Vacanze pasquali (post ritardatario). – 608


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Eccomi qui dopo un bel po’ di tempo. No, non siamo morti, ne io ne la morosa, almeno io sono semplicemente troppo impegnato/stanco/senza idee per aggiornare il blog sistematicamente. Spero comunque di riuscire a recuperare il tempo perduto. Cosa vi racconto? Bhe, dal punto di vista lavorativo ci sarebbero molte cose da dire, ma le terrò per la settimana prossima. Per il resto vi illustro brevemente il viaggio di andata e ritorno verso l’Italia nel fine settimana di Pasqua.

Andata:
Siamo partiti in auto per portare a casa le gatte senza drogarle con il tranquillante e fare la revisione della macchina. La partenza da Losanna alle 16.30 doveva essere sufficiente per farci arrivare a Padova/Rovigo per le 23.30. Morale della favola, siamo arrivati a Brig (Svizzera, prima del confine) per prendere il trenino che ci fa evitare il passo. Ma il treno era già pieno e abbiamo dovuto aspettare quello successivo (un’ora e mezza dopo).
Giunti in Italia, più precisamente in autostrada, ci siamo fermati all’autogrill per motivi fisiologici e per cenare per circa 20 minuti verso le 22. Siamo usciti a Verona sud per prendere la transpolesana e portare la morosa a Rovigo. Peccato che ci fosse una nebbia con visibilità di 10 metri…
Arrivati a Rovigo, scaricate le valige, bevuto un bicchiere d’acqua, sono ripartito e giunto a Padova, a casa mia, alle 3 di notte. 10 ore e mezza di viaggio…

Ritorno:
Il Lunedì di pasquetta siamo partiti da Rovigo verso le 15.30. In autostrada, da Verona a Bergamo, abbiamo trovato una simpatica coda che ci ha fatto ritardare di quasi 3 ore… capirete… 100 km di coda. Usciti dall’autostrada ci siamo diretti ad Iselle per riprendere lo stesso trenino dell’andata, e giungi all’ultima stazione di servizio su suolo Italiano ho pensato di fare un po’ di benzina visto che ero in riserva e anche a secco di gas. Alle ore 20.30, quindi, smonto dall’auto per fare il pieno e….
….il tappo del serbatoio non si apre. Non si apre. Giro la chiave che non gira completamente e non si apre. Riprovo e inizio a sforzare e non si apre. Mi attacco con due mani alla chiave e giro e non si apre. Intanto inizio a sudare e mi sale la pressione. Sempre con due mani sulla chiave inizio a strattonare con impeto tanto che si muoveva la macchina e il tappo non si apre. La morosa scende visto che in macchina si muoveva come fosse in giostra e capisce il problema solo guardandomi in faccia.
Un omino della stazione di servizio (cosa ci facevano ancora lì alle 20.30? per fortuna che c’erano comunque…) si avvicina e inizia a dirmi: “Piano, rompi la chiave. Sicuro che sia la chiave giusta? Fai provare a me?”
E io: “Meglio perchè non rompo la chiave, ma tra poco rompo la macchina!”
Prova che ti riprova l’omino non riesce e nemmeno il secondo omino che nel frattempo si è avvicinato.
Mi dicono che possono aprirlo con un cacciavite (rompendolo) e che vendono tappi di riserva.
Io: “Va bene. Rompete e compro un tappo nuovo!”
Partono alla ricerca del cacciavite e del tappo, io provo e riprovo e ad un certo punto… tah dah!!! Il tappo si toglie! Lo guardo con disprezzo e, nonostante alla fine sia uscito, non ci penso due volte a spendere 15 euro per sostituirlo con un ricambio compatibile.
Insomma, dopo aver fatto il pieno siamo ripartiti e siamo riusciti a prendere l’ultimo trenino per attraversare il passo.
20 minuti di treno durante i quali: “Morosa, ma secondo te i doganieri ci sono qualche volta? Non li troviamo mai!”
Scendiamo a Briga e ci ferma un doganiere Svizzero che prima illumina la targa (italiana) dell’auto e poi l’interno della macchina con una torcia.
Il doganiere: “Qualche cosa da dichiarare? Cosa avete dentro la cassa?” (cassa=trasportino per le gatte, ndr)
Io: “Due gatte.”
Il doganiere: “Non mi interessano le gatte! Avete altro? Vino, formaggio, carne?”
Io: “No.”
Il doganiere: “Allora potete andare.”
E nell’allontanarci abbiamo visto che le macchine con targa Svizzera venivano sistematicamente fermate e aperte!
Morale della favola… siamo arrivati a Losanna all’una di notte.

…stranamente il giorno dopo, invece che andare al lavoro, avrei dormito ad libitum.