Pompelmo è francese (tanto per cambiare). E' nel nostro laboratorio da sei mesi e poco più. E' laureato e ha già fatto più di un anno e mezzo in almeno 3 laboratori diversi ed ora è ufficialmente dottorando da noi. E' completamente rincoglionito. Quando deve presentare qualche cosa inizia almeno un mese prima ad imparare a memoria (nel vero senso della parola!!!!) la presentazione ripetendola ad libitum a chiunque. Sempre nel mese di preparazione inizia a chiedere a tutti quello che non sa e non capisce, ma lo chiede in modo subdolo del tipo: "Come diresti tu in Inglese questa cosa? Io non so proprio come dirlo…." (non lo sa dire nemmeno in Francese, perché non ha capito una mazza). Incita tutti a fargli domande, così si può preparare (a memoria ovviamente) le risposte. Tutto questo per presentare alla commissione di selezione della scuola di dottorato la sua tesi di laurea su cui ha lavorato per un anno e che ha già presentato (alla laurea ovviamente). Non dico altro. Pompelmo mi ha fatto girare i conigli piuttosto violentemente negli ultimi 5 giorni. Sono sei mesi che lui fa solo immunoistochimiche con i soliti 4 anticorpi in croce. Pancetta1 la settimana scorsa viene da me e mi chiede:
Pancetta1: "Mi serve l'anti-Pdx1, ma ultimamente ho dei problemi, a te ha funzionato? Non so, non capisco più a che diluizione devo usarlo…"
Filippo: "Si, ha funzionato molto bene anche, andiamo a vedere insieme la diluizione."
P1.: "Uhmmm… ma questo non è diluito, è quello concentrato."
F.: "Strano, ne avevo aperto uno 10 giorni fa. Vabbè, non importa. Visto che serve anche a me lo preparo io. Ti va bene se alla fine sarà da usare 1/200? Tu magari chiedi chi ha preso questo tubino nuovo."
P1.: "Perfetto, fai tu."
Dopo 10 minuti vado da lei, le chiedo chi è stato a prendere il tubino e mi indica Pompelmo. Allora lo interrogo, gli chiedo quanti microlitri ci sono nel tubo, che concentrazione aveva, etc. e lui "non lo sa".
Amen, mi metto l'anima in pace, mi dico che, povero, è un po' distratto, misuro la quantità, mi arrangio e preparo il tubino, ci scrivo la data, e scrivo USE 1/200. Mettendo via il tubo appena fatto trovo anche quello precedente che riporta scritto USE 1/100. Due concentrazioni diverse, va bene lo stesso.
L'indomani al Lab meeting avviso tutti chiaramente che Pompelmo ha tirato fuori un altro tubo di anticorpo e che quindi ce ne sono due, uno da diluire 100 volte, l'altro da diluire 200 volte. Fate attenzione bambini, c'è scritto sul tubino, leggete e fatene buon uso.
Oggi Pompelmo torna su dal microscopio, prende il tubo di anticorpo, va dalla Pancetta1 e con fare saccente e presuntuoso chiede cosa voglia dire USE 1/200. Che non si capisce, che c'è sempre qualche cosa che non va con questi anticorpi, che è stufo e che non gli viene niente perché gli altri sbagliano.
La Pancetta risponde che deve diluirlo di 200 volte (ma va??) e lui candidamente: "Ma io sul mio quaderno ho scritto 1/1000, quindi l'ho diluito 1000 volte… sarà per quello che l'immunoistochimica non ha funzionato?" Ha lavorato per 1 anno in laboratorio durante la tesi. Altri sei mesi in giro per laboratori. Sono SEI MESI che fa immunoistochimiche con questi anticorpi…
…e dice che lui ha scritto sul suo quaderno che l'anticorpo va diluito di mille volte…
Non ho altro da dire.
C’e’ da chiedersi come certa gente sia riuscita non solo a laurearsi ma anche a entrare in un laboratorio come dottorando…