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Oh signore…. OH SIGNORE!! – 368

Meno di un’ora fa sono arrivate due studentesse a parlare con la dottoranda del nostro laboratorio che è TA (teaching assistant) per una classe di orticoltura-qualche-cosa. Non sto a riportare il dialogo perchè è stato lunghissimo, ma è incredibile la quantità di domande assurde che ste due ragazze le hanno rivolto. Poche domande prettamente “scientifiche”, molte domande generiche, e perfino lo spelling di alcune parole. Lo spelling. E non pensiate che fossero parole astruse come iso-butyl-propanoic-phenolic acid, ma erano cose tipo “senescence” (senescenza), “stock” (vari significati, ma in questo caso voleva dire tronco), oppure volevano sapere il significato di “green plants” (piante verdi, che sta ad indicare che una pianta non è legnosa come un albero ma è, appunto, verde tipo l’erba).
E lei ha passato un’ora abbondante a rispondere a domande del genere. Cose che in Italia un professore le avrebbe fatte uscire seduta stante dall’ufficio segandole all’esame per almeno cinque volte di fila.
Poi, quando se ne sono andate, ho chiesto lumi e mi ha detto che non hanno una base scientifica forte e questo giustifica tutto.
Mha… non so…
In ogni caso ho riferito ai colleghi che da noi non si va dal professore a chiedere cose del genere e loro mi hanno chiesto cosa deve fare uno che non capisce: arrangiarsi e rifare l’esame finchè non lo passa!!
E quando ho detto loro che al 98% dei prof Italiani non gliene frega niente se gli studenti passano o meno si sono messi a ridere… e mi hanno risposto che è dura da noi!
Non so, sarà che il sistema Italiano mi ha fatto il lavaggio del cervello, ma io ‘ste due le avrei liquidate in cinque minuti dicendo di procurarsi un buon dizionario!!
Voi che ne dite?

P.S.: Il fatto che gli anglofoni non sappiano nemmeno scrivere le parole che pronunciano o pronunciare quello che leggono è una cosa divertentissima… e nonostante tutto continua a stupirmi.

Com'è bello l'ombrello… – 324

Ieri è stato brutto tempo per tutta la giornata. Al mattino c’era una pioggia fastidiosa che ha solamente alzato il tasso di umidità, poi per fortuna ha smesso e verso sera la giornata si è volta al bello.
Ma lasciatemi descrivere gli usi e costumi degli Americani in queste situazioni.
L’ombrello non esiste. è un oggetto misterioso. Ogni tanto se ne vede qualche esemplare, ma l’uso di tale oggetto è pressochè sconosciuto. Chi lo usa lo fa solo per una qualche predisposizione naturale o per una specifica preparazione ottenuta con anni e anni di sacrificio.
Insomma… gli Americani si bagnano tranquillamente sotto la pioggia!!! Non è affatto raro vedere gente di ogni età che gira nel pieno di un acquazzone senza nessun riparo. è una cosa su cui rifletto da quando sono arrivato e non ho tutt’ora trovato una spiegazione convincente.
Tra le ragazze più giovani pare di moda, quando piove, indossare ciabatte infradito: evidentemente quando camminano tra le pozzanghere hanno la possibilità di lavarsi automaticamente i piedi.
Ma vediamo il caso di ieri in particolare.
Mattino, mi sveglio, lavatina, vestizione, colazione. Metto fuori la testa dalla porta e vedo che pioviggina e il tempo è decisamente tendente al temporalesco. Afferro il mio ombrello, lo apro e mi incammino verso la fermata dell’autobus dove aspetta una fanciulla sulla ventina rigorosamente senza ombrello e con infradito. Fortunatamente per lei è riparo sotto una micro-tettoia perchè nel frattempo la pioggia si fa più intensa. Io sono tranquillo vicino alla fermata con il mio ombrello.
Arriva l’autobus, saliamo. Ho una quindicina di minuti di viaggio prima di arrivare vicino all’università. In questo lasso di tempo mi guardo in giro ascoltando musica dall’iPod e constato che:
– Ci sono 15 persone, me compreso.
– Due persone hanno un ombrello, me compreso.
– L’altra con tale oggetto è una ragazza… pare più sveglia della media, ma mi accorgo che indossa infradito. Perde 100 punti all’istante.
– C’è un’allegra famiglia: madre Americana, padre Afro-Americano, bocchia di massimo un anno in carrozzina… Il più sveglio è il marmocchio che è mezzo al riparo. Perderà questa abitudine con l’età.
– Un uomo vestito completamente di bianco sembra distinguersi rispetto agli altri perchè pare un santone e perchè indossa un paio di stivaloni da pescatore in plastica verde. Non ha l’ombrello ma se non altro non si bagnerà i piedi.
– Un altro personaggio è un ragazzo sulla trentina che sembra uscito dal film “Cliffhanger“: maglietta e felpa in pile (vi assicuro che nonostante la pioggia non faceva freddo!), pantaloncini corti e scarponcini tecnici da montagna. Nulla più.
– Un ragazzetto di colore già bello che bagnato… deve essersi preso acqua almeno un’ora prima. Ha un vantaggio: almeno non si disidraterà.
Tutti gli altri sono “l’Americano medio” rigorosamente senza ombrello.
Arrivo alla mia fermata, la pioggia scende più copiosa, io apro il mio aggeggio infernale e mi incammino tranquillamente. Incrocio una ragazza senza ombrello e con infradito, mezza fradicia che mi guarda e mi sorride. Io la guardo, le sorrido, rifletto su tutto questo e, camminando, tra me e me penso: “Però… deve proprio scendere acqua santa….”

Dialoghi improbabili #3 – 289

Continua la saga dei dialoghi improbabili. Questo, che traduco direttamente in italiano per ovvi motivi, è avvenuto in auto al ritorno dal congresso di Chicago, subito dopo aver parlato di jack (post precedente). I protagonisti siamo io, Amber, Joonyup (il famoso Koreano!!) e Brad.

Amber: “…e comunque continuo a non capire a cosa serve il bidet!”
Filippo: “Come! Non sai a cosa serve? Per lavarsi!”
A.: “Si, si, lo so… ma non capisco perchè sia necessario! Nella casa dei miei genitori c’è, ma non lo usa nessuno.”
Joonyup: “Bhe, serve quando qualcuno ha le emorroidi! Si lava così passano prima!”
Risata generale di almeno un minuto.
F.: “Ma va là!! In Italia ce l’hanno tutti, ma non si usa solo quando si hanno le emorroidi!!”
Brad: “Forse è perchè lo usate sempre che non avete le emorroidi!”
F.: (ancora ridendo) “Non credo! Comunque lo si può usare anche per lavarsi i piedi! Se uno ha i piedi sporchi e non vuole o non ha tempo per farsi una doccia completa… Andrebbe bene per voi Americani.”
A.: “perchè?”
F.: “Vi togliete sempre le scarpe! E camminate spesso a piedi nudi nei luoghi pubblici!”
A.: “No, non è vero! Quando?”
F.: “Si che è vero! Ieri sera sulla pista da ballo dell’hotel metà delle persone era a piedi nudi.”
J.: “Si si, è vero.”
A.: “Ah… io non ho visto…”

La conversazione è stata veramente divertente, soprattutto dopo la sparata del Koreano sulle emorroidi! Ha fatto ridere tutti, tranne lui che era serio poverino. Certo, per quello scopo va benissimo, ma è utilizzato generalmente per l’igiene intima!
Comunque è divertente come la ragazza Americana abbia smentito il fatto che qui camminino a piedi nudi molto spesso. Invece è assolutamente vero. Ogni tanto ci sono persone del tutto rispettabili che si tolgono le scarpe in casa altrui o per la strada… inutile dire che i piedi sono in condizioni indecenti!
Comunque dopo questo discorsetto la collega non ha ancora capito le varie possibilità offerte dall’uso del bidet.
Ho una sola parola per descrivere tutto ciò: Americani!!
Giusto per la cronaca, in Korea hanno il bidet che è diffuso anche in India, Grecia, Spagna, Portogallo, Argenita, Uruguay e Venezuela oltre che in Italia. Nonostante il nome dell’accessiorio sia francese in Francia non viene proprio usato!

I cinque libri più importanti della mia vita. – 220

Ebbene si, ho ricevuto una nomination! Non per uscire dal grande fratello, ma per partecipare ad un meme interessante: i 5 libri più importanti della mia vita. Sono stato nominato da M1979 e colgo l’occasione per scrivere qualche cosa di “alternativo”. Premetto che ho letto un numero imprecisato, ma piuttosto alto, di romanzi, saggi e libri di ogni genere, per cui nell’elenco ci saranno libri importanti e che mi sono particolarmente piaciuti, ma da qui a dire che continueranno ad essere i più importanti ce ne passa!
Comunque eccoli in ordine di lettura:

1. Cose preziose, di Stephen King. Questo mi è stato prestato alle medie, mi pare, e da questo è nata la mia passione per i libri horror, e non, di questo autore. Infatti Stephen King ha scritto anche dei libri “fantasy”, se così li possiamo chiamare, facenti parte del ciclo della Torre Nera.

2. Fondazione anno zero, di Isaac Asimov. Mi è stato regalato per un compleanno, nel ’93 quando è uscito, e mi ha decisamente colpito! Da questo libro è nata la mia passione, invece, per Asimov (di cui ho letto quasi tutti i romanzi) e per il suo particolare tipo di fantascienza. Ovviamente poi ho letto tutti i libri del Ciclo della Fondazione e i famosissimi libri sui Robot. Per pura coincidenza due giorni fa ho citato uno dei racconti, che mi sto rileggendo, di questo autore.

3. Centomila gavette di ghiaccio, di Giulio Bedeschi. Incredibile romanzo autobiografico che riporta la disfatta degli alpini in Ucraina durante la seconda guerra mondiale. Dello stesso autore c’è anche “Il peso dello zaino”, che però non ho letto, ma è in elenco tra tutti i libri che mi mancano.

4. La notte, di Elie Wiesel. Romanzo autobiografico di Wiesel un ebreo deportato nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald a cui è sopravissuto grazie alla liberazione nel ’45 da parte degli alleati. è un libro che ho letto in due giorni!

5. La scomparsa di Patò, di Andrea Camilleri. Nonostante mi fosse stato consigliato da mia morosa non avevo nessuna voglia di leggerlo. Poi però l’ho iniziato e non ho potuto che finirlo! Davverò interessante e divertente, soprattutto per il modo in cui è scritto. è un libro particolare!

E ora che ho eseguito il mio compito passo la palla a: Chiara, Andrea, Edoardo e Marica.
Ciao!!

P.S.: I quattro sopracitati soggetti sono invitati a scrivere un post simile sui propri blog e a diffondere il verbo. Ovviamente chiunque lo desideri può scrivere uno, cinque, cento, mille libri importanti nei commenti!! Fatevi avanti!