Red Bull ti mette le ali? – 412


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Viviamo proprio in un mondo strano e alla rovescia. In Sudan una maestra Britannica è stata arrestata, messa in carcere e condannata all’espulsione dallo stato Africano per aver permesso ai suoi allievi di chiamare Maometto un orsetto di peluche. Ora sono perfino scese in piazza 10000 persone per manifestare e chiedere la pena di morte per questa donna arrogante e irrispettosa della loro religione.
In Italia le cose vanno un po’ diversamente: i crocifissi vengono tolti dalle aule scolastiche perchè, acciderbolina, potremmo ferire l’animo sensibile e l’orgoglio religioso di persone di fede diversa dalla nostra, il tutto senza fiatare.
Ma le cose stanno cambiando anche qui, è recente la pubblicità della Red Bull con quattro Re Magi che oltre a oro, incenso e mirra portano in dono anche la Red Bull che, a quanto pare, mette le ali pure ai putti svolazzanti sopra la grotta.
Ebbene, a quanto pare un sacerdote di Menfi ha scritto alla Red Bull per criticare la pubblicità “blasfema” che, prontamente, è stata ritirata dagli schermi televisivi.
Per fortuna che il fanatismo religioso non ci è consono, altrimenti, per reagire secondo i loro canoni avremmo dovuto bombadare la fabbrica di bevande energetiche con una bomba a idrogeno… e con l’evaporazione di tutta quella bevanda chissà a quante persone spunterebbero le ali!

13 thoughts on “Red Bull ti mette le ali? – 412”

  1. Chissà perchè la contestazione della pubblicità non mi stupisce…appena l’ho vista ho pensato:”tempo una settimana e scoppia il caos”. A volte penso giusto…

  2. @Olivia: io non me avevo un sentore di polemica in vista… ma non avevo fatto pronostici.

    @m1979: neanche a me. Sai, sarà che alune persone ci danno meno peso che altre a queste cose…

  3. visto che di recente basta un niente a far polemica, quel quarto remagio mi è sembrato “pericoloso”. Anch’io non ci vedo niente di male nella pubblicità, ma…è così…

  4. Che sia stata ritirata prontamente la vedo difficile visto che l’ho vista giusto ieri, a meno che non l’abbiano ritirata oggi. Quanto alla polemica, mi stupisce come molti pensino che i cattolici debbano stare zitti sempre e comunque, mentre i poveri fedeli musulmani sono vessati dai crocefissi nelle scuole. La cultura e la memoria storica di un popolo non sono sciacquatura di piatti, e questo vale sempre.

  5. @Blackstorm: non so se sia stata ritirata veramente, io ho letto le notizie sul Corriere on-line e la TV la vedo davvero molto poco.
    Per la polemica: il fatto è che noi Italiani tendiamo “un po’ troppo” ad accontentare tutti. Come Cattolico (mi ci metto nel mezzo) non difendiamo abbastanza il crocifisso che viene via via rimosso, ma ci lasciamo infastidire (non io, ma il sacerdote della denuncia) da una pubblicità quasi ai livelli dei musulmani con la maglietta di Calderoli.
    Credo che sia una caratteristica di noi Italiani: siamo un po’ troppo accondiscendenti, ci va bene tutto e ci dimentichiamo subito di qualsiasi cosa.
    Ma la cosa più “terribile” è la differenza di reazioni per due misfatti religiosi che potrebbero essere blasfemi più o meno allo stesso livello.
    Mha…

  6. Cavolo, ho riletto solo ora il terzo commento scritto (da me). Intendevo dire: “@Olivia: io avevo un sentore di polemica in vista… ma non avevo fatto pronostici (sullo scatenarsi della polemica).”

  7. mi ero stupita che nessuno avesse contestato quella pubblicità (peraltro secondo me simpatica e innocua)visto quanti benpensanti ci sono in Italia….ma adesso basta sennò qualche cardinale ti fa chiudere il blog.

  8. Io non sono tanto d’accordo. Una cosa è indignarsi giustamente per la questione della maestra in Sudan, che è uno stato dove vige la Sharia, un’altra è la questione del crocifisso. Se lo stato è laico, il crocifisso (o qualsiasi altro simbolo di qualsiasi altra religione) nelle scuole, tribunali, uffici pubblici non ci va. Poi però a ognuno deve essere garantita la libertà di religione.

  9. @Giulia: spero di non ricevere la scomunica allora!! Concordo con la libertà di religione, ma se domani attaccassero il poster di Budda o Maometto qui davanti non mi sentirei offeso e, non credendo nei suddetti, non mi farebbero fastidio. Dovrebbe essere così anche per gli stranieri: libertà, ma integrazione. E va bene tutto finchè non iniziano a toccare ciò che ci riguarda (storia, usi e costumi, etc.) in fondo noi all’estero dobbiamo adeguarci, potrebbero farlo anche loro…

  10. Capisco la questione della storia e delle tradizioni, ma magari il crocifisso non è la storia e la tradizione di tutti i cittadini italiani, che adesso comprendono qualche milione di immigrati. In più, la storia e le tradizioni cambiano, non sono immutabili. negli USA come sai non ci sono simboli religiosi, ma la bandiera, in cui teoricamente si possono riconoscere tutti.
    Al di là di tutto, poi se uno concede libertà e diritti lo fa perchè è giusto di per sè, si spera poi nella reciprocità, che- devo ammettere- spesso manca.

  11. @Fede: si, storia e tradizioni cambiano, è vero, ma è anche vero che il crocifisso è stato storia Italiana da prima della costituzione della repubblica a non molti anni fa. Soprattutto qui in Italia, nazione “Cattolica” per eccellenza. Ora i tempi sono cambiati, il crocifisso non ha più lo stesso valore per tutti etc.
    Ma nessun Italiano non credente o di un’altra religione ha mai detto di togliere il crocifisso dalle scuole prima che lo chiedessero i Musulmani. Forse non dava fastidio.
    Il punto, ribadisco, è che come Italiani (non come Cattolici) la diamo sempre vinta agli immigrati per rispettare i loro diritti. USA in primis, ma anche Svizzera (chiedi alla morosa), Germania, etc. non hanno la stessa politica. Insomma, che vengano pure, ma che si adattino un pochino.
    Poi a dire il vero negli Stati Uniti non c’è il crocifisso, ma in ogni banconota c’è scritto “In God we trust”.
    Da Cattolico credente anche se togliessero tutti i crocifissi non mi importerebbe, crederei comunque. Ma la questione che mi infastidisce è che lo facciamo perchè ci viene chiesto da persone che sono venute qui per loro volontà!
    Se non gli vanno bene i nostri usi e costumi che restino a casa, io non vado di certo in Afghanistan a chiedere alle donne di togliere il burka, religione o tradizione che sia, perchè mi da fastidio.
    Comunque concordo pienamente con te sullo stato laico e indipendente che a volte tra le due entità c’è troppa “comunella”!

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