Spesso mi rendo conto di come il lavoro che facciamo (io e la moglie) ci abbia cambiati profondamente. A parte i risvolti socio-culturali di cui parlerò in un altro momento, ci siamo trovati in due occasioni ad osservare con curiosità due roditori.
Attenzione che non si trattava di coniglietti, ma rispettivamente di un ratto probabilmente uscito dalle fogne (Rattus norvegicus) e di un topino selvatico (Mus musculus). Sarà che con topi e ratti ci lavoriamo e non ci spaventano, sarà che siamo abituati a prenderli in mano, ma se ci capita di vederne uno ormai lo osserviamo con genuino interesse.
L'episodio del ratto è stato emblematico. Tornando a piedi dal supermercato vicino a casa ci siamo accordi di un ratto tutto bagnato (aveva piovuto, ma la moglie insisteva a dire che venisse da qualche tombino ed è probabile che fosse così) che se ne stava immobile in un angolino. L'animale era evidentemente impaurito e noi ci siamo avvicinati per vederlo meglio. Un passante (ragazzo sulla trentina), visti i due ebeti che guardavano fissi lungo un muro, ha cercato di capire cosa stessimo osservando. Una volta accortosi che l'oggetto del nostro interesse era un ratto di 20cm buoni, se n'è andato a passo veloce dicendo "che schifo, che sporco, che pericoloso".
Inutile dire che noi siamo stati ancora lì a guardare con la moglie che diceva "che carino, sembra proprio uno dei miei topetti, solo un po' più grande".
Il secondo episodio è stato durante un giro all'arboreto di Aubonne, un posto, non molto distante da Losanna, con alberi tipici non solo della Svizzera, ma un po' di tutto il mondo. Qui abbiamo visto dei topini selvatici che siamo rimasti a guardare incantati con la gente che ci passava dietro e non capiva cosa cercassi così insistentemente di fotografare. Il tutto accompagnato, anche questa volta, da una serie di "che carino, che bellino, ce lo portiamo a casa" etc. etc.
Qui sotto potete vedere una foto del topino selvatico (click sulla foto per un ingrandimento). Se volete vedere altre foto scattate all'arboreto cliccate qui.
P.S.: senza volerlo pure la moglie ha pubblicato, ieri sera, la sua versione del nostro incontro ravvicinato.