Ecco a voi un breve riepilogo di questo fine settimana “carico” di eventi. Venerdì sera sono arrivati mamma e fratello della morosa che restano fino a Mercoledì mattina giusto per usufruire del ponte delle scuole Italiane. Il viaggio in macchina verso e dalla stazione di Losanna è stato un po’ “traumatico” visto che al ritorno abbiamo fatto un po’ di confusione con le strade, ma siamo comunque arrivati a casa. Sabato mattina io ho avuto da fare in laboratorio e, come se non bastasse, alle 10 ha iniziato a nevicare. è scesa una specie di pioggia ghiacciata che in tre minuti ha imbiancato tutto, strade comprese. Scendendo ai 20 all’ora ho deciso che la macchina sarebbe rimasta in parcheggio per il resto della giornata, invece dopo circa 3 ore il sole ha sciolto tutto e dopo pranzo siamo partiti per Ginevra, fermandoci all’EPFL, dove la consorte ha guardato le sue cellule rimaste over-weekend al microscopio.
Una sessantina di km dopo, giunti a Geneve, abbiamo fatto un breve giro per un centro commerciale, comprato due paia di scarpe che il commesso ci ha descritto come “…comodissime! Sono Italiane!” (Bata per la cronaca) al 50% di sconto spendendo meno di 100 euro in tutto, e ci siamo diretti a vedere il “Jet d’Eau” (chiuso) e la parte vecchia della città, passando davanti a qualche vetrinetta con Rolex, Patek Philippe, Tag Heuer, Concord, Vacheron Constantin e Breguet.
La domenica siamo andati, in treno, a visitare il castello si Chillon, a pochi km da Losanna e al ritorno abbiamo fatto la passeggiata lungo il lago di Leman (o lago di Ginevra) fino a Montreux passando davanti alla statua di Freddie Mercury e tornando quindi in stazione.
Inutile dire che anche ieri sera ci siamo fatti entrambi un paio d’ore in laboratorio a guardare cellule al microscopio… il lavoro prevede anche questo a volte.
Questa mattina la morosa è andata all’EPFL. Avrebbe dovuto prendere la macchina, ma la neve è scesa a fiocchi grossi come patate e quindi ha ben pensato di andare in autobus + metropolitana…
Al più presto potrete gustarvi “qualche” foto delle gite fuori porta nella solita galleria fotografica.
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Gnocchi party. – 391
Bene. è finalmente e purtroppo giunto il momento dell’ultimo post dagli Stati Uniti. Sono a casa della prof, da un paio d’ore è finito il “Gnocchi party” in mio onore visto che è stato indetto per festeggiare la mia dipartita e, soprattutto, per permettermi di insegnare agli Americani a fare gli “gnocci”.
Breve descrizione della serata: ho iniziato a cuocere le patate verso le 18.45, nel frattempo sono arrivati gli ospiti. Una volta cotti i tuberi li abbiamo schiacciati, conditi adeguatamente con uova e farina, mischiato per bene il tutto fino a raggiungere la giusta consistenza e, con un po’ di santa pazienza, ho insegnato agli allievi a “rotolare” gli gnocchi sulla forchetta.
Poi siamo passati alla cottura, e al condimento con burro e salvia, salsa al pomodoro (con qualche spezia) e con la ricetta “rovigota” al burro, zucchero e cannella.
Purtroppo, fidandomi di un’Americana l’acqua di cottura è risultata poco salata… ma tanto mi hanno chiesto: “cosa cambia se ci metti più sale??”.
Comunque tutto è andato per il meglio, anche se hanno dovuto un po’ patire la fame perchè abbiamo iniziato a mangiare verso le 21.15, tardissimo!!!
Ovviamente la previsione di questo ritardo è stata un po’ traumatica. Fin dalle 17.00 mi hanno chiesto quanto tempo ci vuole e hanno iniziato a proporre 200 modi diversi per cuocere le patate in fretta: in microonde, al forno, arroste, tagliate a cubetti… Per fortuna che sono stato fermo e deciso: per gli gnocchi ci vogliono le patate lesse e basta!
Bene, detto tutto questo mi appresto a dormire e vi saluto. Troverete il prossimo post on-line con mie notizie Mercoledì sera o, molto più probabilmente, Giovedì.
Mi raccomando: lancio un appello ai lettori affezionati che hanno iniziato a seguire le mie avventure sul blog solo perchè sono stato in America… non smettete di leggere!
Continuerò a scrivere e inoltre ho ancora alcune foto da pubblicare.
A presto!!
Sono fuori! – 390
Già! Da mezz’ora esatta ho abbandonato il bunker. Ho fatto i bagagli, pulito casa, smontato la mobilia che mi aveva prestato la prof e trasferito tutto a casa sua. Gentilmente si è offerta di ospitarmi per questa notte e per Lunedì notte rendendomi tutto molto più facile. Insomma, in quattro orette ho sistemato tutto con l’aiuto di un compagno di lab.
Ieri sera sono iniziati i bagordi e i festeggiamenti per Halloween e per la mia partenza che continueranno questa sera e domani sera.
Dopo una festa a casa di Amber mi sono diretto, con Italiani e Guatemaltechi, in State street all’Halloween Freakfest che avevo già nominato in questo post.
Bhe, che dire… c’era tantissima gente! Davvero una folla impressionante. Non ho idea di quante persone ci siano state, ma davvero tante!!
Pareva di essere a carnevale in Italia. L’unica cosa è che per i costumi forse gli Americani sono più fantasiosi di noi.
C’erano tre palchi con musica e concerti, tra cui uno dei Lifehouse, un gruppo che non ho mai sentito prima, vestiti da scheletri per l’occasione e molto bravi davvero. Comunque c’era molta polizia per tenere sotto controllo la situazione che fortunatamente, per quel che ho visto, non è mai degenerata.
Abbiamo abbandonato la scena alle 2 di notte.
Date un’occhiata alle fotografie della festa da Amber cliccando qui e della Freakfest cliccando qui.
Report del concerto! – 356
Ecco, come promesso ieri vi parlo brevemente del concerto a cui sono andato. Cosa dire… be ne è valsa proprio la pena!! Due ore e quarantacinque minuti di musica stupenda! Tantissimi spettatori, tutto organizzato bene, belle coreografie (luci) e bravissimi i Flecktones!
Ma riepiloghiamo brevemente la serata.
Sono tornato dal lab alle 18.30 e davanti al teatro c’era già una coda non indifferente. Allora dopo una cena frugale mi sono precipitato lì. Alle 19.15 ero seduto, ma gli spettatori sono arrivati a flusso continuo fino alle 20.15, un quarto d’ora dopo l’inizio dello spettacolo alle 20.
Fino alle 21.15 hanno suonato in continuazione, poi c’è stato un quarto d’ora di pausa e hanno ripreso alle 21.30. C’è stato un assolo di Victor Wooten che, usando un campionatore, ha fatto uno spettacolo incredibile!! Poi è stato il turno di Futureman, mentre Jeff Coffin ha fatto spettacolo durante tutto il concerto. Bela Fleck ha chiuso il concerto suonando da solo. Alle 22.45 hanno salutato e sono scesi dal palco, ma dopo 5 minuti di applausi continui sono tornati per fare altre tre canzoni, concludendo tutto alle ore 23.
Solo nella “general admission” (i posti più economici) ci saranno state almeno 500 persone, non sono riuscito a vedere quante ce n’erano nei posti più cari. C’era gente di tutte le età, dai ragazzetti di 17-18 anni a vegliardi di 60-70 anni.
Qualche altro dettaglio: Victor Wooten ha usato tre bassi diversi, due a quattro corde e un cinque corde che però non sono riuscito a riconoscere. Bela Fleck ha usato tre banjo diversi e una chitarra elettrica, Jeff Coffin ha suonato due diversi sassofoni, il clarinetto, il flauto traverso e l’ottavino. Futureman per la maggior parte del tempo ha suonato la batteria con una mano e il SynthAxe Drumitar (uno strumento elettronico di sua invenzione) con l’altra. Durante l’assolo ha anche suonato il RoyEl, altro strumento ideato da lui che suona come un pianoforte, ma ha note no facenti parte della classica musica occidentale. Una curiosità è che quest’ultimo strumento si basa sulla tavola periodica degli elementi e sulla sezione aurea!
Ultima cosa: per il loro l’album “The Hidden Land”, Bela Fleck e i Flecktones hanno vinto il Grammy award 2007 come miglior album di jazz contemporaneo.
Nell’apposita sezione del sito potete vedere anche qualche fotografia del concerto.
è Venerdì… – 355
…e stasera c’è il concerto!! Si, è arrivato il momento, il concerto di Bela Fleck and The Flecktones all’Orpheum theater per il quale ho comprato il biglietto a fine Luglio. L’evento inizia alle ore 20.00 e finirà… non lo so di preciso, anzi, non lo so proprio. Per fortuna che la settimana scorsa mi è capitato tra le mani il biglietto, perchè altrimenti me ne sarei dimenticato completamente!! Da quando l’ho ritrovato l’ho messo in bella vista sul tavolo.
Domani saprete se il concerto valeva i $43 pagati!
Con questo non mi resta che augurare un buon fine settimana a tutti!
Effetto morosa. – 340
La morosa ultimamente si è ingelosita parecchio per i nuovi incontri dovuti al corso di inglese che ho fatto. E la brasiliana non devo guardarla… e la francese ci prova… e la polacca mi tocca… insomma, io posso testimoniare e/o giurare che non è mai successo niente di male. E come se non bastasse, per evitare che le donne mi si attacchino come zecche (sembra strano, ma a volte c’è questo rischio) metto sempre bene in chiaro che ho la morosa.
E per lei neppure questo va bene!! Questo è stato un nostro breve recente dialogo:
Filippo: …ma ho detto che ho la morosa!
Morosa: Non centra, schifoso! è la tattica maschile!!
F.: Che tattica?
M.: Si, è la tattica maschile… dicendo così l’uomo diventa ancora più appetibile.
F.: …
Ma il punto non è questo. Il fatto è che quando dico, parlando del più e del meno, che ho la morosa, le reazioni tipiche sono generlamente tre:
1. Interessamento anomalo.
Filippo: …e quindi mia morosa è attualmente in Svizzera.
Donna#1: Ah! Ma tu andrai li poi?
F.: Certo!
D#1.: Ma quanto è che non la vedi?
F.: Tre mesi circa.
D#1.: Ma è venuta a trovarti qui?
F.: Sicuro!
D#1.: Ma hai delle foto?
F.: Si, guarda! (mostro le foto)
D#1.: … (nessun commento)
2. Decesso istantaneo.
Filippo: …e quindi mia morosa è attualmente in Svizzera.
Donna#2: Ah! Ma hai la morosa?
F.: Si!
D#2.: (senza dirmi niente si gira istantaneamente a parlare con un’altra persona)
3. Menefreghismo assoluto.
Filippo: …e quindi mia morosa è attualmente in Svizzera.
Donna#3: Ah! Ma tu andrai li poi?
F.: Certo!
D#3.: Ma dimmi, ma poi cosa fai di bello? E bla e bla e bla…
F.: Bla bla bla!
Bhe, la morosa sarà pure gelosa… ma io, quando mi capitano ‘ste robe, mi diverto un mondo!!!
Mandolini volanti! – 330
Un po’ di tempo fa mi è arrivato il biglietto per il concerto di “Bela Fleck and The Flecktones” che, come ho già detto in questo post, andrò a vedere il 21 Settembre all’Orpheum Theatre.
Ieri l’ho guardato con attenzione e la cosa interessante è il retro dove, a caratteri microscopici, c’è questa frase (in inglese):
“Attenzione! Palle, dischi da hockey e altri oggetti possono volare nell’area degli spettatori. A dispetto della protezione degli spettatori può esserci qualche ferimento. State allerta per tutto il tempo prima, durante e dopo lo spettacolo o la rappresentazione. Se colpiti, chiedete immediatamente all’usciere la direzione per un centro medico. Usando questo biglietto il proprietario accetta i termini su questo biglietto nell’interesse del proprietario e ogni minore accompagnato. Il proprietario si assume tutti i rischi accidentali causati dall’evento per il quale il biglietto è venduto, sia prima, durante e dopo la rappresentazione o spettacolo, includendo senza limitazioni i danni descritti sopra, ferite causate dagli spettatori, giocatori, o dall’entrare in un mosh pit*. Il proprietario accetta che il management, i partecipanti, le squadre, gli attori, gli agenti, la direzione, tizio, caio, sempronio etc. etc. siano esenti da colpe.”
A ‘sto punto mi auguro solo che Bela Fleck non mi tiri in testa il mandolino…
*il “mosh pit” è letteralmente un cerchio di persone che balla ferocemente il mosh (danza simile al pogo) di fronte al palco!
Chinese artwork. – 329
Venerdì sera ennesima serata con i compagni del corso di inglese, visto che alcuni stanno per tornare al proprio paese Natale. Ritrovo alle 19 come sempre al Memorial Union, alle 20 viaggio verso la pizzeria Greenbush, in Regent Street, nel quartiere Italiano.
Purtroppo, manco a dirlo era al completo, ma ci hanno detto di tornare dopo un’oretta. Nel frattempo siamo andati nell’appartamento dei francesi (a 200 metri da li) e abbiamo atteso pazientemente bevendo birra (gli altri) e pepsi (io e due ragazze).
Tornati alla pizzeria e atteso per altri 20 minuti alle 21.15 ci siamo seduti e abbiamo ordinato.
In dodici persone abbiamo preso quattro pizze da 16″ (dimensione “pizza famiglia” italiana) scegliendo gli ingredienti da metterci sopra. Ho dovuto fare da supervisore, altrimenti ‘sti stranieri avrebbero tentato accostamenti alquanto azzardati tipo: acciughe e prosciutto o prosciutto, funghi e cipolla.
Tutto sommato alla fine il tutto è risultato “accettabile”.
Nonostante la pizzeria “dovrebbe” essere Italiana e le pizze siano quello di più simile che abbia mai mangiato qui ad una delle nostre, ho un paio di appunti da fare:
1) la pasta della pizza era senza sale…
2) alcuni americani mettono il parmigiano reggiano grattuggiato sopra la pizza…
Comunque ce la siamo cavata con $9 a testa (pochissimo) e io mi sono pure portato a casa un’opera d’arte!! Il padre di uno dei cinesi è un artista e suo figlio ha voluto regalare a me, ai francesi e all’insegnate tre delle sue opere.
è una frase di Mao Zedong (Mao Tsè-tung) scritta, ovviamente in cinese, su carta di riso e con l’inchiostro caratteristico di cui non ricordo il nome.
Il ragazzo ha provveduto a cercare su internet la traduzione in inglese delle frasi. Ha trovato le traduzioni, ma non della mia!! Ho cercato di farmela tradurre dai tre cinesi, ma mi hanno detto chè troppo complicato. è un discorso filosofico o qualche cosa di simile.
Non mi resta che imparare il cinese o più realisticamente mettermi il cuore in pace e appenderla al muro!
Qui una parte dell’opera:
Farewell party. – 322
Questa mattina il Koreano se n’è andato. è partito per Boston con famiglia al seguito e un camion per il trasloco. Già, è andato alla Harvard University. Ieri sera c’è stato il farewell party a casa della prof con la gente del laboratorio, è stato divertente e, fortunatamente, nessuno si è messo a piangere. Chissà se in futuro ci saranno ancora occasioni per incontrarci… mi ha detto che adesso che va a Boston sarà più facile per lui venire in Italia (il nesso non l’ho capito… ma fa lo stesso!).
Ora me ne vado a casa…
Buon inizio settimana a tutti!
Ultimi acquisti. – 296
Visto che lo stipendio del dottorando è alto (ah ah! risata amara) e ormai rischio di diventare miliardario, ho deciso di spendere 4 soldi in cose “futili”.
La settimana scorsa passando davanti all’Orpheum, il teatro/cinema/ristorante in State street, ho notato la locandina del concerto di Bela Fleck and The Flecktones che si terrà li il 21 Settembre.
Mi sono subito scoraggiato vedendo che i biglietti erano in vendita a Giugno, ma ho deciso di controllare on-line e ho preso un biglietto. $43.30 per il concerto. Tanti? Pochi? Non so… ma comunque credo che sarà l’unica occasione per sentire suonare dal vivo Victor Wooten, un bassista incredibilmente bravo (e te credo… ha iniziato a suonare quando aveva 3 anni)!!
Lo stile della musica del gruppo è un misto di bluegrass, fusion e jazz ed è decisamente particolare in quanto Bela Fleck suona il banjo (sia elettrico che acustico) dando un tono “country” alle canzoni.
Sono stato avvisato via mail che il biglietto è stato stampato e mi verrà inviato al più presto via posta.
Ho fatto altri acquisti anche ieri. Sempre in State street è da tre giorni che c’è un mercato e tutti negozianti hanno merce in saldo. Quindi mi sono preso un paio di Puma al 50% del prezzo ($37.5 invece di $75) e 5 dvd usati per un totale di soli $21 (15‚Ǩ al cambio attuale).
Per fortuna che ho una morosa che sta diventando ricca in svizzera e posso contare su di lei…
Qui sotto un assolo di Victor Wooten.