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Seminario-panino.

Il seminario-panino (sandwich seminar) è ormai una tradizione di lunga data evolutasi dal precedente seminario-birra (beer seminar). In poche parole fino a qualche anno fa, a cadenza settimanale, due persone ogni Venerdì alle 16 dovevano presentare il loro progetto ai gruppi dell'ISREC. Durante questa oretta di presentazioni c'erano delle birre per gli spettatori: da qui "beer seminar".
Da quello che so, però, l'orario era piuttosto infausto. Vi pare che la gente il Venerdì alle 17, finito il seminario e con una o due birre in corpo tornasse al lavoro? No. Quindi per rimediare è stato cambiato l'orario e il giorno.
Questo ciclo di seminari si tiene, attualmente, ogni Martedì alle 12.15, proprio all'ora di pranzo. Ovviamente non viene più offerta una birra, ma un panino, da cui il nome "sandwich seminar".
Bhe oggi, tra poco, è il mio turno. Peccato che non abbia molte cose interessanti da dire, ma pazienza, tanto la gente viene per il panino…

Quando il capo non c’è…

Il capo, Pancetta1 e la porcellina sono partiti la settimana scorsa (in giorni diversi tra Giovedì e Domenica) per il BCBC (Beta Cell Biology Consortium) a Washigton. Io, la moglie, NAT, il topetto, Pancetta2, Gioacchino, Pompelmo e Nostra signora vergine martire siamo rimasti al lavoro. Ovviamente le scadenze settimanali non sono cambiate nonostante l'assenza del capo e altri due membri del lab, quindi il lavoro è proceduto normalmente, i seminari si sono svolti e tutto prosegue come sempre.
Ma in realtà, osservando bene….

– NAT è rimasta a casa Lunedì, Martedì e oggi.
– Il topetto è venuto al lavoro tardi Lunedì e Mercoledì.
– Pompelmo i primi tre giorni della settimana è andato a casa alle 16.
– Pancetta2 i primi tre giorni della settimana è andata a casa ad orari variabili da prima delle 16 a poco più tardi.
– Gioacchino si è misteriosamente malato per due giorni.
– NAT ieri ha proposto a tutti di fare il lab meeting (è il mio turno di parlare del mio progetto) al Venerdì piuttosto che oggi dato che lei oggi non ci sarebbe stata. Di conseguenza avremmo dovuto anticipare il paper alert (presentazione degli articoli importanti usciti di recente) ad oggi al posto di domani come sempre.
– Pancetta2 si è incazzata adducendo la scusa che "lei non ha avuto tempo di cercare articoli e non si prende la responsabilità di dire che non si fa il paper alert".
– Agli altri (topetto, Gioacchino, Pompelmo e Nostra signora vergine martire) non gliene poteva fregare di meno.

In pratica:
Oggi NAT non c'era, come previsto. Ho esplicitamente chiesto a Pancetta2 se avremmo fatto il paper alert e lei mi ha tirato fuori di nuovo la scusa delle responsabilità, etc. etc. e mi ha candidamente detto "non lo facciamo". Ovviamente nessuno ha fatto una piega e abbiamo saltato in tronco un'ora di meeting. Poco male.

E' proprio vero che quando il capo non c'è i topi di laboratorio ballano.

P.S.: se volete rinfrescarvi le idee sui protagonisti andate qui.

Ma se dovessi…

Una cosa che non sopporto è quando un collega viene a chiedermi un consiglio su un esperimento perché non ha idea di quello che deve fare e di come farlo e poi, dopo che ho speso 45 minuti per spiegargli tutto, mi dice:

Topetto: "Ma io una volta facevo così."
Filippo: "Si fa come ti ho detto con questa macchina."
T.: "Ma se normalizzassi tutto con quel campione…"
F.: "Si fa come ti ho detto."
T.: "Ma una volta io…"
F.: "Si fa come ti ho detto."
T.: "Ma allora perché è così invece di colà?"
F.: "Si fa come ti ho detto."
T.: "Ma non è meglio…"
F.: "Si fa come ti ho detto."
T.: "Ah, allora devo fare tricche tracche triccheballacche?"
F.: "Si, bravo, hai capito!!"

Il giorno dopo:

Topetto: "Ho fatto, è venuto tutto bene."
Filippo: "Ottimo!"
T.: "Ma se facessi come facevo una volta?"
F.: …..

Insomma, non ci capiamo proprio, se ha voglia di fare come faceva una volta che faccia pure! Ma che non venga a chiedermi ogni giorno le stesse spiegazioni su come e cosa deve fare.

Igiene alimentare.

In laboratorio non possiamo bere o mangiare. Il regolamento sulla sicurezza è severo: per evitare intossicazioni o altro, dovuti ad ingestione di sostanze pericolose, è possibile avere solo bevande chiuse e solo alimenti confezionati singolarmente. Da quando ci siamo trasferiti all'EPFL questo è diventato un problema visto che gli "uffici" sono delle semplici scrivanie contigue con il bancone di lavoro e siamo tutti in un open space che condividiamo allegramente.

Ma come sempre le abitudini sono dure a morire e quando lavori quotidianamente con sostanze pericolose, tossiche o cancerogene spesso e volentieri il livello di guardia si abbassa.
Morale della favola: in ufficio (a 30 centimetri dal bancone) c'è sempre qualcuno che magia una briochetta o si beve il tè, ma il rischio che qualche cosa finisca nella tazza è bassissimo, tendente a zero. Certo non è facile accorgersi se per caso nel caffè ci finisce dentro una goccia di qualche cosa. A volte però c'è chi si impegna per ingurgitare sporcizie e lerciumi nonostante l'evidenza.

La pancetta1 ha una tazza che usa ininterrottamente da almeno 3 anni (quando gliel'hanno regalata ad un congresso) e non l'ha mai lavata.
MAI.
Come se non bastasse ci lascia le bustine di tè dentro durante il fine settimana o le durante vacanze, queste si seccano, fanno la muffa… e quando le torna la voglia di bersi un infuso cambia la bustina, versa acqua calda e via a sorseggiare.

Non ci credete? Ecco qui…

tazza sporca

Come potete vedere il cerchietto rosso mostra una macchia di muffa sulla bustina (cliccate se volete un disgustoso ingrandimento). Potrete notare, inoltre, che una volta la pancetta1 ha tentato di pulire la tazza, ma credo che abbia rinunciato quando ha visto che grattava via depositi secolari di salutari tannini.
Che schifo…

Il seminario del Venerdì pomeriggio.

Il capo: "…e mi piacerebbe che andaste a sentire i seminari. Insomma, ce ne sono tanti ogni settimana, mi aspetto che ne seguiate almeno un paio. Magari dando una preferenza per quelli del Venerdì pomeriggio che sono organizzati proprio per l'SV."
Noi tutti: "Si, ma abbiamo da fare in laboratorio."
Il capo: "Si, capisco benissimo, ma sarebbe il caso che, qualche volta, faceste qualche esperimento in meno e andaste a vedere qualche seminario."

A me va anche bene, ma quando l'esperimento non è assolutamente rimandabile e il seminario del Venerdì pomeriggio dura un'ora e quindici minuti il risultato è che si torna a casa alle 20:47…

…e domani si va di nuovo al lavoro…

Qui pompelmo ci cova…

Vi ricordate del povero pompelmo? Il nostro beneamato dottorando in erba? Quello che non si ricorda da qua al naso? Quello che non capisce una mazza di anticorpi e poco niente del resto? Quello che, come scritto in questo post, ha già fatto un casino madornale una volta e come ripetuto in quest'altro post ha perseverato nel fare casino? Bhe, insomma, cosa può fare uno così se non complicare sempre di più le cose?

Qualche giorno fa la porcellina (post-doc koreana, leggete qui per ricordarvi chi sono i protagonisti) ha preso a vagare per il laboratorio chiedendo a destra e a manca chi ha usato l'ultima volta l'anticorpo anti-Sox9.

Porcellina: "L'hai usato tu di recente?"
Filippo: "Io l'ultima volta l'ho usato a fine Dicembre."
Chiara: "Io pure."
Pancetta 1: "Io l'ho usato a Settembre."
Pancetta 2: "Io così…"
Pompelmo: "Io colà…"
NAT: "Io mai usato."
Topetto: "Io non lo so, non c'ero e se c'ero dormivo."
Gioacchino battendosi le mani sulle orecchie: "LA LA LA LA LA LA LA!"
Nostra signora vergine martire non vede, non sente, non parla (e non fa una mazza come sempre).

Al lab meeting la porcellina chiede la parola e dice che il tubo mezzo pieno di anticorpo anti-Sox9 è misteriosamente sparito e gli altri anticorpi erano tutti in ordine sparso per le scatole. Poi continua dicendo che in seguito ad attenta analisi statistica, investigazione e meditazione ha scoperto che l'ultima persona ad aver usato l'anticorpo anti-Sox9 è stato pompelmo, ma non importa perché tanto c'è quello nuovo…

…che fatalità! Se mi avesse detto subito che non lo trovava più glielo avrei detto io che la colpa era senza ombra di dubbio di pompelmo. Ovviamente lui non ha proferito parola…

Duracell dura di più.

Lo so che non sono l'unico. Lo so che i colleghi deficienti li avete anche voi!! Ditelo allora! DITELOOOOO!!!! Ditelo, perché poi sembra che io mi inventi le cose, solo perché quello che mi succede lo scrivo e voi leggete il blog e vi fate quattro risate. E giusto per farvi ridere (o piangere, scegliete voi, a volte cambia poco) ecco cosa mi ha raccontato Venerdì scorso la moglie.
Vi ricordate il post dedicato a Pompelmo? No? Il post dove, in seguito alla miracolosa apparizione di un coro di Hare Krisnha, ho avuto la rivelazione della sua deficienza? Bhe, nessun problema, leggete qui per fare mente locale prima di procedere, perché l'antefatto è indispensabile.

Fatto? Letto? No?? Ho detto che l'antefatto è indispensabile. Vabbé, vado avanti comunque.

Riassumendo più velocemente della luce, Martedì 12 Novembre Pompelmo ha ammesso di avere sempre usato l'anticorpo anti-Pdx1 diluendolo 1:1000 in seguito alla mia scoperta di una aliquota non prediluita (prediluizione=procedura standard per questo anticorpo). Pancetta1 ha convenuto con me di prendere l'anticorpo puro e prediluirlo in modo che debba essere usato 1:200. Pompelmo, qualche giorno dopo, è andato nel pallone, perché non riusciva a capire come mai c'erano due aliquote, una da usare 1:100 e una 1:200 (e lui le usava sempre 1:1000). La Pancetta1 gli ha spiegato che andavano usate alla diluizione scritta. Ci fossi stato io al suo posto lo avrei incarnato di parole, ma fa lo stesso. Fine della storia.

Venerdì scorso 8 Gennaio 2010, nemmeno 2 mesi dopo l'accaduto, Pancetta1 va da mia moglie con le due aliquote in mano di anticorpo anti-Pdx1, con scritto "USE at 1:100" e "USE at 1:200" e le chiede cosa siano. La moglie-memoria-lunga-durata-duracell le risponde che sono le aliquote preparate una da lei (1:100) e una da me (1:200) a partire da quella che Pompelmo usava ultraconcentrata. Pompelmo salta sulla sedia e dice che "no, lui non centra e non sa niente e non è vero e non sa di cosa si stia parlando e non ha visto niente e non ha sentito niente e non ha detto niente e lui non c'era e se c'era dormiva". Pancetta1, che vi ricordo mi ha detto "si, diluisci 1:200" non si ricorda. Lei non si ricorda. La moglie-memoria-lunga-durata-duracell le dice che "si, l'hai fatta tu, e l'altra l'hai decisa tu con Filippo", ma niente: lei non si ricorda. La moglie-memoria-lunga-durata-duracell le spiega che "si, funzionano entrambe", ma lei ancora non si ricorda. Sono passati due mesi, non due anni, ma lei non si ricorda.
Ebbè, nell'indecisione ne butta via una perché c'è confusione e la gente non capisce.

Che volete farci, Pancetta1 non usa duracell per la memoria a lungo termine. Non è mica colpa sua…

Gioacchino e le cellule-del-miracolo.

Il pirlone di Gioacchino, collega post-doc, la settimana scorsa ha rischiato la vita. Sia chiaro, è un ragazzo relativamente simpatico, ma quando è al lavoro, poverino, è meglio non ascoltare niente di quello che dice. E quando spara troppe boiate in un colpo mi toglie ogni sentimento e rischia che lo attacchi al muro con un pugno. Counque Lunedì scorso mi chiede se abbiamo cellule di mammifero in coltura (appena tornati dalle vacanze, ma chi vuoi che sia rimasto qui a Natale a sistemarle?). Comunque ci mettiamo d'accordo: le cellule servono a me e a lui, quindi io parto e, siccome non mi fido di come lavora, le preparo per entrambi.

Martedì mattina:

Gioacchino: "Hai guardato le cellule?"
Filippo: "No, le ho messe a crescere ieri, devono riprendersi dal riposo eterno, aspettiamo un paio di giorni."
G.: "Ah ok, scusa."

Mercoledì mattina:

G.: "Hai guardato le cellule?"
F.: "….no, ti avevo detto che le avrei guardate dopo due giorni, quindi domani."
G.: "Ah ok, scusa." (e dai…)

Giovedì mattina:

G.: "Hai…"
F.: "Si, ho guardato le cellule, ne ho preparate due piastre esclusivamente per te, con cui puoi fare ciò che vuoi, le altre le uso io."
G.: "Ah perfetto!! Grazie mille! Ottimo! Benissimo. Senti, per caso mi dici anche come fare? Sai, io ho fatto tanti anni di colture cellulari, ma non mi ricordo bene…"
F.: "Si, pronti! Dopo ti scrivo il protocollo per filo e per segno." (Ora vai che non ho tempo da perdere.)
G.: "Stupendo, grazie mille! Senti, per caso ti interessano due linee cellulari un po'… sai…"
F.: "Un po' cosa?"
G.: "Si, della roba (abbassando la voce) che non dovremmo neanche avere… sai, potrei procurarle dal lab con cui collaboro…"
F.: (Oh signore! Cosa mi propone questo adesso? Contrabbando di embrioni umani congelati?)
G.: "…sai, delle HeLa e delle U2-OS…."
F.: (ma vaffantreno…. e che me ne faccio??) "Si, bravo, procura." (Così ti togli dai piedi.)
G.: "Eh eh, lo sapevo che eri interessato. Sai, ho controllato e non le abbiamo. Me le faccio dare e le congeliamo per tenerle in stock."
F.: "Bene, vai con Dio figliuolo."

Torno al computer, gli scrivo in 5 minuti il protocollo e guardo sul foglio excel con le linee cellulari del laboratorio per vedere se abbiamo posto nel contenitore dell'azoto liquido per stoccare queste cellule-del-miracolo che mi propone Gioacchino e… toh! Le HeLa le abbiamo già. Che strano… eppure lui "ha controllato". Si, certo.

Giovedì pomeriggio: 

G.: "Ho le HeLa e le U2-OS. Le ho messe in incubatore. Me ne occupo io, quando sono pronte le congeliamo."
F.: "Bravo, fai fai."

Domenica sera, ore 19.30 io e la moglie eravamo in lab, io per le cellule, lei per i topi e c'era pure Gioacchino per le sue cellule:

G.: "Oh ciao, ho proprio guardato le cellule, domani mattina presto devi (io??) subito congelarle perché sono pronte. E' urgente, da fare come prima cosa quando arrivi."
F.: (Ma che due conigli… lui porta delle cellule che non ci servono e io devo congelarle…) "Si, perfetto, grazie, arrivederci e buonasera." (Fuori dalle patate che è Domenica sera e voglio andare a casa).

Lunedì mattina alle ore 9.30 sistemo le mie cellule, preparo i nuovi terreni, scongelo altre cellule, e poi mi dedico alle sue. Lui ha preparato una piastra di HaLa e una di U2-OS. Cioè, dobbiamo farci uno stock da tenere per il laboratorio per i secoli a venire e lui prepara una piastra?? Vabbé, amen, tanto non servono a nessuno e io ci perdo meno tempo.

Gioacchino si presenta alle 11.30 e…:

G.: "Ah, le cellule!! Hai cong…"
F.: "Si, fatto tutto, congelate e preparate per il riposo eterno."
G.: "….ah, si, non dubitavo che l'avessi fatto, volevo solo controllare, sai…"

Si, certo, certo. Ho proprio bisogno di uno come lui che mi controlli, altrimenti mi sentirei perso. Ho bisogno di uno come lui che mi (ci) procuri due linee cellulari che hanno tutti e che noi "non dovremmo neanche avere". Ho bisogno di uno come lui che controlla nel foglio excel per verificare che le cellule non ci siano, poi ci ripasso io e vedo che ce le abbiamo stoccate dal 1995 e poi dal '96, poi dal '99 etc.
Ho proprio bisogno di uno che mi faccia fare del lavoro extra come se non ne avessi già abbastanza di mio.

Ahh…. Gioacchino…. se non ci fosse bisognerebbe inventarlo!