La cena un po’ così…


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Ormai quasi un mese fa tutto il lab è stato invitato a cena dalla Pancetta1 per festeggiare la fine del suo dottorato. In Italia un classico invito a pranzo/cena non prevede grandi cose: l'invitato di solito porta, che ne so, un mazzo di fiori, una piantina, una scatola di cioccolatini, o un dolce se viene richiesto dall'ospite. Qui funziona un po' all'Americana: la Pancetta1 ci ha invitati e ci ha detto di portare dolce, pane, insalata, insalata di pasta, e chi più ne ha più ne metta. Può anche starmi bene, non mi lamento, se non fosse per il fatto che ha avvisato la gente di portare qualche cosa alle 17.00 del pomeriggio prima (che per la cronaca è orario di lavoro e i negozi qui chiudono alle 18 o 19).
Pace. Il vicecapo NAT, dopo aver detto a tutti che la Pancetta1 si è comportata male, che avevamo poco preavviso, etc., ha detto che non sarebbe venuta perché il figlio (di 15 anni) era a casa da solo. Noi abbiamo fatto una corsa al supermercato per comprare gli ingredienti per il tiramisù, perché la signorina non voleva un dolce qualsiasi, ma proprio quello. Pace di nuovo.
Morale della favola, il giorno dopo la NAT, avendo saputo che sarebbe venuto anche Palle alla cena (si, si chiama Palle di nome ed è un "famoso" prof) ha detto che "mio figlio mi ha appena chiamata e mi ha detto di non rinunciare alla cena di laboratorio". Si, figuriamoci che cosa gliene frega al figlio. Poi ha continuato con un "non ho niente da portare, ma non importa perché all'ultimo pic-nic io ho portato due cose". No comment.
Noi abbiamo portato una bella pirofila di tiramisù e siamo ancora in attesa che la Pancetta1 ci restituisca la pirofila perché… l'ha rotta. Ci ha detto qualche giorno fa che l'avrebbe ricomprata subito (eh certo, è passato un mese, fai con comodo cara) e ancora non si è vista. Ho come il sospetto che se la rivedremo passerà moooolto molto tempo.