Calura autunnale. – 574


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Nel periodo di recessione che pervade Europa, America e, probabilmente, anche il resto del mondo, ci sono sprechi che personalmente mi infastidiscono parecchio. Il peggiore è lo spreco di energia impiegata per il riscaldamento qui in Svizzera. A dire la verità il fenomeno non è solo Svizzero, ma anche Americano, Italiano e, probabilmente, diffuso ovunque: fuori si sta bene in camicia o con un maglione di cotone leggero e dentro l’ambiente è riscaldato come se fosse pieno inverno. Pare tradizione accendere il riscaldamento sempre al massimo, senza regolarlo minimamente.
Io, è vero, sono particolarmente caloroso, ma è altrettanto vero che tre quarti delle persone dentro gli edifici girano in maglia di cotone con le maniche corte. Stessa cosa per la mensa: oggi abbiamo contato 7-8 persone con le maniche corte, tanti con maglie a maniche lunghe e pochissimi in maglione. Anche la morosa, più o meno freddolosa come le donne, mi dà ragione. Fa caldo. Dentro fa esageratamente caldo!
In America era lo stesso. Usavo felpe in pile solo fuori, quando in inverno c’erano -20 ¬∞C. Negli edifici si stava in magliettina estiva.
Sinceramente non ricordo l’ultima volta che ho indossato un bel maglione di lana, di quelli pesanti, di quelli veramente da inverno, quando fa freddo.
Non continuo oltre con l’invettiva, ma poi la gente si lamenta tanto del riscaldamento globale, dei consumi, dei costi… eppure nessuno pensa minimamente di abbassare la temperatura dei grandi edifici di un paio di gradi, magari usando abiti un pochino più pesanti.
Oggi, dal caldo, abbiamo dovuto aprire le finestre del laboratorio. Io ho deciso che da domani seguirò l’esempio degli altri che lavorano all’ISREC: metto via il maglione di cotone e riprendo le t-shirt!