Category Archives: vita di laboratorio

Igiene alimentare #3.

Forse qualche lettore si ricorderà un paio di post scritti parecchio tempo fa riguardo intitolati "Igiene alimentare" e "Igiene alimentare #2". Non vi ricordate? Riguardano la Pancetta e la sua tazza da tè sporca, unta e bisunta. La tazza che lei non lava MAI. La tazza incrostata e lercia con le bustine di tè lasciate dentro a seccare. La tazza che lei usa quotidianamente nonostante sia più igienico bere l'acqua da un sottovaso.
Se non vi ricordate guardatevi questo e questo post.

Bhe, quando ho fatto quelle foto credevo che la Pancetta fosse l'unica ad essere così sporca e sudicia da poter anche solo pensare di bere in quello schifo, ma evidentemente sono stato troppo ottimista.
C'è di peggio.
L'ofego, la PhD Belga, fa perfino più schifo della Pancetta! Non solo ha la stessa abitudine dell'altra per quanto riguarda il tè…. ma pure per quel che riguarda il caffè!!
Si: la sua tazzina da caffè è più sporca del secchio del mocio.

E come sempre, per provarvi quello che dico, ecco due foto dello schifo:

Nuovo anno, solite lamentele.

Ieri io e la moglie siamo tornati in Svizzerlandia e oggi al lavoro. I nostri colleghi, quelli che lavorano tanto, quelli che non vanno mai in ferie, quelli che arrivano presto al mattino, quelli che vanno a casa tardi alla sera, quelli che sono sempre qui nei fine settimana, non ci sono.
C'è solo il capo che, arrivata sorridente a fare gli auguri a tutti, "si è stupita che il lab fosse vuoto", l'ofego che è arrivata alle 11, il tecnico che è tutto il giorno che parla da solo e oggi aveva sulla lista di "cambiare il calendario e preparare il nuovo quaderno per fatture e ordini".

Coraggio… chi ben comincia…

Abbiamo toccato il fondo e iniziato a scavare.

Non bastava che con i 50cm di neve caduta mi tocca parcheggiare la macchina in derapata.
Non bastava che abbiamo talmente tanto da lavorare che non riesco neppure a scrivere un post.
Non bastava che, nonostante io e la moglie ci siamo organizzati da una vita lavoro ed esperimenti per i prossimi mesi, il capo ci dica "considerate che ci sono le feste, si ricomincia tardi a Gennaio con gli esperimenti".

No, non bastava tutto questo. Due ore fa c'è stato l'ultimo lab meeting di Gioacchino che a fine Dicembre se ne va e a Febbraio inizia a lavorare in un altro laboratorio. Dopo 4 anni di lavoro qui, un articolo in fase di stesura su una rivista grossa (vedremo…), altri 3 articoli da scrivere (a sentire lui), mi sarei aspettato una presentazione mastodontica, con tutti i dati e le novità.
Invece il signorino ha presentato sei slide (SEI), di cui una col titolo e l'ultima con i piani futuri tra cui "andare in vacanza in Portogallo e farsi operare al ginocchio".
Un'altra diapositiva è stata tipo "ho insegnato questo, questo e quest'altro alla studentessa".
Nel mezzo l'unica diapositiva con dei "risultati" aveva quattro foto (QUATTRO) di immunoistochimiche. Quattro foto. Dopo quattro anni di lavoro e un articolo grosso da pubblicare.

E Martinetto, povero Cristo, che non ha mai sentito parlare del suo progetto, ha fatto domande. E Gioacchino e il capo rispondevano cose diverse alle domande. E il capo non ha saputo spiegare le cose che sta scrivendo nell'articolo. La moglie ha dovuto correggerla e il capo, stordita, ha detto "si, è vero, è come dice Chiara".

E alla fine della breve presentazione il capo ha pure ringraziato Gioacchino.

Siamo usciti tutti disgustati, ma che si può fare, non ho neanche il tempo di lamentarmi troppo che domani ho Journal Club e devo presentare un articolo scritto da altri con (finora) 23 diapositive.
Fosse per Gioacchino ridurrebbe tutto ad una slide con il titolo e basta…

Questione di opinioni…

Com'è il famoso detto? "Il cane di due padroni muore di fame". Figuriamoci se i padroni sono più di due.
E questo è perfettamente applicabile alla P2 del nostro piano. Cos'è la P2? Non è la famosa loggia, bensì una stanza per rischio biologico di livello 2.
In parole povere lì dentro si potrebbe lavorare con batteri e/o virus in grado di infettare difficilmente l'uomo via aerosol: epatite A, B, C, influenza A, malattia di Lyme, salmonella, morbillo, rosolia, HIV.
In pratica nella nostra P2 si lavora quasi sempre solo con lentivirus prodotti in laboratorio (no, non fabbrichiamo armi biologiche e no, non progettiamo l'influenza che andrà di moda l'anno prossimo).

Ad ogni modo, la stanza P2 dovrebbe avere principalmente:
– muri, soffitti e pavimenti lisci e lavabili
– superfici lavabili e resistenti ad agenti chimici e disinfettanti
– sistemi di sicurezza (occhiali, lavaocchi, porte antincendio e chi più ne ha più ne metta)
– strumenti adeguati

La nostra stanza ha tutto questo. Tutto. Perfino il pavimento lavabile, solo che non c'è nessuno che lo lava.
Alla P2 si accede con tessera magnetica ed esclusivamente il personale autorizzato ha l'abilitazione per entrarci. Ovviamente gli addetti alle pulizie non hanno l'accesso quindi non possono (e non devono) entrare a pulire. Indi per cui le pulizie toccano agli utenti… che però sono troppi.
La stanza è condivisa tra quattro laboratori diversi e, come il cane con due padroni, non viene accudita.
Se mettiamo in conto che la maggior parte di questi "padroni" non vede lo sporco allora siamo a posto.

Circa sei mesi fa ho organizzato un calendario delle pulizie. Si tratta di lavare il pavimento e "controllare" che tutto sia a posto una volta al mese (non di più, purtroppo, perché altrimenti "è troppo impegnativo"). Quattro gruppi, a turno, vuol dire che ogni gruppo si deve occupare delle pulizie 3 volte all'anno, circa 45 minuti a volta, non mi pare molto.
Quando ho illustrato l'idea ai responsabili degli altri gruppi, alcuni mi hanno detto che "ci vuole troppo tempo", altri che "la stanza non è sporca" (dopo UN ANNO che non veniva pulita…), e altri ancora che "si si, faccio la settimana prossima" e hanno saltato il loro turno di pulizie.
Io non sono sufficientemente alto in grado per imporre delle regole, per cui se non se ne occupano i capi io me ne lavo le mani. Ovviamente io e la moglie non ci tiriamo indietro quando è il nostro turno di pulizie, ma se la stanza non viene pulita da due mesi potete capire come sia davvero difficile lavare e disinfettare.

Ma c'è una cosa che mi lascia veramente perplesso… quelli che dicono che "non è sporco per terra" hanno davvero una cosa del genere a casa loro?? (Di salviettine monouso così cariche di sporco ne abbiamo buttate 5-6 l'ultima volta…)


(Clicca sulla foto per ingrandire)

Martinetto e il malefico Western.

Martinetto è arrivato la settimana scorsa iniziando il suo post-doc nel nostro laboratorio. In passato ha lavorato come tecnico di laboratorio, poi ha pensato di prendere un PhD e ora continua da noi, fresco fresco. Ancora non so bene come catalogarlo, è da valutare, in teoria ha parecchia esperienza in laboratorio dati i trascorsi, ma mi sono già fatto una certa idea da quello che ho visto e sentito ieri.

Ieri stava montando un apparecchio Bio Rad per Western blot quando ad un certo punto…:

Martinetto: "Oh! Ecco, devo rifare tutto… mi è evaporato lo stacking gel."
Nostra Signora V. M.: "Evaporato?? Come ha fatto ad evaporare il gel?"
M.: "Eh, è evaporato. Non c'è più. Devo rifarlo."
N. S. V. M.: "Ma hai montato bene la macchinetta? Hai fissato bene i supporti?"
M.: "Si si."

La N. S. V. M. si avvicina per guardare la macchinetta con fare sospetto e trattenendosi dal ridere a causa della misteriosa evaporazione di un gel.

N. S. V. M.: "Ma non hai messo le mollette laterali! Eh… lo sapevo io. Pompelmo non ti ha insegnato bene."
M.: "No, a dire il vero Pompelmo mi ha detto di metterle, solo che io non le ho messe."
N. S. V. M.: "Allora per forza che non c'è più il gel! E' uscito tutto dai lati."
M.: "Bhe, certo che questo sistema è proprio una merda."

Queste sono state le parole testuali pronunciate dai due personaggi. Vorrei far notare l'atteggiamento tipico dei nostri colleghi (non solo di questi due, ma questo esempio è eclatante).

Problema: una cosa non funziona.
Possibilità 1: mi hanno insegnato sbagliato.
Possibilità 2: il sistema è rotto o è una merda.

Non è mai possibile che abbiano sbagliato loro o che si siano dimenticati un passaggio o che siano rincoglioniti come una quaglia. MAI. Niente. Loro non sbagliano. E' il sistema che è una merda (anche se lo usano tutti gli altri con ottimi risultati). E' l'anticorpo che non funziona (anche se al vicino di banco funziona bene). E' l'apparecchio che è rotto (anche se un altro lo usa tutti i giorni).
Questo è il modo deviato che hanno di porsi di fronte ad un problema qualsiasi. Loro non sbagliano mai, deve essere sempre colpa di qualcun altro o di qualcos'altro.
Anche quando sono di fronte all'evidenza (non hai messo le mollette laterali quindi il gel esce) il problema è che il sistema è una merda.

A casa mia questo vuol dire essere due volte rincoglioniti: la prima per aver sbagliato dopo che ti hanno insegnato giusto (e con anni di esperienza alle spalle) e la seconda per non rendersi conto che il problema vero non sta intorno a sè, ma dentro di sè….

Morale della favola: evvai che ne è arrivato un altro fatto con lo stampino come tutti gli altri.

Modified RNAs advance stem cell field

Oggi parliamo un po' di scienza con un breve post dedicato alle cellule staminali. Per facilitare la comprensione ai non addetti ai lavori, non entro nel merito del discorso con nomi di geni e/o spiegazioni dettagliate. Ho messo esclusivamente link a Wikipedia (da leggere con cautela, non garantisco per i contenuti) per chi volesse approfondire appena un po' il discorso.

Le cellule staminali sono cellule non specializzate che hanno la potenzialità di differenziare in un qualsiasi altro tipo cellulare. Le cellule staminali più "nominate" sono le embrionali (conosciute spesso per i dibattiti etici scatenati dall'uso di blastocisti per ottenerle) e le staminali somatiche, cioè le staminali presenti nell'organismo adulto. Queste ultime non sono sempre semplici da recuperare, per cui si sta cercando di partire cellule somatiche (già differenziate: tipo una cellula della pelle che è e resta una cellula della pelle) manipolandole per farle diventare cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC: "induced Pluripotent Stem Cells", una cellula iPS ottenuta dalla pelle può tornare staminale e diventare, che ne so, una cellula dell'osso). 

Il modo più comunemente usato per la differenziazione a cellule iPS, consiste nell'introdurre nelle cellule somatiche alcuni geni espressi nelle cellule staminali tramite trasfezione con vettori virali (retrovirus in primis). Dopodichè le cellule iPS vengono coltivate, fatte moltiplicare e poi possono essere fatte differenziare e trapiantate in un organismo malato. Non è proprio così semplice, ma è per rendere l'idea.

Tutto questa pappardella e l'idea per questo post mi è venuta in mente vedendo questa intervista di Derrick Rossi, che dà una spiegazione semplice e chiara di come, nel suo laboratorio, trasformino cellule somatiche in iPS usando direttamente RNA come vettore. Date un'occhiata al video (vi avviso che è in inglese) se siete interessati!

Giusto per la cronaca, guardate il filmato al minuto 1:07 e confrontate quello che vedere con l'immagine qui sotto. Questa foto mostra ciò che succede quando si vogliono tirar fuori dei progenitori pancreatici e questi invece differenziano a qualcosa di diverso e completamente inutile (per quello che stiamo facendo io e la moglie).
Per fortuna che questo era il risultato di una serie mal riuscita di esperimenti dell'anno scorso e da allora ne sono cambiate di cose…

In gravidanza si lavora tanto e bene.

Come ricorderete da post precedenti, la Pancetta ha finito il dottorato a Settembre dopo aver passato l'estate a scrivere la tesi e nulla più. Ovviamente, essendo stata impegnata con la scrittura, si è presentata raramente al lavoro e quando ufficialmente c'era non era raggiungibile.
Dopo la scadenza del suo contratto, il nostro capo le ha fatto un contratto da Post-doc perché "gliel'aveva promesso tanto tempo fa". E va bene.
La Pancetta ovviamente è tronfia e gonfia, non solo perché è incinta, ma anche perché ora è "Post-doc". E va bene.
La Pancetta continua a ripetere da parecchi mesi che "è un bene che sia incinta, perché quando è incinta lavora un sacco e bene e non è mai stanca e faccio-tutto-io, sono-brava-solo-io". Si, infatti quando aspettava la prima figlia diceva esattamente le stesse cose e veniva al lavoro un giorno si e due no… ma lei non se lo ricorda, nega tutto e ripete che non ha mai lavorato meglio in vita sua.

La Pancetta, visto che è quando è incinta lavora tanto, dopo la discussione della tesi di dottorato è stata a casa tre giorni in coincidenza con tre giorni di congresso del capo. La scusa è che è stata poco bene e ha avuto delle contrazioni. Il medico le avrebbe detto di stare a riposo assoluto, senza stress e senza sforzi. E' tornata il Giovedì e Venerdì quando è finito il congresso del capo.
Il Lunedì successivo, ha chiesto alla moglie e altri colleghi se avessero visto la sua fede perché non la trovava più e non sapeva dove potesse averla persa. Aveva perfino chiamato la madre in Francia per dirle di guardare nei guanti da lavoro e nei vestiti vecchi che ha usato il Sabato e la Domenica quando ha spaccato la legna.
Ma come…. incinta di 5 mesi, con le contrazioni, stressata per la fine del dottorato, il medico le ordina riposo assoluto e il fine settimana va in Francia a spaccare la legna?? Si, in effetti ha senso.

Passa una settimana, la Pancetta "si dimentica" di essere rimasta a casa dal lavoro tre giorni la settimana precedente e comincia a ripetere quanto lavori bene e tanto quando è in gravidanza. E dice che per i successivi due giorni, visto che la figlia piccola era dai nonni, ne avrebbe approfittato per venire al lavoro alle 6.30. Certo, giustamente il medico ti ha detto riposo assoluto e visto che non devi stare dietro alla bimba invece che dormire un'ora di più vieni al lavoro all'alba. Quando nessuno vede se ci sei o no. Si era perfino prenotata il criostato prima di me (dalle 6.30 alle 9.30). Quando sono arrivato io alle 9.30 mi dice che non l'ha usato. Che strano.
E visto che sarebbe venuta al lavoro alle 6.30, giustamente ha pensato di andare a casa alle 15.30. Comodo, molto comodo.
Ovviamente la commedia è durata poco dato che il fine settimana è tornata in Francia a riprendere la figlia.

Ora non viene più al lavoro all'alba, generalmente arriva alle 8.30, ma va ancora a casa tra le 15.30 e le 16.
E' che lei, quando è incinta, lavora tantissimo e benissimo e non è mai stanca… 

 

P.S.: per chiudere il cerchio, alle 16 del Venerdì prima di andare a tagliare la legna, ha chiesto alla moglie di iniettare tamoxifene in uno dei suoi topi perché lei non c'era. Ma brutta deficiente, non iniziare gli esperimenti se sai che non ci sarai. Oppure non prenderti impegni se sai che hai un esperimento urgente. Non chiedere alla gente di venire su di Domenica per le tue cose e tu "vai a tagliare la legna con le contrazioni". Per fortuna che quella Domenica siamo venuti anche per i nostri esperimenti e la sua iniezione richiedeva 2 minuti.

The mighty Zeratin!

Kacici è partito. Ieri sera alle 19 ha preso l'aereo da Ginevra per Monaco e poi da Monaco per la terra del sol levante. Resterà nella madre patria per 2 mesi, a lavorare nel suo laboratorio precedente per ultimare gli esperimenti richiesti dai reviewers del suo ultimo articolo.
Non abbiamo ancora ben capito le dinamiche del fatto. Sarà pagato per due mesi dal nostro capo per lavorare in Giappone su qualche cosa che non riguarda il nostro laboratorio? Il suo contratto verrà sospeso? Si prenderà due mesi di ferie e poi non andrà più in vacanza fino alla fine del mondo nel 2012? Non si sa… e nessuno indaga.
Comunque Kacici, come ogni persona in laboratorio, ha dei compiti che generalmente vengono svolti dal tecnico di turno. Siccome da noi il tecnico, la Nostra Signora V. M., è un demente che non ha voglia di fare alcunché, ci dobbiamo arrangiare a fare tutte le soluzioni e/o altro di uso comune.

Kacici ha da preparare tre cose:

– BSA
– Saccarosio (Sucrose 15%)
– Gelatina (Sucrose 15% + Gelatin)

Mi domando cosa abbia mai capito il povero Kacici di quando gli è stato spiegato come includere tessuti in gelatina e come preparare le bottiglie di gelatina visto che ha mandato a tutti la seguente mail…

Ho davvero paura che questo ritorno in Giappone per due mesi non gli farà per niente bene (dal punto di vista linguistico). Speriamo che almeno gli serva per la carriera…

Riepilogo dei protagonisti (post lungo).

Parecchio tempo fa ho elencato, in questo post, i protagonisti degli episodi sulla vita di laboratorio che racconto di tanto in tanto. E' giunto il momento di aggiornare la lista visto che alcuni se ne sono andati e altri sono arrivati.
Dunque iniziamo con i componenti della vecchia guardia:

Pancetta1: Francese. Era PhD student fino a poco tempo fa, ma a Settembre ha finito e adesso è ufficialmente Post-doc. Si chiama Pancetta1 perché ha avuto una figlia ed è nuovamente incinta (di conseguenza ha una bella pancetta) e per distinguerla da Pancetta2 che ha avuto una figlia subito dopo Pancetta1.
Io e la moglie le abbiamo trovato anche un altro soprannome, ma per decenza non lo userò per il blog, perché mi pare che "F**a D'Oro" sia un po' troppo scurrile…
D'ora in poi si chiamerà solo "Pancetta" dato che Pancetta2 ha cambiato lavoro e non c'è possibilità di confusione.

Gioacchino: Francese. Post-Doc, generalmente rincoglionito forte, non c'è mai in laboratorio e non si sa dove vada. Quando c'è fa casino: musica alta, guarda film e/o Youtube, usa un computer (del laboratorio) da 1500 euro per giocare a giochini in Flash, salta, ride sguaiatamente, rompe le palle. Ha il contratto in scadenza a fine Dicembre e "pare" che abbia già trovato un lavoro (poveretto chi se lo prende).

La porcellina: Post-Doc Koreana di una certa età. Chiamata "La porcellina" per similitudine con "Il porcellino" il mio amico Koreano in America. Simpatica, si fa sempre e solo i cacchi suoi e per questo motivo casca sempre dalle nuvole e non sa mai niente di niente di quello che capita in laboratorio e/o di cosa c'è da fare.

Pompelmo: Francese, PhD student. Giovane, pimpante, salta come una cavalletta (nel vero senso della parola). Quando gli viene un esperimento saltella e batte le mani ridendo (no comment). E' tremendamente maldestro, si è tagliato svariate volte con: lame del criostato, coltello da pane, coltellino svizzero, lacci delle scarpe (si, davvero), fogli di carta, vetri, altro. Ha rotto diverse cose: cilindri graduati, vetri per apparecchi di elettroforesi verticale, etc. etc.
Ha altri 3 anni di dottorato davanti a sè. Spero che non muoia dissanguato prima…

Nostra Signora V. M.: Svizzero, è il tecnico del laboratorio. Ha una serie infinita di soprannomi che si è guadagnato senza alcuno sforzo. E' fondamentalmente un fancazzista, meno fa meglio è. E pure di fare poco, o niente, fa finta di essere impegnato parlando da solo, guardando il soffitto (davvero) e parlando da solo. Ah, anche guardando il soffitto. Risultato? Sembra autistico.

La NAT, detta il vicecapo: Americana, è la seconda in comando del laboratorio per diritti di anzianità. E' piuttosto chiacchierona per non dire pettegola, completamente incompetente con il computer, poco competente in laboratorio a meno che non si tratti di tecniche "datate".

Io e la moglie: Santi, bravi, belli, sempre perfetti. Bhe, non è proprio così, ma di certo ci sarà qualcun altro che parla male di noi due.
 

Passiamo ora ai nuovi acquisti:

Kacici: Giapponese, Post-doc di recente acquisizione. Non capisce niente di niente di Inglese e ovviamente non parla Francese. Nonostante cerchiamo tutti di comunicare con Kacici, non è assolutamente possibile. Il poveretto si è isolato sempre di più e parla pochissimo o quasi niente. Non c'è molto da dire se non che stasera torna in Giappone per due mesi. Speriamo che non si dimentichi quel poco di Inglese che ha imparato… tipo "hello", "thank you very much", "sorry" e "bye".

L'ofego: Belga, PhD student. L'ho chiamata "roito" in un recente post per la sua bruttezza. E' brutta, poveretta. Mi dispiace, ma è obiettivamente brutta. La prima impressione è che fosse una zecca. In realtà le cose stanno evolvendo e pare che sia meno zecca di quel che sembra. In ogni caso è piuttosto "interessata" a quello che dicono gli altri e/o quello che gli altri guardano sul proprio computer. L'esemplare è ancora sotto osservazione.

La Gioacchina: Svizzera, PhD student. Chiamata spilungona (è parecchio alta), è l'allieva di Gioacchino. Purtroppo sta prendendo da lui molti vizi e poche virtù. Non c'è mai, lavora male (perché Gioacchino le insegna male), ma almeno non fa casino come il suo mentore. Anche questo esemplare è ancora sotto osservazione.

Maxibon: Svizzera, master student. Il soprannome l'ha trovato la moglie ed è azzeccato: è nera come il cioccolato ed è "bon". Pare una "Naomi Campbel de noartri", un bel vedere, un po' svampitella, ma comunque tranquilla. Purtroppo ha avuto la sfiga di essere stata studentessa di Pancetta2 che l'ha abbandonata a se stessa. In pratica si deve arrangiare a fare tutto.

Martinetto: Francese, Post-Doc, arriva la settimana prossima. Ha collaborato con Pancetta2 in precedenza. In pratica si presentava da noi solo ed esclusivamente per chiedere in prestito anticorpi e farci pagare le ore che lui passava al microscopio per i suoi esperimenti (con la scusa che lui non aveva l'abilitazione…). L'esemplare sarà sotto osservazione non appena verrà catturato.
 

Gli scomparsi:

Pancetta2: se n'è andata… ma lavora ancora all'EPFL. E' tra i colletti bianchi dello stabulario. Ogni tanto si rivede.

Topetto: finito il dottorato, ora è in Germania per un Post-doc. Tanti auguri topetto, impara ora quello che non hai mai imparato nei quattro anni passati: bevi meno e lavora un po' di più!
 

Ecco, era ora di fare questo riepilogo mastodontico. Da domani riprendono le storie con questi protagonisti!

Non ci sono più le mezze stagioni…

Finalmente (??) ha iniziato a fare freddo. Da un paio di giorni al mattino ci sono 7-8 gradi, oggi siamo scesi a ben 5 °C. Per fortuna che la tecnologia e il benessere ci garantiscono un tepore costante tutto il tempo dell'anno dentro gli edifici. Dicevo… un tepore costante… vorrebbe dire che con 5 gradi e la Bise che soffia, potrei volermi mettere un maglioncino di lana sottile, sotto la giacca, per ripararmi dal freddo. Dovrei essere in grado di stare anche dentro gli edifici con suddetto maglioncino.
E invece no! Sarò lagnoso ed ogni anno faccio lo stesso discorso, ma al lavoro ci sono 24 °C!
24 °C!
La temperatura ideale perché sia possibile andare ancora in giro con la pancia e il culo di fuori (per le donne) e in magliettina/camicia per gli uomini. Che appena fai uno sforzo di più ti metti a sudare. Che quando torni fuori ti congeli l'impossibile.

L'aria è talmente secca e calda che c'è perfino chi apre le finestre (non io, purtroppo non ci sono finestre da aprire di fianco alla mia scrivania) per far entrare un po' di fresco.
E come se non bastasse la nostra signora vergine martire, cioè il deficiente seduto di fianco a me, mette tutte le mattine il termosifone a 5 (livello massimo). Poi ha caldo e si toglie il maglioncino di cotone.
Ma porca miseria, se hai freddo vestiti di più! Mettiti un maglione di lana! Una felpa di pile! Un tabarro! Non alzare al massimo il termosifone! Perché se tu sei freddoloso puoi coprirti, ma se io sono caloroso, una volta tolto il maglione, cosa faccio? Mi metto a torso nudo? E poi? Mi scortico vivo??

Basti pensare che la NAT, la signora americana seduta dietro di me che ha sempre freddo, oggi era in maniche corte…

Per fortuna che ogni volta che va a pranzo rimetto il termostato a 0.