Eccomi qui… sono vivo e sono tornato, non temete (o non gioite)! Ho solamente avuto da fare un po’ più del solito. Vorrei pubblicare una risposta che ho ricevuto al precedente messaggio, quello dell’intervallo alla fine del primo tempo, da parte di mio zio che segue questo blog e che saluto.
Ciao Fili, ti scrivo per toglierti un dubbio, (e divagare sulla TV di allora).
La pausa tra il primo ed il secondo tempo è praticamente sempre esistita nei film altrimenti detti lungometraggi in quanto, quando si usavano le pellicole per le proiezioni, le bobine dette pizze, contenevano al massimo 45 o 60 minuti di filmato e un film durava anche molte ore (Via col vento ne dura circa tre e mezzo).
Mi ricordo quando avevo 6-8 anni (1970-1972) e la domenica pomeriggio si andava con gli amici al “peocetto” (il cinema che c’era, ma c’è ancora adesso anche se adibito ad altre funzioni, in parrocchia dello Spirito Santo) [quartiere Forcellini a Padova, ndr] , il tempo che serviva per il cambio della pellicola veniva usato per ristorarsi, tutti gli spettatori si ammucchiavano davanti al banco del “baretto” che vendeva pop-corn, patatine, gasosa, spuma, caramelle e ciucetti vari.
Poi hanno inserito nelle pause tecniche del cambio pellicola le pubblicità e da allora non abbiamo più pace, con pubblicità martellanti, assillanti e ipnotizzanti; mentre ai miei tempi quando la TV era veramente in B/N noi bambini attendavamo con fervore la fine del telegiornale per vedere quei cinque minuti del mitico Carosello (e questo nemmeno tu te lo ricordi) con personaggi mitici da “Calimero” a “Carmencita” dalla brava Mariarosa che faceva 10-100-1000 torte diverse con una sola bustina di lievito bertolini alla simpaticissima ape del miele ambrosoli dal Commissario Sheridan che beveva il “Biancosarti, mette il fuoco nelle vene” a “Ernesto Calindri” e il suo slogan “… contro il logorio della vita moderna… Cynar, a base di carciofo” e potrei parlartene per ore di quelle bellissime pubblicità “Moplen, Folonari, la dolce Euchessina , il digestivo Antonetto, il mitico pugno di ferro del fernet branca, il gigante buono, Le lamette da barba (non so se sai di cosa sto parlando) beh.. se il mitico Ernesto vivesse adesso capirebbe cos’è il logorio della vita moderna…
Devo essere sincero: il carosello non me lo ricordo, però ho un ricordo, probabilmente delle prime pubblicità… o della fine del carosello, di Mariarosa e del lievito bertolini (mi ricordo anche la sigletta…), dello slogan del Cynar, della dolce Euchessina come anche del confetto Falqui e della Magnesia San Pellegrino e forse di altre cose a cui dovrei solo pensare fortemente…!
Ai nati o vissuti negli anni ’60/’70, ma anche ’80, consiglio di andare a visitare il sito anima mia
Ciao!!