Category Archives: vita di laboratorio

L’attacco dei roiti!

Non è il titolo di un film di fantascienza o horror, ma è quello che sta succedendo in lab. Ci sono due nuovi ingressi, la spilungona e l'ofego (detto roito). Da dove vengono? Chi sono? Cosa vogliono? Nessuno lo sa. Lo sappiamo bene: sono due nuove PhD student del nostro laboratorio.

1. La spilunga: Svizzera, alta, bel fisico semi-atletico, faccia da roito e risata isterica. Tutto sommato, comunque, si fa gli affari suoi tipo "vivi e lascia vivere". Poverina, poi, ha fatto la tesi con Gioacchino e continua a lavorare con lui.

2. Il roito L'ofego: Belga, bassa, colore verdolino, faccia da brutto roito, non ti guarda finché ti parla, non ti guarda dopo che ti ha parlato, non ha la patente (a 24 anni… vabbè…), si appiccica come una zecca e non si stacca più. Ha fatto 2 mesi di stage qualche anno fa e ha mandato mail al capo per passare a trovarla ogni volta che passava dalla Svizzera (proprio una zecca).

Io sarò di parte, sarò prevenuto, sarò il solito rozzo…

…ma pure la moglie le chiama "roiti". E detto da una donna il termine acquista tutto un altro valore!

P.S.: la moglie mi ha appena specificato che solo "il roito" è un roito, la spilunga "non è proprio così brutta"…

P.P.S.: definizione di roito: "Di solito si dice che la bellezza è soggettiva. Il roito invece ti fa capire che la bruttezza non lo è affatto."

Informatica che passione: e due!

La giornata, e di conseguenza la settimana, è cominciata con un gran mal di testa che non è ancora completamente passato. Come se non bastasse il mal di testa, la NAT mi pone uno dei suoi quesiti esistenziali (vedi altro esempio):

NAT: "Sto facendo un collage con 4 foto del microscopio usando Photoshop, ma mi dice che non può proseguire perché la memoria è piena. Sai cosa vuol dire?"
Filippo: "Evidentemente la memoria è piena…"
NAT: "Ma se ho copiato anche la settimana scorsa delle robe sul disco esterno!!"
F.: "Si, ma non parla di quella memoria, parla della RAM."
NAT: ….
F.: "Si, la memoria del computer, non il disco. La RAM. Evidentemente ne hai poca e a Photoshop ne serve di più per fare quello che vuoi fare."
NAT: "Ma ho convertito le immagini in JPG, e sono a 72 DPI…"
F.: "Si, vabbé, ma non centra. Evidentemente non basta. Vediamo…"
click-clicckete-click
F.: "Ecco, il tuo PC ha 1Gb di RAM e ce ne sono solo 300Mb di liberi."

NAT: "COME???? Ho solo 1Gb? Ma ho sempre avuto così poca memoria? Ma è normale? Ma cosa posso fare?"
F.: "Si, è così, chiedi a quelli del servizio tecnico se te ne aggiungono oppure usa un altro computer con più RAM, perché se apri 4 foto con Photoshop e fai il collage occupi i 300Mb liberi e non va più."

Passano 2 minuti, arriva il capo e…

NAT: "Capo, non ho memoria, è tutto pieno, non funziona, niente collage, la RAM, Photoshop, il JPG, l'errore, l'alluvione, le vacche magre, le cavallette…"
Capo: "Ma non è possibile! Non ha alcun senso!"
NAT: "…laghi di sangue, invasione di mosconi, scheletri che camminano…."
Capo: "Ma non ha alcun senso!"
NAT: "…rane che piovono, infanti sacrificati, terremoti e devastazione…"
Capo: "Ma non ha alcun senso! Cosa centra la RAM in tutto questo?"
NAT: "…infatti."

Buon per loro. Mi sono gustato il dialogo senza intervenire, altrimenti le avrei sbranate entrambe. Non ha alcun senso che la gente si prenda un computer con 4Gb di RAM, perché loro hanno deciso che deve andare anche con 1Gb. A posto così. Intanto il mio mal di testa peggiorava di minuto in minuto…

L'unica vera consolazione che mi fa perfino sopportare l'emicrania è che nostra signora vergine martire è in vacanza per due settimane a partire da oggi! Olè!!!

La situazione si fa incandescente…

Al nostro piano c'è un (un unico) transilluminatore di cui un boss (chiamato Paperino perché… parla come Paperino) è il proprietario, ma in pratica lo usano tutti.
Qualche giorno fa con la moglie siamo andati a fare alcune foto a gel per vedere il genotipo dei suoi topi e ci siamo trovati il transilluminatore acceso e surriscaldato. Fatalità dietro di noi c'era proprio Paperino con il tecnico del suo laboratorio che doveva fotografare un altro gel. E Paperino si è incazzato di brutto. Si è reso conto che il transilluminatore era troppo caldo e gli abbiamo spiegato che si surriscalda perché la gente lo lascia sempre acceso (perché evidentemente è difficile premere il pulsante OFF dopo averlo usato).
Al transilluminatore è attaccata una fotocamera digitale, collegata ad un computer e comandata da un software con cui è possibile acquisire le foto del gel e stamparle con una stampante termica. Dal software in questione si può regolare contrasto e luminosità della foto, fare il negativo, regolare l'orientamento di stampa, la risoluzione, insomma di tutto. Eppure c'è gente che cambia queste impostazioni sulla stampante, con il risultato che ogni volta che qualcuno va a stampare una foto sistematicamente: la prima viene tutta nera, si smanetta con la stampante, la seconda viene molto chiara, si smanetta di nuovo e la terza (di solito) viene bene.
Una volta lasciate le impostazioni ottimali mi aspetterei di ritrovarle così la prossima volta, ma no, qualcuno ci rimette sempre le mani…
…e Paperino si è incazzato anche per quello.

Paperino ha detto al tecnico del suo lab di scrivere dei bei cartelli per chi lascia sempre acceso l'apparecchio e per chi mette le mani dove non dovrebbe. I cartelli non ci sono ancora e, comunque, anche se ci fossero sono sicuro che verrebbero ignorati a causa della cecità selettiva.
Attendo sulla riva del fiume di vedere il giorno in cui il transilluminatore si brucerà e l'ira di Paperino scenderà su qualche malcapitato…

E’ arrivato Ken!

Ovviamente anche lui riceverà un soprannome di battaglia (che io e la moglie diamo ai nostri colleghi), ma per ora su questo blog verrà chiamato "Hokuto no Ken" per gli amici "Ken" Cacici.

Cacici arriva con furore dal Giappone. E' un post-doc, ha una certa età (bho? 35 anni? indagherò.) e, appunto, ha iniziato il secondo post-doc qui da noi proprio l'altro ieri.

Facciamo un breve passo indietro. Circa 9 mesi fa (non ricordo di preciso la data) è venuto in visita a tenere un seminario e ad essere intervistato dal nostro capo. Il giorno dopo la partenza di Cacici, il capo ci ha chiesto impressioni per capire se assumerlo o meno. Più o meno con tono allegro ed entusiasta abbiamo risposto in coro che "non siamo riusciti a capire se è bravo o no perché non capisce uno stracazzo di niente di Inglese". Il nostro capo ha detto che non ha avuto questa impressione, fatto stà che l'ha preso. Pace, Amen.

Torniamo ai giorni nostri. Martedì è arrivato a Losanna e Mercoledì mattina si è presentato puntuale in ufficio per sistemare la parte burocratica con la segretaria. Per pranzo arriva in lab per venire a mangiare con noi. La segretaria (una signora Svizzera di 60 anni che parla abbastanza bene l'Inglese) esordisce con un "Cacici e io abbiamo deciso che frequenterà un corso intensivo di Inglese a partire dalla prossima settimana, perché fa un po' fatica visto che la sua pronuncia è un diversa dalla nostra".
Poi in Francese aggiunge "Ah non so. Dopo 10 minuti che ci parlavo mi sono resa conto che non aveva capito niente di quello che ho detto. Non so come farà. Abbiamo fatto il test on-line per l'ammissione al corso, l'ho fatto anche io e ho finito 15 minuti prima di lui. Comunque almeno ha una buona comprensione dello scritto."
Almeno.

Ottimo inizio. Speravo che avesse fatto un corsettino accelerato English-for-dummies prima di venire in Svizzerlandia, ma non avrà avuto tempo.
Comunque l'abbiamo portato a pranzo e non ha proferito verbo. Dopo è arrivato il tecnico per sistemargli il Macbook Pro in rete, installargli e configurargli posta, server vari e stampanti ed ha faticato parecchio per capire il Mac OS in Giapponese… con lui che "traduceva" a spanne…
Poi l'ho portato ad un mini supermercato nel campus, gli ho mostrato dove può prelevare soldi col bancomat, dato una mappa della città, mostrato dove prendere la metro e gli ho detto che verso le 18 io e la moglie saremmo andati a fare la spesa. Se aveva bisogno di cibo o altro sarebbe potuto venire con noi. Più o meno è andata così:

Filippo: "Alle 18 andiamo a fare la spesa in un negozio grande. Vuoi venire o sei troppo stanco?"
Cacici: "Aahhhhhh!"
F.: "Ah cosa? Vuoi venire dopo con noi o prendi qualche cosa da mangiare qui per stasera?"
C.: "Ohh yes yes yes!"
F: "Yes cosa? Vuoi comprare del cibo ora? Puoi cucinare dove alloggi? Hai le pentole? Hai la cucina?"
C.: "Aaaahh!"
F.: ….

Ho ripetuto le domande per 10 minuti finché ha capito e detto di voler venire con noi al centro commerciale. Arrivati lì alle 18.15 ed entrati nel supermercato io e la moglie non sapevamo se metterci le mani nei capelli o strapparceli del tutto. In pratica era tutto un "vorresti questo? o vorresti l'altro? vuoi una pentola? vuoi dei piatti? vuoi del riso? vuoi delle verdure? vuoi del caffè? vuoi pane? vuoi acqua? vuoi latte? Cacici, che casso vuoi????" e lui tutto un "Ahhh! Yes! Ahhh! Yes!! Yessss! Ohhhh yes yes!" e non prendeva niente.
Dopo 45 minuti siamo usciti con la nostra spesa e una settantina di franchi di spesa sua tra cui:

1 padella
1 cucchiaio
1 forchetta
1 piattino da dolce (perché il piatto normale per lui costava troppo……)
3 bicchieri (la confezione era solo da tre)
1 tazza
2 buste di riso precotto da scaldare in microonde
2 buste di zuppa istantanea
1 sacchetto di pan carré
1 bussolotto di detersivo per vestiti
1 pezzo di formaggio
1 litro di latte
1 sacchetto di insalata
1 bottiglia di condimento per insalata
1 sacchettino di orsetti gommosi

Ora, io e la moglie non siamo assolutamente dei criticoni verso chi non conosce le lingue. Io per primo mi sono trovato in America che l'Inglese l'avevo parlato per l'ultima volta 8 anni prima e qui da due anni non so ancora dire qualche strafalcione in Francese. La moglie è arrivata in Svizzera a far casino tra Inglese e Francese e a mala pena si ricorda di parlarmi in Italiano. E di certo capisco e mi rendo perfettamente conto di quanto Cacici possa sentirsi spaesato e in difficoltà, tanto che gli ho dato il mio numero e gli ho detto di chiamarmi per qualsiasi cosa…

…ma la vedo parecchio, parecchio dura…

Che settimana di…

…pioggia.

Lunedì: pioggia.
Lavoro intenso, dissezioni, foto al microscopio, pulizie varie di incubatori.
Assenti giustificati: Pancetta1 che "ora si prende tutti i Lunedì" per stare a casa a scrivere la tesi (ha forti emicranie perché resta sveglia fino a mezzanotte per scrivere quindi preferisce lavorare da casa….).

Martedì: pioggia.
Foto al microscopio al mattino. Seminario all'ora di pranzo. Riunione con i capi (nostro e altri due con cui lavoriamo) al pomeriggio per discutere il progetto della moglie (di cui ora faccio parte anche io). Niente pranzo per mancanza di tempo.
Assenti giustificati: Pancetta1 che ha la bimba che sta poco bene.

Mercoledì: pioggia.
Lavoro intenso, dissezioni, foto al microscopio, etc. etc.
Assenti giustificati: Pancetta1 che al mattino è in ospedale a fare un esame alla bimba, ma alle 12 il marito ha chiamato per dire a Pancetta2 che tornerà in lab nel pomeriggio. Non si è vista.

Giovedi: pioggia.
FESTA!!! Si, è l'Ascensione. Qui in Svizzera si festeggia e noi, senza particolari impegni al lavoro, siamo stati a casa. Purtroppo ha piovuto tutto il giorno, quindi ci siamo solo riposati.
Presenti al lavoro: Pompelmo, Pancetta2, Pancetta1 (Ma hai la bambina piccola che sta male, stai a casa, no? Cogliona!), NAT e La Porcellina. 

Venerdì: tempo variabile tendente al brutto.
Microscopio al mattino, seminario tra un'ora, di sicuro qualche cosa al pomeriggio.
Assenti ingiustificati: Il Topetto che non si sa dove sia e cosa stia facendo.
Assenti giustificati: Pancetta2, Nostra Signora V. M. e NAT che si sono presi una giornata di ferie.
Presenti ingiustificati: Pancetta1 che ha ancora la bimba a casa che sta male e domani parte con la famiglia per farsi 4 giorni di vacanza ad Amsterdam.

Vado dalla moglie ad aiutarla a diluire una proteina e mi dice:

Moglie: "Devo dirti una cosa che non ti piacerà sentire."
Filippo: "Cosa??" (già innervosito)
M.: "Pancetta1 mi ha detto se, visto che domani mattina dobbiamo venire a cambiare il terreno agli espianti, possiamo farle una dissezione che lei va ad Amsterdam."
F.: @#!$##@!!!!))?#!!! (imprecazioni varie per 5 minuti finché la moglie ride)
F.: "Ma che casso va ad Amsterdam se ha la figlia che sta poco bene e una dissezione da fare!!"
M.: "Aveva già prenotato il viaggio."
F.: "Ma che stracasso mette su gli esperimenti se sa che non c'è perché è in vacanza allora!!?!?"
M.: "Ha detto che ha fatto confusione e visto che noi saremo qui…"

E intanto quelli che se lo prendono in quel posto siamo noi…

Quindi:

Sabato: prevista pioggia.
Mattino dissezione per la Pancetta1, cambiare il terreno agli espianti. Pomeriggio spesa e poi chissà che ci possiamo "godere" un ennesimo fine settimana piovoso…

Igiene alimentare #2.

Vi ricordate la tazza della Pancetta1? Quella pregna di tannini? Quella con la bustina ammuffita? Quella descritta e fotografata in questo post? Bhe, per provarvi che non mi invento storie, ho rifatto una foto alla stessa tazza ieri, quasi 3 mesi dopo. Come potete vedere la bustina è cambiata (per fortuna), ma la tazza non è mai stata lavata. Il tè secco ha ricoperto quasi completamente la parete che la Pancetta1 aveva grattato con l'unghia.

Cliccate sull'immagine per ingrandire il vostro disgusto.

La lotta per il criostato.

La moglie odia tagliare al criostato. Non le piace per niente. Preferisce scendere dai topi, stare al microscopio, contare cellule, qualsiasi altra cosa… tanto che quando manda me a sezionare qualche blocco di gelatina mi chiede sempre se sono sicuro di volerci andare.
A me, al contrario, piace tagliare al criostato. Ci passo volentieri tutta la giornata e non mi pesa.
Eppure oggi abbiamo quasi litigato per chi doveva andare a tagliare…
Al mio commento "a te non piace andare a tagliare al criostato, perché non lo lasci fare a me?" ha risposto semplicemente "non ho più voglia di stare in laboratorio con gli altri."

Vi lascio trarre libere conclusioni sui nostri colleghi…

Poveri ricercatori martiri…

Un po' di tempo fa Pancetta1, nel mezzo della lettura di un articolo, salta fuori con un: "Che sfiga questo, ha lavorato per l'articolo e poi è morto. Almeno l'hanno messo tra gli autori". La moglie e Pancetta2 si chiedono e le chiedono a cosa o chi si riferisca e lei dice che hanno messo una croce vicino al nome di uno degli autori per dire che è morto.
Perplesse guardano e si trovano davanti una cosa del genere:

Subito le dicono che non è morto, ma la croce è solo per indicare una nota a piè di pagina con l'affiliazione dell'autore, l'indirizzo a cui fare riferimento o l'indirizzo email, o altro. In particolare si usa dopo l'asterisco o in alternativa di altri simboli. Pancetta1, francese e mai in errore, vede che c'è davvero una nota, ma insiste…

Pancetta1: "Bhe una volta ho letto un articolo dove un autore era morto davvero."
Pancetta2 e la moglie: "Ma guarda che ti confondi, forse era una nota, forse altro."
Pancetta1: "No, sono sicura, l'autore era morto e ci hanno messo la croce."
Pancetta1: "E in ogni caso è proprio di cattivo gusto usare la croce per indicare le note."

Punto. Stop. Fine della discussione. Inutile insistere, quando uno ha ragione non si può fare niente… 
Certo che quando la moglie me l'ha raccontato mi sono sganasciato dal ridere. E da allora, ogni volta che leggo un articolo, non posso fare a meno di notare quanti ricercatori muoiono ogni anno dopo aver ricercato, lavorato, scritto articoli.
Per esempio, nell'articolo presentato oggi è riportata una strage di ben cinque persone: sarà esploso un laboratorio…

Che cellule hai in coltura adesso?

– Un mese fa:

Gioacchino: Che cellule hai in coltura adesso?
Filippo: NIH-3T3, sono fibroblasti.
Gioacchino: Perfetto! Potrebbero servirmi tra un po'.

– Tre settimane fa:

Gioacchino: Che cellule hai in coltura adesso?
Filippo: NIH-3T3, sono fibroblasti.
Gioacchino: Perfetto! Potrebbero servirmi tra un po'.

– Due settimane fa:

Gioacchino: Che cellule hai in coltura adesso?
Filippo: NIH-3T3, sono fibroblasti.
Gioacchino: Perfetto! Potrebbero servirmi tra un po'.

– Lunedì della settimana scorsa:

Gioacchino: Che cellule hai in coltura adesso?
Filippo: NIH-3T3, sono fibroblasti.
Gioacchino: Perfetto! Potrebbero servirmi tra un po'.

– Martedì della settimana scorsa:

Gioacchino: Che cellule hai in coltura adesso?
Filippo: NIH-3T3, sono fibroblasti.
Gioacchino: Perfetto! Potrebbero servirmi tra un po'.

– Mercoledì della settimana scorsa:

Gioacchino: Che cellule hai in coltura adesso?
Filippo: NIH-3T3, sono fibroblasti.
Gioacchino: Perfetto! Potrebbero servirmi tra un po'.

– Ieri pomeriggio:

Gioacchino: Che cellule hai in coltura adesso?
Filippo: NIH-3T3, sono fibroblasti.
Gioacchino: Perfetto! Mi servono domani.
Filippo: Ok, te ne preparo una piastra.

– Oggi:

Filippo: Gioacchino, ti ho preparato la piastra.
Gioacchino:
 Ottimo! Grazie mille! Che cellule sono?
Filippo: ….

Non ho ben capito cosa faccio di sbagliato…