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Dialoghi improbabili #10. – 416

Come sa chi segue da molto questo blog (da un annetto a questa parte) c’è una rubrica, a me molto cara, chiamata “dialoghi improbabili”. La maggior parte di questi dialoghi strani era dovuta ad incomprensioni tra Inglese e Italiano o tra culture diverse quando sono stato negli USA. Qualche volta però mi è capitato di avere un dialogo strano anche con persone Italiane come me, in particolare con la morosa! E questa sera, qualche minuto fa, c’è stato l’ennesimo esempio durante una telefonata via skype.

Filippo: “Cosa stai facendo amore?”
Morosa: “Guardando il film della zebra in TV.”
M.: “C’è la zebra che ha come allenatore un pony!”
M.: “E ci sono due mosche che fanno da ‘auricolarì per la zebra!”
M.: “…e poi c’è un caimano.”
F.: “Un caimano?”
M.: “Si, no, come si dice…”
F.: “Un coccodrillo?”
M.: “Noooo… un caimano, un…”
F.: “Un coccodrillo o un caimano?”
M.: “Noo dai!! Quella bestia col gozzo!”
F.:

F.: “Un tacchino??”
M.: “Noo… come si chiama, quello col gozzo, un cormorano! Mi veniva in mente condor!”
F.: ……..
F.: “Ah, ho capito, un pellicano.”
M.: “Ecco si, bravo, un pellicano! Proprio quello!”

….ed è pure laureata!

Dialoghi improbabili #9. – 388

Come ogni buon Italiano che si rispetti, pur essendo negli Stati Uniti da un anno ancora fatico a prendere la pronuncia giusta per certe parole. Questo vale soprattutto per le parole Inglesi che si usano anche da noi, ma che magari sono un po’ storpiate e/o dette in modo diverso. Ma vale anche per qualche altro vocabolo che mi/ci hanno insegnato a scuola, magari nel modo sbagliato. In ogni caso, senza farla lunga, ieri sera alle 21.30, tra un esperimento e l’altro, sono andato a mangiare al McDonald’s visto che il tempo per una cena decente scarseggiava.
Questo è stato il dialogo snervante con la cassiera:

Filippo: …e vorrei un panino “cleb” (pronuncia Italiana di club).
Cassiera: Cosa?
F.: Cleb!
C.: Cosa?
F.: Cleb!
C.: Cosa?
F.: Cleb!!
C.: Cosa?
F. guardando e indicando il cartello dei panini: Il numero 8!
C.: Ahh!! Un clab!
F. pensando: Si, vaffanculo. L’unico panino con un nome corto che inizia con C, ha una L subito dopo e finisce con B!!!

Elasticità mentale: sotto zero!! La stessa identica situazione era capitata al McDonald’s dell’aereoporto di Chicago con la morosa sei mesi fà.

Memoria corta. – 375

Ultimamente la morosa ha la testa tra le nuvole. Sarà che ha un sacco di cose da fare, sarà che è sempre impegnata con i suoi topetti, sarà tutto quello che volete, ma spesso quando parliamo via Skype succede qualche cosa di divertente (almeno per me). Dopo questo suo post dedicato alla sua perdità del senso della realtà, questo è quello che è capitato oggi.
Ore 14.10 a Madison, 21.10 a Losanna, parlando con la morosa che sta guardando la TV:

Morosa: Ah! Stasera fanno un film, vediamo “Tutto può succedere” chissà che film è.
M.: Con Jack Nicholson.
M.: Con Keanu Reeves.
M.: Con Diane Keaton. Ho capito, l’ho già visto, è tristissimo!
Filippo: Ah, si?
M.: Ma si, l’ho già visto, è quello dove Jack Nicholson è un asociale che vive da solo. è tristissimo.
F.: Primo, il film a cui ti riferisci si chiama “Qualcosa è cambiato” e non “Tutto può succedere”.
F.: Secondo, quello a cui ti riferisci è divertente e finisce bene.
F.: Terzo, l’abbiamo visto insieme.
M.: Con questo vuoi dirmi che ho fatto un casino totale?
F.: ….eh!

…per fortuna che tra i due sono io quello con la memoria corta…

Dialoghi improbabili #8. – 362

Oggi sono andato da una ragazza del laboratorio di fronte al nostro a chiedere un protocollo. Sono li, in piedi che le parlo e vedo un guinzaglietto rosso legato ad un vortex che va verso terra… e all’altra estremità c’è un gatto enorme dentro una gabbietta da trasporto che mi guarda. La tipa mi ha detto che è il suo gatto, l’ha portato qui oggi non so per quale motivo. Comunque è proprio un bel gattone a pelo lunghetto, grande oltre che ciccione che, effettivamente, occupa l’intera gabbia. Purtroppo non è uscito, ha solo messo la testina (testona) fuori quando l’ho accarezzato.
Ma la cosa interessante è il dialogo, tradotto parola per parola in Italiano, che c’è stato poco dopo con i miei colleghi:

Filippo: Carl-Erik, hai visto il gatto di Kathy? è nel loro lab!
Carl-Erik: Kathy del lab di fronte al nostro?
F.: Si, ha portato il gatto qui. è in una gabbietta nel loro lab.
C.: Ma è un gatto vero?
F.: Si, è il suo gatto.
C.: Ma è vero? Il gatto è vero?
F.: Si, è vero!
C.: Ma non è un gatto impagliato?
F.: No!! è un gatto vero!! è vivo, nella gabbietta!!
C.: Ma è proprio vero??
F.: (porco Giuda) Si, vai a vedere!

Dopo cinque minuti torna e nel frattempo è arrivata anche Amber in ufficio.

C.: Eh si! è enorme quel gatto! Occupa tutta la gabbietta!!
Amber: Quale gatto?
C.: Il gatto di Kathy. è nel loro lab.
A.: Ma è un gatto vero?
F.:

Io non pretendo di arrivare sempre al primo colpo ad ogni cosa, ma dovessi dirvi “andate a vedere il gatto di pinco pallino” voi mi chiedereste se è un gatto impagliato o se è vero???

Dialoghi improbabili #7. – 353

Visto che, finalmente, la segreteria ci ha sbloccato ben due codici che servono per fare gli ordini di materiale e reagenti da laboratorio, abbiamo provveduto ad ordinare! Questa mattina Amber mi chiede cosa ci serve, cosa non ci serve, dove prendere la roba, se so di qualche cosa che costa meno, se abbiamo urgenza, insomma… una valanga di piccole cose che ci hanno portato via una mezz’oretta buona.
Ma la parte più divertente è questo breve scambio di parole ovviamente tradotto in Italiano per comodità:

Filippo: …e poi ci servirebbero i tubini Eppendorf in plastica scura da 1.5ml.
Amber: Vediamo. Di scuri ci sono quelli normali o quelli con il “screw crap“…
F.: … (iniziando a ridere)
A.: ehh… uhmm… volevo dire “screw cap“!

E non abbiamo più trattenuto le risate! perchè i tubini sul sito erano con il “tappo che si avvita” (screw cap), ma un lapsus l’ha portata a dire “merda che si avvita” (screw crap)!

Insomma, può capitare a tutti, no?
E mezz’ora fa ho detto ben altro che “merda che si avvita” visto che dopo un’ora abbondante di lavoro ho centrifugato una piastra e ad un certo punto… STOK! Fermo la centrifuga, apro, la piastra del mio esperimento si è completamente frantumata inondando la centrifuga di SYBR Green (moderatamente cancerogeno) mentre, ovviamente, l’altra che usavo per bilanciare e di cui non me ne fregava assolutamente niente è rimasta perfettamente intatta!!
Questo è un segnale chiaro che mi dice: Filippo, per oggi la tua giornata lavorativa è finita!
Quindi me ne vò! Notte!

Dialoghi improbabili #6. – 312

Oggi c’è stato l’ennesimo dialogo improbabile… in realtà il dialogo è perfettamente plausibile qui negli Stati Uniti, dove le università sono ricche sfondate (o quasi), ma sarebbe stato forse improbabile in Italia dove bisogna fare economia su tutto, dove non ci sono soldi per la ricerca, soprattutto sulle piante.
In ogni caso questo è quello che ci siamo detti io e la prof. durante un breve incontro per fare il punto della situazione:

Filippo: …e quindi suggerirei di valutare l’espressione di questi geni così, così e così…
Prof.: Si si, molto bene. Quando arriva il materiale fai tutto.
F.: Bhe, forse bisognerebbe decidere quali geni studiare prima, perchè ho fatto due conti e ci costa circa $100 a gene se tutto va per il verso giusto.
P.: (faccia sconvolta) Oh mio Dio!
P.: (inizia a ridere allegramente) …bhe, qual’è il problema?? Non stiamo mica finendo i soldi!! Fai fai!
F.: ….

Forse non è un dialogo divertente e nemmeno tanto strano, ma se penso che quando in Italia dovevo fare la stessa cosa mi è stato risposto: “Eh, ma non ci sono soldi, trova un altro metodo o fatti pagare il materiale da qualcun’altro…”
Ecco, insomma, se penso a questo capisco quanto in Italia siamo messi male nella ricerca (e non solo).

Dialoghi improbabili #5. – 299

è vero, non sarò un granchè in inglese, a volte posso fare confusione con qualche parola, a volte invece mi manca qualche parola, non sempre capisco tutto quello che mi dicono soprattutto se si mettono a parlare a 350 bpm, ogni tanto sorgono incomprensioni di carattere “culturale”.
Ma a volte mi sembra di parlare con un muro!
Questo è il dialogo (di carattere biotecnologico, mi spiace per i non addetti ai lavori e mi spiace che sia un po’ lunghetto) che ho avuto qualche tempo fa con Joonyup, il Koreano nel mio lab:

Filippo: “Ah, sai, alla fine ho scoperto cosa non funzionava. è la DNAsi (un enzima) che si mangia anche l’RNA.”
Joonyup: “Sei sicuro? Come hai fatto a capirlo?”
F.:
“Bhe, avevo già il sospetto, ma ho provato la DNAsi della Invitrogen (marca dell’enzima incriminato) e quella della Promega (marca dell’altro enzima) e quella della Invitrogen si mangia tutto! Mentre l’altra funziona bene.”
J.: “Ah! Davvero? Ma sei sicuro?”
F.: “Si! Guarda: (gli mostro le prove del misfatto)”
J.: “Quindi vuoi dirmi che la DNAsi della Promega funziona meglio della Invitrogen?”
F.: “No, voglio dire che quella della Invitrogen non funziona più. Si è degradata o contaminata!”
J.: “Ah! Quindi dici che è meglio usare quella della Promega?”
F.: “Bhe… vedi tu…”
J.: “Ma quindi mi stai dicendo che quella della Promega è più efficiente?”
F.: “No, sto dicendo che quella della Invitrogen che abbiamo noi non funziona più. Si è degradata o contaminata!”
J.: “Ahh! Allora intendi dire che quella della Invitrogen è meno efficiente di quella della Promega?”
F.: “No, sto dicendo che quella della Invitrogen del nostro stock non funziona più. Si è degradata o contaminata! E l’altra che abbiamo funziona regolarmente.”
J.: “Ma come fai a dire che quella della Promega è più efficiente??”
F.: “Non hai capito… non sto confrontando le due marche e non ho detto che una è più efficiente dell’altra, ho solo visto che quello della Invitrogen che abbiamo noi non funziona più.”
J.: ….
F.: ….
J.: “Ah, ma quindi d’ora in poi suggerisci di comprare quello della Promega perchè è più efficiente?”
F.: ………..

Ora ditemi voi: avrei dovuto suicidarmi istantaneamente fracassandomi la testa contro il muro o commettere un omicidio strangolando un Koreano innocente?? Per fortuna che in quel momento sono arrivati tutti gli altri e abbiamo iniziato il lab meeting così il nostro dialogo è finito…