Il dottorato fa male. Fa male alla vita sociale delle persone, perchè, soprattutto in dirittura d’arrivo, impedisce di uscire qualche volta in più. Persino i rapporti sociali “telematici” ne soffrono: si mandano meno mail, non si parla più via Skype e affini e, se uno ha un blog come me, non sa più che scrivere perchè la mente è altrove.
Il dottorato logora perchè, sempre alla fine, si perdono diottrie (come se avessi bisogno di diventare più cieco di quel che sono) davanti al computer a scrivere la tesi, elaborare i dati, leggere gli ultimissimi articoli pubblicati, fare presentazioni, riscrivere le correzioni, sistemare grafici, immagini e didascalie, ordinare la bibliografia… e chi più ne ha più ne metta.
Il dottorato fa male perchè una volta finito non si sa più cosa fare dopo. La posizione di “Post-doc” in Italia non esiste più: ora ci sono gli “assegni di ricerca” che durano finchè durano e poi non ce n’è più per nessuno ed è solo un modo elegante per denominare il precariato degli accademici Dottori.
Eppure per un motivo o per l’altro i dottorandi all’ultimo stadio diventano come dei robot: insensibili alla fatica e alle molestie dei capi, lavorano di più (a volte più che nei mesi-anni precedenti), si lamentano meno (dipende dai casi) e hanno tutti in mente solo una cosa:
FINIRE!!!
Poi quel che sarà dopo non interessa a nessuno…
Devo dire che sei preso un po’ maluccio! Ma hai ragione….LA FINE è il miraggio davanti a noi e passando i giorni si fa sempre più reale!!!! Non mollare! Io tengo duro!!! Buon lavoro Pippo!!!!
Torna qui da noi, nel Midwest. Finisci a insegnare in un piccolo college nel nulla, ma almeno sfuggi al precariato. forse.
Tieni duro
@Alessia: tengo duro pure io… e la fine si avvicina giorno per giorno, per fortuna!!
@Fede: il moroso molto spesso dà descrizioni romanzate di me… ma i panni della decapita-testa-del-moroso-che-pensa-all’america, beh, direi che mi calzano a pennello! @il moroso: guai a te!!!
oh brava morosa!!fai valere i tuoi diritti!
p.s. a quando le nozze?
@morosa: :D
@Giulia: comincia col chiedere al moroso “a quando l’anello?”… quello è peggio di zio Paperone!