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Ai spic inglish, tu capish’mi?

Circa 20 giorni fa sono andato dalla Signorina Rottenmeier (no, non è l'acida governante del cartone "Heidi"), una PhD student di un laboratorio confinante, per chiederle un favore. Avendo bisogno di alcuni topi di una linea particolare che usa lei, mi faccio avanti e le chiedo:

Filippo: "Ciao Signorina Rottenmeier! Come va? Ho un favore da chiederti. Per caso hai qualche femmina di Black 6 con la mutazione xyz in omozigosi che ti avanza?"
Sig.na Rottenmeier: "Si certo!! Quante te ne servono?"
F.: "Come 'quante te ne servono?' ne hai così tante che non usi?"
Sig.na R.: "Si, ne ho parecchie. Le ho ereditate dalla PhD che ha finito e io non le uso tutte. Te le do volentieri se ne hai bisogno."
F.: "Bhe, non vorrei chiedertene troppe… visto che sono omozigoti, uhmmm…. diciamo… due?"
Sig.na R.: "Ah solo due? Nessun problema. Ne ho proprio tantissime."
F.: "Ah, ma ne hai davvero così tante?"
Sig.na R.: "Si, davvero. Ne vuoi di più?"
F.: "Bhe detto così… vediamo… ne avresti quattro per caso?"
Sig.na R.: "Si, nessun problema. Te ne tengo quattro da parte. Anzi, facciamo così, se mi dici dove devo fartele trasferire faccio subito richiesta così poi ti arrivano la settimana prossima."

Riferisco alla Sig.na Rottenmeier il numero del rack e della stanza dello stabulario e la ringrazio della disponibilità.
Passa il fine settimana, e il Martedì non arriva ancora niente nella nostra stanza.
Vabbé, io e la moglie pensiamo che la Sig.na Rottenmeier non abbia fatto in tempo a richiedere lo spostamento dei topi agli addetti dello stabulario e decidiamo di attendere qualche altro giorno.
Finisce la settimana e inizia quella nuova e ancora niente.
A quel punto ho mandato una mail alla Sig.na Rottenmeier chiedendo se avesse richiesto il trasferimento e la risposta è stata:

I just need to check how many ladies I have. I have none in stock right now (as i told you) and i need to check whether the pups are old enough.

Devo solo controllare quante femmine ho. Non ne ho di scorta al momento (come ti ho detto) e devo controllare se i cuccioli sono vecchi abbastanza (per darteli n.d.r.).

Ecco, il dialogo avvenuto 20 giorni fa era in Inglese. Io ho capito benissimo che lei avesse TANTE femmine e che poteva darmene quante ne volessi. Addirittura del genotipo che desiderato, senza problemi.
La Sig.na Rottenmeier voleva solo il numero della stanza per fare subito la richiesta di trasferimento e poi mi viene a dire che non ha femmine e che me l'aveva pure detto…

Bho, io starò anche invecchiando e mi starò rincoglionendo, ma spesso ho l'impressione che ci siano grandi, grandi problemi di incomunicabilità.

Ventolina: again.

Ieri avete avuto l'occasione di comprendere un po' la personalità e i vizi di Ventolina, il PhD student Taiwanese del laboratorio a noi confinante. Oggi continuo un po' per approfondire ulteriormente lo studio del soggetto in questione.
Dicevamo che Ventolina è sempre alla ricerca del risparmio in tutte le sue forme: risparmia sul cibo, risparmia sull'affitto, risparmia sugli acquisti, risparmia su tutto. Allo stesso tempo, però, è un acquirente compulsivo: compra tanto, ma davvero tanto.
Le due cose non dovrebbero andare di pari passo, se non che Ventolina quando compra qualche cosa (tipo quattro computer o sei paia di cuffie) è consapevole di aver risparmiato comprando ogni singolo prodotto al prezzo più vantaggioso, e quindi è felice come un tricheco steso al sole. Poco importa che complessivamente abbia speso tanto.
Lui è felice e sorridente. E' contento e convinto di aver sempre fatto un affare.
Ecco qualche altro episodio che potrebbe aiutarci(vi) a capire meglio la situazione:

Ventolina ogni tanto torna in patria. Quando va a Taiwan passa poco tempo con la famiglia, perché vuole viaggiare. Prenotando gli alberghi con largo anticipo spende pochi soldi. "Sooooooo cheeeeeeaaap". Di fatto alloggia sempre in hotel con centomila stelle, saune, massaggi, piscine, etc. etc.
E siccome ha pagato, fuori fa caldo e l'hotel offre tanti svaghi, lui resta dentro e prova tutto quello che c'è (gratis) da provare. In pratica il viaggio a "casa" è un passare da un hotel all'altro.

La scorsa primavera Ventolina ha avuto un periodo di crisi. Era stanco del dottorato, non gli riuscivano gli esperimenti, e quindi ha pensato di dedicarsi al turismo. In pratica ci ha detto che aveva programmato di girare per l'Europa durante tutti i fine settimana da Aprile 2010 a Settembre 2010. Tutti gli alberghi, i voli, le attività erano "sooooooo cheeeeeeaaap" da essere irrinunciabili.
Detto fatto Ventolina ha iniziato a viaggiare. Partenza il Venerdì pomeriggio, ritorno la Domenica notte o il Lunedì mattina. Per tutti i fine settimana. Ovviamente continuando a lavorare dal Lunedì al Venerdì.
A metà estate ci ha confessato a malincuore di dover rinunciare al suo programma, perché era così stanco che invece di visitare le città se ne stava chiuso in albergo a dormire.

Quando l'abbiamo aiutato per il trasloco, Ventolina mi ha detto che vorrebbe andare a visitare Roma (o qualche albergo?). Mi ha chiesto qual'è il modo più economico per arrivarci da Losanna: meglio treno od aereo? Visto che non ne ho idea (mai andato a Roma da Losanna) gli ho detto di venire il giorno dopo da me a controllare i costi dei biglietti per farsi un'idea.
Inoltre gli ho suggerito di prenotare in anticipo che a volte ci sono sconti anche sui treni.
A quel punto ha iniziato la sua tiritera:

Ventolina: "Ma dimmi più o meno quanto costa".
Filippo: "Non lo so."
V.: "Ma una cifra indicativa."
F.: "Non so, dipende dal treno." 
V.: "Ma dimmi un numero. Tanto per capire."
F.: "Non ne ho idea!! Guardiamo domani su internet."
V.: "Ahh…. si vede che non sei abituato a viaggiare in treno…."
F.: …..
V.: "Ma proprio non sai?"
F.: "Saranno (cifra a caso per farlo stare zitto) 100 euro o più."
V.: "Davvero?? Così tanto? Sono un sacco di soldi! Ho fatto il giro della Germania in treno e ho speso meno. In Germania è sooooooo cheeeeeeaaap!"
F.: …..

Ma boia… vuoi andare a Roma? Il prezzo è quello. Fare il giro della Germania costa meno? E comprati un biglietto da Berlino a Dresda visto che è sooooooo cheeeeeeaaap! Poi non dirmi che vuoi andare a Roma però.
Vabbé, la moglie dice che me la prendo troppo, Ventolina sarà anche fatto così, ma a volte proprio non lo capisco.
Certo, se non ci fosse bisognerebbe inventarlo…

Ventolina.

Scusate l'assenza, ma in questi giorni il lavoro è davvero opprimente. Per risollevare lo spirito invece che parlare dei miei colleghi, oggi scriverò di un nostro vicino di laboratorio, Ventolina.
Ventolina è un PhD student Taiwanese nostro amico piuttosto micragnoso e perennemente attento ai soldi che spende nonostante ne spenda tanti. La moglie ha già raccontato alcune delle sue avventure tipo quando stava diventando matto per risparmiare 10 franchi su un biglietto d'aereo o quando ha comprato su internet 4 (QUATTRO) computer portatili.

Bene, Ventolina ha traslocato e io e la moglie l'abbiamo aiutato a trasportare tutta la sua roba in giro per le cantine di amici e conoscenti. Tra l'altro abbiamo spostato otto scatoloni JÄTTENE (58cm x 35cm x 41cm) pieni di DVD.
8 scatoloni.
Pieni.
Di DVD.
DVD che Ventolina ha acquistato on-line perché erano "sooooooo cheeeeeeaaap". Serie TV e film ancora chiusi e mai guardati. 3-4 copie di cofanetti speciali perfettamente imballati.
Ora Ventolina li deve vendere, ma non vuole ridursi a venderli per 1-2 franchi a DVD, lui vuole guadagnarci. Se possibile vorrebbe prendere più di quello che ha speso, quindi è continuamente in trattative telefoniche con possibili acquirenti.

Ventolina ha comprato due iPod Touch da 64Gb. Perché due? Perché ha fatto lo stesso errore dei quatro computer: ha fatto tante offerte contemporaneamente su Ebay e, sfortunatamente, le ha vinte tutte.
E quindi ha comprato un iPod Touch a 300 franchi e l'altro a 340 franchi. E uno dei due l'ha venduto a 350 franchi. Così alla fine ha pagato il suo solo 290 franchi…. "sooooooo cheeeeeeaaap".

Ora Ventolina sta cercando di vendere le 6 (SEIIII!!) paia di cuffie che ha comprato. "Perché sei?" – direte voi – "Ha vinto sei aste online anche per le cuffie?". No, in questo caso ha comprato di proposito sei paia di cuffie. Le ha comprate per provarle tutte per capire qual'è la migliore. Perché nei negozi non si trovano tutti quei modelli. Perché le recensioni su internet dicono che "sono tutte buone". Perché infine erano tutte "sooooooo cheeeeeeaaap".
Ora le vuole vendere per provarne delle altre. E si è perfino trattenuto dal comprarne un paio da 800 franchi.

Ventolina ha visto su internet un impianto surround della Bose che pare davvero bello. Un vero affare. "Sooooooo cheeeeeeaaap". E' interessante soprattutto ora che ha venduto il vecchio impianto surround della Philips; è rimasto senza e quindi ci sta facendo un pensierino.

Ventolina, fortunatamente, ha chiesto alla banca di mettere un limite di 600 franchi alla sua carta di credito.
Non oso immaginare cosa potrebbe succedere se avesse un limite di 5000 franchi…

Ma siamo scienziati o cosa?

Vi ricordate dell'ofego, la PhD student Belga? Quella brutta brutta brutta, appiccicosa come la melassa, che guarda nei computer degli altri, che si intromette in tutti i discorsi anche quando non è il caso e quando non è interpellata e quando non sa di cosa si stia parlando e quando sarebbe meglio che stesse zitta?
Bhe, a volte fa proprio ridere. O disperare.
In questo periodo sta usando una linea di topi transgenici che dovrebbero avere alcune cellule del pancreas verde fluorescente. Per qualche motivo sconosciuto invece che avere solo il pancreas verde, gli embrioni di questi topi sono tutti verdi dalla testa alla coda. Ora, non sto a descrivere il perché e il percome, fatto sta che ha avuto luogo la seguente conversazione tra lei e mia moglie:

Ofego: "Sai Chiara? E' successa una cosa stranissima. Gli embrioni erano tutti verdi."
Chiara: "Ah si? Come mai? Hai sbagliato incrocio? Hai sbagliato linea?"
O.: "Certo che no! Non ho sbagliato!! Sono solo tutti verdi!"
C.: "Si, ma ci sarà un motivo. Se hai fatto giusto l'incrocio tra i genitori e i piccoli sono tutti verdi forse vale la pena di investigare…"
O.: "Non c'è niente da investigare! Li ho buttati via, perché questa è una di quelle cose che non si potranno mai capire. E' uno dei misteri della scienza."
C.: ….

Cantiamo tutti in coro:
Mistero della feeeedeeeeeeeee…..

…ma è esterno…!

Ormai non lo ripeto più. Il vicecapo NAT è proprio del tutto tecnolesa e ha una repulsione per computer e tutto quello che ha a che fare con la tecnologia. Pace, capita.
Purtroppo questo porta sempre a situazioni inverosimili che mi coinvolgono direttamente visto che "me ne intendo di computer" e che sono seduto dietro di lei.
Indi per cui la settimana scorsa…

NAT: "Filippo, posso chiederti una cosa?"
Filippo: "Certo, dimmi!"
NAT: "Eh, devo fare l'upload di alcuni files con le sequenze su un database online, ma mi chiedono dei file di testo e questi invece sono tar.gz."
F.: "Si, sono compressi. Prima sono impacchettati col tar e poi compressi con gzip. Devi aprirli facendo così e cosà e poi colà e alla fine hai il txt proprio qui."
NAT: "Ahhhh!! Grazie mille! Ma chi lo sapeva cos'era sta roba. Tarball. Ah ah ah!! Ma pensa te!"
F.: "Eh… già… pensa te…"

Dopo una mezz'oretta:

NAT: "Ah, che roba… io non so… non capisco… bho. Filippo, tu sai cos'è questa roba?"
F.: "Vediamo… cosa devi fare?"
NAT: "Ai file di prima mi chiedono di allegare un file Excel con questo, quest'altro, quell'altro, e un codice MD5. Sai cos'è?"
F.: "Si, l'MD5 è questo."
NAT: "Ahhh… grazie!! Sai come si ottiene?"
F.: "Si certo."

Facciamo col Mac che ha una procedura davvero semplice:

1° aprire il terminale
2° scrivere openssl md5 [nomefile]
(Sostituire "md5" con "sha1" se volete conoscere l'hash SHA-1.)

Nel nostro caso ottenere l'MD5 di files di testo da 8Gb ha richiesto parecchi minuti. Comunque alla fine il vicecapo ha ottenuto quello che voleva.

Dopo un paio d'ore:

NAT: "Filippo, ma come faccio a caricare sul loro sito questi files?"
F.: "Eh non so, cosa dicono loro?"
NAT: "Dicono, bla bla, cartella, bla bla, sequenze, bla bla, zip, bla bla, comprimere, bla bla, upload, bla bla…"
F.: "Si, in pratica devi metterli tutti insieme e ri-comprimere tutto con Zip perché 12Gb di roba sono troppi. Devi fare così e colà."
NAT: "Ah! Grazie mille! Davvero, se non ci fossi tu avrei perso mezza giornata."
F.: (no, così con il mio aiuto ci hai perso mezza giornata, se non ci fossi io avresti perso una settimana) "Si, figurati…"

Dopo due ore:

NAT: "Ohhhh…. finalmente!!! Ho finito!!"
F.: "Tutto questo tempo ci ha messo a comprimere?"
NAT: "No, ci ha messo meno, ma sai, i file erano sul disco esterno USB e quindi per lavorarci ho dovuto copiarli sul Desktop."
F.: "Perché?"
NAT: "Come perché? Erano sul disco esterno!! La roba che è sul disco esterno non è NEL computer. Quindi quando la vuoi usare prima la copi nel computer e poi ci lavori!"
F.: "Ah. Ahhhh. Capisco."

E scoraggiato mi sono girato a fare le mie cose.
Alla fine comunque il vicecapo ha mandato i suoi file al database per caricare i 6Gb di dati finali ci sono volute un paio di orette, ma lo scopo è stato raggiunto. Tutto è bene quel che finisce bene…

Super-mega-iper-ultra-new.

Al lavoro, come detto altre volte, usiamo dei criostati per sezionare i campioni di tessuto in fettine da 7 micron. L'apparecchio tiene a -28 °C il campione che, con una lama affilatissima, viene tagliato una fetta per volta. Queste fettine di tessuto inglobato in gelatina vengono raccolte su vetrini da microscopio per essere poi analizzate.
Come potete immaginare, e se non lo immaginate ve lo dico io, delle fettuccine di 7 micron di gelatina sono molto, molto sottili. Talmente sottili che durante il processo per tagliarle si arrotolano su loro stesse e in quel caso si possono buttare nel cesso.
Per evitare questo problema ci sono due vie possibili:
1. usare un pennellino molto sottile per tirare la fettina man mano che viene tagliata (tecnica molto lenta e non sempre funzionante)
2. usare una anti-roll plate (standard in tutti i criostati che usiamo)

L'anti-roll plate è un rettangolo di vetro con i bordi super-affilati che costa un sacco di soldi. Ogni laboratorio ha le sue placchette perché si rovinano facilmente e quando lo spigolo della piastrina è sbeccato si può buttare con le fettine suddette: giù per il cesso.

L'abilità nel tenere con cura una placchetta sta nelle mani dell'operatore: da noi ci sono alcuni che le farebbero durare per sempre, altri che le rovinano appena iniziano ad usarle. Qui avrei altre cose da dire, ma non è questo il punto.
Il fatto è che, dato che si rovinano, le placchette vengono ricomprate. Quelle vecchie non vengono buttate via a meno che non siano veramente distrutte, quindi il nostro beneamato tecnico quando arrivano le placchette ci scrive sopra la data d'arrivo e ci scrive "New". Ovviamente quando la placchetta "New" diventa un po' vecchia e ne arriva una più nuova non può scriverci di nuovo "New", quindi ci scrive "Ultra-New".
Ultra-New… ma è possibile? Ma che casso vuol dire "Ultra-New"! E quando ne arriva un'altra ancora? Cosa ci scriverà? "Super-Ultra-New"??

Pazienza, l'ho sempre detto che ha dei problemi, non c'è molto da fare. Solo che la cosa si estende anche agli altri colleghi per cui è normale che quella più nuova sia "Ultra-New" e se il deficiente non ci scrive niente sopra loro non sanno riconoscere la placchetta più nuova…
Che poi resta nuova per poco visto che i 2-3 soggetti dalle mani di pastafrolla rovinano le piastrine nuove nel giro di una settimana e quindi la "Ultra-New" diventa subito "Barely-Usable".

Pazienza.
Se riesco oggi giro un filmatino per mostrare come si taglia al criostato.

37, 38, 40, 41, 48…. tombola!

Secondo la moglie ha troppe cose per la testa e ha troppa fretta. Secondo me è distratto e non pensa mai a quello che sta facendo, ma a quello che dovrà fare. In ogni caso Pompelmo ha dei grossi problemi, ma proprio grossi!! E' perfettamente consapevole di non riuscire mai a fare un esperimento giusto al primo colpo, mette sempre in conto di doverlo ripetere. Si taglia spesso nei modi più impensati, rompe vetreria di laboratorio un giorno si e uno anche, sbaglia a scrivere e non si ricorda mai quello che scrive (giusto o sbagliato che sia…).
La settimana scorsa il tecnico, Nostra Signora V. M., si avvicina a Pompelmo e…

Nostra Signora V. M.: "Pompelmo, una piccola domanda…"
Pompelmo: "Si, dimmi."
N.S.V.M.: mostrandogli il quaderno con i numeri dei topi "Qui non capisco bene… mi pare che ci sia un problema con i numeri."
P.: "Ahhhhhhhhh! Noooooooooo!! Ancoraaaa! Non è possibile! Ho sbagliato! Ahh, che stupido! Ho sbagliato!!!"
N.S.V.M.: "Ah ok, mi pareva di non capire infatti."
P.: "Eh, si… spetta che controllo i numeri sui campioni di orecchie di topo… ah si, sono sbagliati anche qui. Aspetta che controllo sulla piastra con gli embrioni. Ah, anche sulla piastra sono sbagliati… ti pareva…"
N.S.V.M.: "Ok, va bene, fa lo stesso."

Il tecnico prende e se ne va, e Pompelmo ride e ride e ride e ride. La moglie ride e ride e ride e ride. Io guardo Pompelmuccio e non capisco. Gli chiedo spiegazioni e…

Filippo: "Ma cosa succede? Cosa hai sbagliato?"
Pompelmo: "Ah niente! Ho sbagliato a dare i numeri ai topi."
F.: "Come hai sbagliato?"
P.: "Si, il numero da cui dovevo partire era 36, quindi io ho scritto 36, 37, 38, 40, 41, 48, 50."
F.: "Scusa, ma i numeri in mezzo?? Che fine hanno fatto?"
P.: "Eh, mi sono sbagliato! D'altro canto mi succede sempre. E' così ogni volta. Secondo me il tecnico pensa che lo faccia apposta per farlo innervosire…"
F.: ….

La moglie mi ha confidato, in privata sede, che Pompelmo OGNI VOLTA sbaglia i numeri dei topi. Tutte le sacrosante volte lui li sbaglia e il rincoglionito del tecnico, nonostante sappia in partenza che Pompelmo ha sempre problemi a contare, tutte le sacrosante volte va a dirgli che non capisce…

Ho riportato i fatti così come sono accaduti, non ho altro da dire vostro onore.

Igiene alimentare #3.

Forse qualche lettore si ricorderà un paio di post scritti parecchio tempo fa riguardo intitolati "Igiene alimentare" e "Igiene alimentare #2". Non vi ricordate? Riguardano la Pancetta e la sua tazza da tè sporca, unta e bisunta. La tazza che lei non lava MAI. La tazza incrostata e lercia con le bustine di tè lasciate dentro a seccare. La tazza che lei usa quotidianamente nonostante sia più igienico bere l'acqua da un sottovaso.
Se non vi ricordate guardatevi questo e questo post.

Bhe, quando ho fatto quelle foto credevo che la Pancetta fosse l'unica ad essere così sporca e sudicia da poter anche solo pensare di bere in quello schifo, ma evidentemente sono stato troppo ottimista.
C'è di peggio.
L'ofego, la PhD Belga, fa perfino più schifo della Pancetta! Non solo ha la stessa abitudine dell'altra per quanto riguarda il tè…. ma pure per quel che riguarda il caffè!!
Si: la sua tazzina da caffè è più sporca del secchio del mocio.

E come sempre, per provarvi quello che dico, ecco due foto dello schifo:

Questioni di pronuncia

Come saprete il Francese, come l'Inglese e moltissime altre lingue, è una lingua non-fonemica, mentre Italiano, Spagnolo, Greco e poche altre sono lingue ad ortografia fonemica. Cosa vuol dire? In pratica noi pronunciamo (fonema) quello che scriviamo (grafema) con pochissime eccezioni, mentre Inglesi e Francesi (parlo di questi perché ho a che fare con loro quotidianamente) hanno regole di pronuncia spesso indipendenti dall'ortografia.

Per fare qualche esempio, in Inglese "pear" (pera), "pair" (pari) e "pare" (pelare) si pronunciano nello stesso modo: /peə(r)/ (pèar).
In Francese "lai" (poema), "laid" (brutto), "laie" (femmina di cinghiale) e "lait" (latte) si pronunciano tutti /lε/ (lé).

Conoscendo questi "problemi" linguistici di anglofoni e francofoni non dovrei stupirmi di quando non sanno come scrivere una parola che hanno appena pronunciato. O di come sbaglino (in particolare i Francesi) a scrivere un verbo o addirittura un sostantivo. Eppure questa cosa mi sconvolge. Ogni sacrosanta volta mi sembra impossibile che facciano questi errori.
La moglie, grammar-nazi, è ancora peggio. Lei non si stupisce, sa benissimo che sbagliano, ma nonostante questo li critica sempre. Ogni volta si incazza a vedere che fa meno errori di un Francese… (pure il topetto una volta le ha detto "scrivi meglio di me").

Per questo proprio ieri…

Filippo: "…oh, guarda. Pompelmo ha scritto "mongolfiere" sotto una foto che ha fatto. Ma "mongolfiere"?? Non si scrive "montgolfiere?"
Moglie: (distratta e distante) "Si si…"
F.: "Si si cosa? Mi ascolti? Alza gli occhi dal computer e rispondimi."
M.: "Si, dicevo, è sbagliato."
F.: "Ma come casso ha fatto a sbagliare. Perfino io che parlo Francese come un cammello (cioè non lo parlo) so che si scrive montgolfiere."
M.: "Ma si, è il solito errore… la "T" in quella parola non la pronunciano, quindi non l'ha scritta."
F.: "Si, ma caspita… sti Francesci quando vanno alle elementari imparano le parole? I maestri non gli correggono gli errori??"
M.: "Bhe, bisogna sempre vedere se i maestri se ne accorgono……."

E detto questo siamo partiti a ridere come sempre quando si tratta di questioni di manifesta imbecillità…

Delle frodi, incompetenza e dilemmi informatici (parte 2):

Dopo il tentativo di frode subito, la NAT è tornata alla carica per dirmi cosa è successo…

NAT: "Sai, il computer era pulito."
Filippo: "Ah si? Hai fatto la scansione con l'antivirus e con l'antispyware? Tutto bene?"
NAT: "Si si, non c'era niente. Poi ho anche chiamato la società della carta di credito."
F.: "E cosa ti hanno detto?"
NAT: "Si sono messi in moto per fare subito dei controlli, ma non sono stati usati soldi tranne che da me. E comunque ora sono avvisati e controlleranno il conto ancora più frequentemente."
F.: "Ah bene. Meglio così."
NAT: "Si, davvero. Poi non uso l'e-banking, quindi sono sicura che non ci siano problemi. In ogni caso anche la banca mi ha detto che è tutto a posto."
F.: "Ottimo!"
NAT: "Sai, sono ancora stupita di come abbia fatto mia figlia a cascarci. Insomma, i miei figli (la figlia ha 20 anni, n. d. r.) al giorno d'oggi vanno in giro per il mondo, si arrangiano a fare tutto, ma guarda qui… per certe cose sono proprio imbambolati. Non capisco come abbia fatto a cascarci in una cosa del genere…"
F.: "Bho, in effetti… sai, di solito non ti chiamano a casa per controllarti il computer…"
NAT: "Infatti. E poi, pensa, l'hanno pure convinta che può aver preso un virus sul Mac. Ma non esistono virus per Mac, giusto?"
F.: "Bhe, diciamo che si contano sulle dita di una mano ed è molto improbabile che ne abbia preso uno…"
NAT: "Si, ma poi… le hanno detto che l'ha preso col Wi-Fi. E lei ci ha creduto. Ma ti rendi conto?? Come ha fatto a crederci??? Che ingenua… insomma… come è possibile pensare che un virus passi nell'aria, attraverso il wireless…"
F.: …..

E' seguita una breve spiegazione sul fatto che dati o collegamento internet trasmessi via Wi-Fi (wireless) o tramite cavo sono esattamente la stessa cosa e un virus passa sia via cavo che via etere, ma non mi è sembrata molto convinta.
Ahhh, se solo bastasse essere connessi via wireless per non prendersi virus…