ti sei dimenticato il nome??
(voce fuori campo)
Kid1: Me ne dai un pezzetto di quello?
Kid2: Quello cosa?

Qui sotto la barretta che ho assaggiato… è pure buona!

Mr. Troubleshooter. – 379

Premetto che sono stufo, che ho non tanta, ma troppa roba da fare in questi ultimi giorni di permanenza negli States, che ho cene e raduni organizzati il venerdì-sabato-domenica e quindi, ahimè, non potrò venire in lab per finire esperimenti vari. Premetto anche che a momenti devo cambiare stato o continente per adeguarmi al nuovo fuso orario biologico che mi impone la veglia fino alle 3 di notte e il sonno fino alle 9 del mattino (il chè mi va anche bene visto che di sera in lab non c’è nessuno). Insomma, a parte tutto ciò, oggi ho avuto il piacere di essere stato nominato Mr. Troubleshooter (troubleshooter = tecnico-riparatore).
Si, perchè negli ultimi 6 mesi non ho fatto altro che risolvere i problemi del laboratorio. Non voglio vantarmi o altro, ma, putroppo, è la verità.
In ogni laboratorio che si rispetti ci sono problemi di varia natura che si presentano con cadenza non ben definita. A me (e agli altri) ne sono arrivati parecchi: pcr che hanno smesso di funzionare per un mese, piante che crescono stressate perchè la camera di crescita è troppo fredda/calda, cellule che non crescono e chi più ne ha più ne metta.
Il punto è che i compagni di lab se ne sbattono allegramente!! Tanto loro devono stare qui 5-6 anni, e risolvi oggi o risolvi domani è lo stesso! Quindi di volta in volta mi sono dovuto arrangiare e sistemare tutto.
Tralasciando gli ultimissimi sviluppi di alcuni problemi, oggi una del lab mi dice: “Oh, Mr. Troubleshooter, quando tornerai a casa dovrò scriverti via mail per farmi risolvere i problemi!”
Ma vaff…

Disgustorama! – 378

Qualche tempo fa ho parlato con Jenny, la ragazza Boliviana giunta da poco nel nostro lab, a proposito di cibi tipici dei nostri paesi. A parte le solite domande sulla pizza, la pasta, il primo-secondo-contorno e via dicendo, ad un certo punto siamo caduti sugli orari dei pasti. In Bolivia gli orari sono più o meno simili a quelli Italiani, con colazione, pranzo, cena verso le 19 e la merenda a metà mattina e metà pomeriggio per chi la vuole fare. La cosa più “interessante” è che nel suo paese c’è una merenda un po’ particolare alle 4-5 del pomeriggio…
Non sono insetti fritti, neanche cani o gatti, ratti, lumache o cose del genere, ma è altrettanto disgustoso (almeno per me).
è cioccolata calda con la mozzarella dentro! Si! Avete letto bene. E se non ci credete ve lo scrivo di nuovo: cioccolata calda in tazza con la mozzarella dentro che si scioglie e fila.
Quando me l’ha detto devo aver fatto una faccia davvero disgustata perchè si è messa a ridere. Ha tentato più e più volte di dirmi che è buonissima, che in tanti la mangiano, che non fa schifo, io ho cercato più e più volte di dirle che da noi non si piò mangiare una roba del genere, che è quasi proibito dalla legge!!
E vabbè… cosa ci volete fare: i gusti sono gusti e le tradizioni vanno rispettate.
Ma se questo non vi ha impressionato abbastanza vi mostro qui sotto una foto del volantino che mi è arrivato a casa con una nuova pizza servita come dessert: la pizza con gli Oreo!
Come se in Italia facessimo la pizza con i biscotti Ringo…

P.S.: Ho chiesto ai miei compagni di laboratorio se mangerebbero la pizza con gli Oreo e hanno fatto una faccia alquanto disgustata perfino loro, ma se la pizza esiste sicuramente qualcuno la compra! Chi non sa cosa sono gli Oreo legga questo post.

Autobus ibridi. – 376

Negli anni in cui tutti si interessano di inquinamento e riscaldamento globale e allo stesso tempo non gliene frega niente a nessuno, ogni tanto qualche cosa si muove. Come sapete bene gli Americani, o meglio i politici Americani, hanno ben pensato di non sottoscrivere il protocollo di Kyoto che, per quanto possa essere comunque insufficiente, almeno è un passo avanti.
Eppure la distinzione tra Americani e politici Americani deve essere fatta! perchè non ho mai visto così tante automobili ibride (elettriche/benzina) come qui. Tutte quelle che ho riconosciuto erano Toyota Prius che, a quanto pare, deve funzionare bene visto il numero!
Ma per fortuna non solo i normali cittadini pensano a queste cose. A Madison sono stati acquistati cinque autobus ibridi che hanno iniziato a servire le linee più frequentate, in particolare le linee 80-81 e 90-91 che girano incessantemente per il Campus e i quartieri “studenteschi”. A quanto pare l’addestramento degli autisti è quasi al completo e da un po’ di tempo si vede qualche autobus ibrido anche in centro città.

Per maggiori informazioni vi rimando al sito ufficiale cliccando qui, ma se siete pigri vi faccio un breve riassunto:
Costo per ogni autobus: $489,993 per quelli cittadini e $495,320 per quelli del campus.
Posti: 38 seduti e 28 in piedi per quelli cittadini, 34 seduti e 34 in piedi per quelli del campus.
Motore: General Motors GM Allison Ep 40 System.
Voltaggio del motore: 600V
Batterie: Nickel Metal-idrato con durata prevista di 6 anni.

Gli autobus hanno un sistema computerizzato che determina il modo migliore per sfruttare il motore: solo elettrico, combinato o solo a benzina. L’autobus usa principalmente il motore elettrico per accelerare fino a 25 miglia orarie (40 Km/h) e poi interviene il motore a benzina per mantenere la velocità. Durante la decelerazione del veicolo c’è un sistema che converte il moto in energia elettrica immagazzinata nelle batterie.
Inutile dire che il sistema è silenzioso, consuma poco e inquina molto meno di un veicolo normale.

Ultima cosa, ma non meno importante, è lo slogan sugli autobus per incitare la gente ad usarli che è alquanto divertente: “Reduce footprints – take the bus” (diminuisci le impronte – prendi l’autobus).

Qui una foto fatta ieri mattina:

Memoria corta. – 375

Ultimamente la morosa ha la testa tra le nuvole. Sarà che ha un sacco di cose da fare, sarà che è sempre impegnata con i suoi topetti, sarà tutto quello che volete, ma spesso quando parliamo via Skype succede qualche cosa di divertente (almeno per me). Dopo questo suo post dedicato alla sua perdità del senso della realtà, questo è quello che è capitato oggi.
Ore 14.10 a Madison, 21.10 a Losanna, parlando con la morosa che sta guardando la TV:

Morosa: Ah! Stasera fanno un film, vediamo “Tutto può succedere” chissà che film è.
M.: Con Jack Nicholson.
M.: Con Keanu Reeves.
M.: Con Diane Keaton. Ho capito, l’ho già visto, è tristissimo!
Filippo: Ah, si?
M.: Ma si, l’ho già visto, è quello dove Jack Nicholson è un asociale che vive da solo. è tristissimo.
F.: Primo, il film a cui ti riferisci si chiama “Qualcosa è cambiato” e non “Tutto può succedere”.
F.: Secondo, quello a cui ti riferisci è divertente e finisce bene.
F.: Terzo, l’abbiamo visto insieme.
M.: Con questo vuoi dirmi che ho fatto un casino totale?
F.: ….eh!

…per fortuna che tra i due sono io quello con la memoria corta…

è ora di vestirsi! – 374

è proprio giunto il momento di vestirsi. Sia perchè inizia a fare freschetto sia perchè, come ho detto nel post precedente, qui a Madison si respira già l’aria di fine mese: l’aria di Halloween! Come da tradizione State street verrà completamente chiusa al traffico Sabato 28 e Domenica 29 Ottobre. La gente avrà la possibilità di bere alcolici per la strada, ma solo in State street e sotto la sorveglianza delle forze di polizia che controlleranno adeguatamente le 70-80000 persone stipate in strada e nei locali. Negli ultimi quattro anni la “festa” è finita con risse tra alcune persone e gli agenti di polizia. Dal 2 Ottobre sono già in vendita i biglietti, introdotti nel 2006 per ripagare le spese, dal costo di $5 e necessari per partecipare all’evento.
Comunque, dicevo che siamo già in clima festaiolo perchè un po’ ovunque ci sono richiami colorati (arancione e nero) alla festa e i negozi espongono maschere, vestiti, trucchi, dolci, zucche e chi più ne ha più ne metta. Su questo sito potete leggere qualche informazione in più sulla festa.
Ovviamente ci sarà una “gara” per il vestito più originale. Chissà se vincerà il vestito da “Ann Darrow rapita da King Kong” o il costume di “Nacho Libre” che ho visto in vendita un paio di giorni fà.

Pumpkin Regatta. – 373

Domenica mattina, sul lago Mendota di fronte alla “Terrace“, si è tenuta l’annuale regata delle zucche, un evento tipico Americano(?) o almeno di Madison. Ogni Ottobre c’è questa gara a bordo di zucche enormi scavate e usate come natanti. Ovviamente è fatto in concomitanza della stagione autunnale quando le cucurbitacee danno i loro frutti e, fatalità, nel periodo migliore per sfruttare il clima di festa generalizzato pre-Halloween. A questo indirizzo trovate il sito ufficiale del dipartimento di Orticoltura dedicato alla gara in questione.
Una curiosità: in Inglese la chiamano “Pumpkin Regatta” perchè nonostante la parola regata sia di origini Italiane sono riusciti a storpiarla aggiungento una “t” superflua. Probabilmente il fattaccio è successo perchè la parola “regata” la pronuncerebbero “regada”, ma non voglio dilungarmi con questioni fonetiche.
Nell’apposita sezione del sito potrete vedere alcune fotografie della gara.