Category Archives: vecchi post

Formaggi Americani. – 136

Allora… tanto per riprendere per bene i discorsi sul cibo, oggi vi voglio parlare di formaggio.

Il Wisconsin si contende con la California la palma per il più grande produttore di formaggi statunitense. Effettivamente poco prima delle “vacanze” di Natale ho visto alcune persone che lavorano qui andare a comprare le tipiche ceste natalizie piene di… formaggi, da portare a casa negli stati in cui vivono genitori o parenti.

Attenzione però! Non crediate che ci siano 300 tipi di formaggi!! Qui sono pochissimi, ma con molte varianti. Vi spiego meglio.

Esistono il Cheddar (il famoso formaggio arancione di origine inglese), il Monterey Jack (che è molto simile al cheddar, ma bianco), il Colby che non ho mai provato (arancione pure questo) e il Colby-Jack altresì conosciuto come Co-Jack ed in pratica è un Monterey marmorizzato con il Colby.

Fine della storia…. tutto il resto è noia!!

No… bhe, a dire il vero ci sono anche delle “brutte copie” di formaggi esteri, come il “Feta” Greco, lo “Swiss” (o “Baby Swiss”) che dovrebbe essere un Emmental , il “Gouda” di origini Olandesi, il Finlandese “Juustoleipa” (molto buono!) e un simil-Pecorino chiamato solo “Romano” perchè fatto con latte di vacca!

Ma torniamo per un attimo ai formaggi americani.

Sono quattro tipi, tutti molto simili tra loro, con la consistenza del nostro caciocavallo o di una caciotta. Vengono venduti in molte varianti, più o meno stagionati, con la “buccia” di cera rossa o nera, alcuni affumicati, ma tutti hanno un sapore non molto marcato (io direi che non sanno da niente…) e forse è per questo che qui ci mettono dentro di tutto!

Ci sono il Pepper-Jack, il Jalapeno-Jack e l’Habanero-Jack, tre tipi di Monterey con peperoncini diversi e con diversa “piccantezza”. L’Habanero-Jack è molto piccante e sulla confezione c’è pure scritto “Not for timid!”, a me piace. Poi ci sono Cheddar con l’aglio, con il rafano, con il basilico, con la pancetta, con la cipolla e perfino con il cioccolato!


Insomma… quando si vantano di avere un sacco di tipi diversi di formaggi semplicemente si riferiscono alla stessa “pasta” derivata da un qualche tipo di latte con dentro qualsiasi cosa o qualsiasi tipo di spezia gli venga in mente!! E per fortuna che ci mettono qualche cosa dentro, altrimenti non avrebbero nessun gusto!!!

Inutile… ancora una volta la differenza con il cibo Italiano è abissale… credo che non riescano nemmeno ad immaginare cosa voglia dire avere un Grana o un Parmigiano, una Mozzarella, un Gorgonzola, un Pecorino o un Asiago. Ah… tra l’altro Parmigiano, Pecorino, Mozzarella, Asiago e Gorgonzola si trovano anche qui, ma ovviamente sono importati dall’Italia. E lasciatemelo dire… ho assaggiato il Pecorino, la Mozzarella e il Gorgonzola… fanno pietà rispetto ai nostri!! Si vede che gli mandiamo gli scarti!!! A che prezzo poi!!

Una cosa lodevole è che qui il dipartimento di scienze dell’alimentazione, o come cavolo si chiama, vende cibi (e quindi anche formaggi) con il suo “marchio”, guadagnando soldi. Guardate qui!

perchè non lo facciamo anche noi in Italia???

Vi lascio con una foto di Pepper-Jack e di Co-Jack:

Ciao!!!

Fatto il seminario dell'ATG. – 135

Fatto il seminario. Ho parlato, alla meno peggio, e descritto progetti passati e futuri. Mi hanno fatto tre domande… alle prime due ho risposto, la terza è stata incomprensibile!!

Il tipo che mi ha fatto la domanda parlava piano, era in fondo all’aula e, ovviamente, non ho capito niente!

Allora ho chiesto di ripetere… ma a cosa serve sentirsi riproporre la frase nello stesso identico modo e con le stesse parole???

Va ben… a parte questo tutto bene. E i miei colleghi di laboratorio hanno portato le robe da mangiare (ad ogni seminario ci sono cibi e bevande!).

C’erano cookies, biscotti, patatine fritte, mele, carotine pelate, bagels da spalmare con una cosa simile alla philadelphia con i quali ho pranzato.

Fatta anche questa. Ora mi dedico completamente agli esperimenti: ho un meraviglioso programma di cose da fare!

Non tutte le ciambelle escono con il buco – 134

è giunto il momento di cambiare un po’ argomento invece di parlare di autobus, neve e ancora neve.

Ah! A proposito sapete che…. fuori nevica? Va bene, va bene… basta così! Però nevica davvero!

Bene.

Torniamo ora ai tempi in cui si parlava di cibo e generi alimentari. La settimana scorsa ho mangiato i famosi “doughnut holes“.

Cosa sono? Semplice… il centro della ciambella!

Ricapitoliamo un attimo: qui ci sono i doughnuts, delle ciambelle fritte, dolci e soprattutto zuccherate o glassate, simili, come impasto, alle “frittelle” o “ciambelle” che si vendono da noi alle sagre o alle fiere. Per capirci, sono le ciambellone che mangia Homer Simpson.

Quando vengono preparati ovviamente viene “scartato” il buco… che viene fritto, glassato, sistemato a dovere e prende il nome di doughnut hole (buco del doughnut). Ha più o meno le dimensioni di una delle nostre frittelle di carnevale (quelle piccole, non quelle ripiene con la crema), ma la consistenza è diversa, meno “spugnosa”.

Personalmente i dolci fritti non mi piacciono moltissimo, comunque questi non sono male… bisognerebbe indagare su quante calorie abbiano… ma forse è meglio lasciar stare.

Un’ultima cosa: dough è la traduzione in inglese di “impasto dolce”, cioè l’impasto per dolci, frittelle, torte, focacce e chi più ne ha più ne metta! A volte questi dolci vengono chiamati anche donuts e rispettivamente donut holes.

Detto questo me ne vado a casina!!

Ciao!!

E ri-perdo l'autobus – 133

Ovviamente l’autobus l’altro giorno l’ho perso… e ho perso anche la corsa delle 20.50 di stasera… quindi non so se andare a piedi o (arriverei alle 21.30 partendo alle 21) o prendere l’autobus che passa alle 21.20 (arriverei a casa alle 21.35). Fuori fa freschetto… ma mi sa che mi incammino, perchè non ho mica voglia di stare ancora qui di domenica sera ad aspettare che arrivi l’autobus!! Proprio per questo motivo rimando per l’ennesima volta le altre cose che ho da dirvi… scriverò qualche cosa domani!

Intanto buon inizio settimana a tutti!! Ciao!!

Wine and Cheese gathering. – 131

Sono appena tornato da questo evento mondano che si è tenuto nella serra del dipartimento di orticoltura per festeggiare il nuovo anno (un po’ tardino…) e l’inizio del nuovo semestre scolastico.

Come dice il nome era a base di formaggi, di cui vi parlerò prossimamente, e vini sui quali vi lascio un ennesimo breve commento: c’erano vini di tutti i tipi, molti Americani e qualche Italiano tra cui Pinot Nero e Grigio, un Chianti classico e qualcos’altro.

Bhe… gli Americani bevono proprio di tutto! Giusto per il gusto di bere! Prima un vino bianco, poi un rosso, poi un altro ancora… ma completamente a caso! Senza guardare l’etichetta! Semplicemente andavano in cerca della prima bottiglia piena a portata di mano. I più “delicati” davano una rapida occhiata alla bottiglia (forse per vedere il colore di ciò che stavano per ingurgitare!).

Per non parlare del ragazzo Koreano al quale ho chiesto qual è il suo vino preferito: fondamentalmente non gliene frega niente, semplicemente lo beve perchè è alcolico!!

E mi pare che il ragionamento sia lo stesso per il 75% degli Americani.

Contenti loro…

Ciao!

Mi hanno incastrato!!! – 130

Eh si!! I cari Americani mi hanno incastrato! Ricordate che l’anno scorso ogni mercoledì andavo ad un seminario tenuto da qualcuno dell’ATG (Arabidopsis thaliana group)?

Bhe, mercoledì prossimo devo parlare io!!

Avrebbe dovuto parlare il Koreano che lavora qui, ma non può o non vuole o non sa cosa dire… allora ieri ha iniziato a chiedere agli altri… e tutti si passavano la patata bollente di mano in mano dicendo: “Io non posso”, “Io ho da fare”, “Io non ho risultati”, etc. etc.

Ad un certo punto hanno fatto il mio nome… e stranamente si sono trovati tutti d’accordo!!

Mi hanno detto perfino (devo crederci??) che è tradizione che uno studente o dottorando o altro che viene in visita qui faccia un seminario.

E poi per indorare la pillola mi hanno detto che mi sarà utile, che mi farò conoscere dalla gente, che è un buon sistema per far sapere cosa faccio…

Ad un certo punto è entrato in ufficio il “vice” della prof. e gliel’hanno subito detto. Lui ha risposto che non è possibile perchè io lavoro sul melo e avrebbero dovuto chiamare l’ATG “Apple trees group”.

E in quel momento hanno iniziato ad insistere dicendo che è ancora meglio!! Che mostrerò il legame di Arabidopsis con qualcos’altro, che è meraviglioso, stupendo, outstanding!

Outstanding l’ho aggiunto io… ma dovevate vedere la scena!! Sembrava di essere in un film o una commedia teatrale con attori e personaggi che si completano le frasi a vicenda e sono tutti d’accordo tra loro!!

Convinto anche il “vice” mancava solo la prof (che era a casa, appena tornata dalla “vacanza” a Seattle)!

Allora il Koreano ha subito detto che se avessi accettato avrebbe scritto lui alla prof.

Io l’ho ringraziato ridendo, ma ho risposto che ci avrei pensato io a parlarle.

Come non detto!! Stamattina viene da me e mi dice che la prof è d’accordo!

E di nuovo tutti a dire: “Che bello!”, “Quanto sarà importante!”, “Vedrai che sarà utile!” e tutte ‘ste menate qui.

Morale della favola: la prof è venuta a dirmi che se a me va bene lei è d’accordo e che sarebbe bello (e vanti ‘co ‘stà storia!!) e va bene la presentazione che ho fatto a loro sul mio progetto, basta aggiungere qualche diapositiva su quello che faccio e farò qui.

Cosa dire… dopo ‘sta storia non ho potuto rifiutare!

In ogni caso…. comunque vada sarà un successo!!

Things go bad because you think negative!

Enjoy!

Il vino italiano. – 129

Dopo le boiate sulla neve torniamo a parlare di cose “serie”: il vino.

Come molti di voi sapranno io sono astemio, non bevo alcolici e distinguo diversi vini tra loro solo da tre cose: il nome, il colore e la presenza di eventuali “bollicine”. Che volete che vi dica… non mi piace, non ci capisco niente e non mi interessa.

Ma non è questo il punto.

Il fatto è che qui negli States i vini Italiani spopolano! Molta gente li compra, li assapora, li beve e non c’è niente di male! Ma qualche tempo fa ho avuto un dialogo alquanto strano con il koreano e la cinese che sono nel mio lab. Non riuscivano a capire come fosse possibile che ad un Italiano non piacesse e non piaccia il vino! Io ho cercato di dargli diverse spiegazioni e, tra l’altro, ho detto che non sono in grado di distinguere dal gusto due vini rossi tra loro.

A quel punto mi hanno guardato sbigottidi dicendomi: “Ma perchè, c’è gente che ci riesce??”



Quindi mi sono messo a ridere e gli ho detto che è possibile distinguere i vini e che molti lo fanno pur non essendo sommelier o enologi.

Bhe… non che potessi aspettarmi molto da gente che beve il Sake, la grappa di riso o il Maotai che forse sarebbe meglio usarli al posto dell’acquaragia piuttosto che berli!!

Comunque non sono riuscito a convincerli del tutto… d’altronde non so quanto possano risultare credibili ‘ste robe dette da un astemio e gli Americani presenti non hanno fatto commenti… che loro ci capiscano qualche cosa??

Ciao!!

Finalmente la vera neve! – 128

Già!! Le nevicate che ci sono state fin’ora sono poca cosa rispetto ai soliti inverni Madisoniani… ma l’inverno sta tornando in Wisconsin. Con -16 ¬∞C ieri mattina e una prolungata nevicata questa notte e questa mattina la neve ha raggiunto il livello di… un metro e mezzo!!!!

La città fortunatamente è preparata… qui sono abituati all’inverno e quindi non c’è stato un vero panico, ma comunque sono tutti sconvolti da una esagerazione del genere!!! Guardate qui cosa ho fotografato questa mattina dalla finestra:

Non preoccupatevi… in realtà la situazione non è così grave, non c’è un metro e mezzo di neve.

Questa foto è vera, ma non è ciò che sembra. Non so cosa sia, ma sicuramente non è un’automobile. è una cosa “bassa” circondata comunque da 25 centimetri di neve abbondanti.

Se volete vedere la foto nel suo contesto originale non vi resta che andare alla sezione “Foto” e guardare la galleria “La vera neve”.

Ciao!!

P.S.: Ho incrociato un “pazzo” che faceva jogging con i pantaloncini corti e una magliettina tecnica…

Cosa ci faccio negli States?? – 127

Seguendo le orme della mia consorte oltreoceano e sotto “disinteressata” richiesta di mia cugina, cercherò di spiegare in maniera semplice cosa sto facendo qui in America per farmi capire anche da parenti e amici che nulla sanno di biologia e biotecnologie.

Durante quest’anno, che va da Novembre 2006 a fine Ottobre 2007, dovrò cercare dei mutanti di Arabidopsis thaliana per alcuni geni che sappiamo essere attivati dopo un trattamento chimico che si fa sugli alberi di melo per far cadere le mele.


Intanto vorrete sapere… “perchè vogliamo far cadere le mele??”

Bhe, il trattamento si fa per far cadere le mele più sfigate, quelle che altrimenti resterebbero piccole e non comprereste mai al supermercato. In questo modo le mele migliori diventano ancora più belle!


Poi chiederete… “Ma a cosa serve cercare dei geni che si attivano con il trattamento?”

perchè il trattamento funziona molto bene, ma non si sa come funziona, qual’è il meccanismo molecolare che fa cadere il frutto. E se si capisce il meccanismo si possono inventare anche altri trattamenti (più efficienti) che sfruttino lo stesso sistema.


Indi vi domanderete… “Ma cos’è ‘sta Arabidopsis?”

Arabidopsis thaliana è una pianta modello. Fa parte degli “organismi modello”, quelli, cioè, di cui si conosce tutto e che vengono studiati più frequentemente. Il topo è un organismo modello: prima si provano i farmaci sui topi e poi sull’uomo. Stessa cosa per le piante, prima si studia Arabidopsis e poi le altre piante.


Quindi vi sorgerà il dubbio…. “perchè proprio Arabidopsis e non l’Arbre magique al mango?”

perchè è piccola, veloce da far crescere ed economica! Pensate se dovessi studiare ‘ste robe su un melo, un pero, un pesco o altro… quanto mi toccherebbe aspettare per vederli grandi e con i frutti?? Con questa piantina si fa tutto in poco più di un mese e dentro una stanza!


A quel punto mi interpellerete… “Si, ok, ma i geni? perchè cerchi questi mutanti??”

perchè questo è il sistema che si usa in biologia molecolare per capire come funziona un gene e a cosa serve: si prende una piantina normale (senza mutazioni ai geni, quindi tutti funzionanti) e di fianco si mette una piantina con il gene che ci interessa “silenziato” o in qualche modo inattivato, in pratica non funzionante. La piantina probabilmente avrà delle differenze visibili ad occhio nudo o al microscopio ottico o, meglio ancora, elettronico e in base alle differenze si capisce a cosa serve quel gene.

E tornando al punto di partenza quando so a cosa servono i geni posso cercare di capire perchè il trattamento li ha “accesi” o “spenti” e perchè le melette cadono!!


E alla fine mi direte… “Ok, ok, abbiamo capito… ma perchè sei andato in America per fare ‘ste robe?!?”

Per diversi motivi: nel laboratorio dov’ero in Italia non si possono usare piante transgeniche, non si lavora con Arabidopsis, non si hanno a disposizione diversi strumenti e poi qui imparerò nuove techiche e spero di imparare un po’ meglio anche l’inglese.


In questi giorni ho quasi finito di “cercare” i mutanti tra tutte le piantine che ho seminato a fine Novembre. Adesso non devo fare altro che raccoglierne i semi (solo quelli delle piante mutanti!!), seminarli e poi cercare le differenze.

Nel frattempo ho iniziato a seminare altri semi alla ricerca di nuovi mutanti… e via discorrendo!

Se siete ancora perplessi… scrivetemi!

Per vedere come è fatta ‘sta Arabidopsis vi metto una foto qui sotto e vi invito a visitare la galleria fotografica dove, tra l’altro, ci sono quelle che sto “coltivando” con amore!

Ciao!!