Category Archives: Svizzera

Hopp Suisse! Hopp Suisse! – 510

Come tutti saprete gli europei di calcio del 2008 si terranno qui in Svizzera. Ovviamente gli svizzeri (tutti?) ne sono felici, perchè ci sono e saranno motivi per fare affari d’oro! Prenotazioni di alberghi, turismo e chi più ne ha più ne metta. Gli imprenditori elvetici, sebbene indietro rispetto a quelli di altri paesi, sono partiti in quarta e nei volantini di supermercati e grandi magazzini ci sono in vendita bandiere di varie nazionalità da sfoggiare fuoricasa e altri accessori per l’evento mondiale. Se dico che lo spirito imprenditoriale svizzero non è in cima alla classifica c’è un motivo: mentre loro vendono bandiere, qualche maglietta e poco altro, italiani e americani ne aprofittano alla grande lanciando campagne pubblicitarie inneggianti alla Svizzera con prodotti importati come la Nutella e il Mars.

In particolare la Ferrero ha messo in commercio, qui, un vasetto di Nutella a forma di pallone da calcio, mentre la Mars company ha cambiato il nome al Mars chiamandolo, temporaneamente, “Hopp”!
La parola “hopp” (anche sul vasetto di Nutella) significa più o meno “olè” o “forza”.
E al grido di “Forza Italia!” vi mostro qui sotto il nuovo abito svizzero della Nutella e una pubblicità locale del Mars.

nutella hopp suissenutella hopp suisse

P.S.: La morosa mi ha fatto giustamente notare che in Italia (visto su Raiuno) la Nutella pubblicizza la nostra nazionale, mentre qui parteggia per la Svizzera. Se non è furbizia questa..

Carnevale di Losanna. – 506

Dopo la gitarella di Sabato al parco dell’indipendenza di Morges, Domenica abbiamo ben pensato di fare un breve giro in centro a Losanna, pur sapendo che negozi, bar e qualsiasi altra cosa sono chiusi nei giorni di festa. Gli unici locali aperti anche di Domenica sono McDonald’s e Starbucks, quindi ci siamo diretti a quest’ultimo per un frappuccino e poi ci siamo incamminati verso “place de la Palud” (parte bassa di Losanna).
Inaspettatamente ci siamo trovati in mezzo ad una folla compressa di fronte a baracchini alimentari di tutti i tipi: è il carnevale! Si, perchè proprio verso la fine di Aprile a Losanna c’è la “Fête du Soleil”, la versione losannese del carnevale, che non ha niente a che vedere con quello nostrano.
C’è gente in maschera, ci sono i carri (orribili e tristissimi) trainati da trattori che abbiamo visto in macchina per la strada, ci sono bancarelle di tiro al bersaglio e di cibarie (cinese, messicano, vietnamita, kebab, pizza, salsicce, etc. etc.), c’è qualche giostra perlopiù per bambini, ma alla fine dei conti assomiglia più alla festa di S. Antonio a Padova o alla fiera di Rovigo più che al carnevale di Venezia…
La cosa più strana, che dovevamo aspettarci a dire la verità, è che di Svizzeri ce n’erano pochissimi. Sarà stata l’ora tarda per gli autoctoni (17.30), sarà stato il clima etnico di venditori asiatici, resta il fatto che la maggior parte delle persone veniva dall’estremo oriente o dall’America del Sud.
Ovviamente non è mancata l’occasione per fare qualche foto che potete vedere cliccando qui!

Tulipani a Morges. – 505

Sabato siamo andati al parco dell’indipendenzaaMorges,cittadina Svizzera ad una ventina di minuti da Losanna con vista sul lago Lèman. Il parco ci è stato consigliato per una motivo in particolare: i fiori. Infatti, vicino al castello di Morges, ogni anno dal 1971 viene celebrato il ritorno della primavera con il fiorire, tra Aprile e Maggio, di più di 100000 bulbi di tulipani. La superficie di 30000 metri quadrati del parco, vienesfruttata per la creazione di aiuole dalle forme più strane, composte da un incredibile numero di varietà diverse di tulipani. Il festival dei tulipani del 2008 è iniziato il 29 Marzo e si concluderà il 12 Maggio, con in seguito una giornata di vendita dei bulbi di tulipano il 14 Maggio.
Per chi fosse interessato e si dovesse trovare nei paraggi di Morges Domenica 27 Aprile, c’è anche un breve corso di macrofotografia ovviamente a tema floreale.
Chi non riuscirà a cogliere i tulipani in fiore quest’anno potrà, invece, accontentarsi delle fotografie che ho scattato io cliccando qui.


Visualizzazione ingrandita della mappa

Per servirla! (reprise da Fairydawn) – 492

Ieri mia morosa ha scritto un post sull'assenza di servilismo degli Svizzeri. Non che debbano essere particolarmente servili, remissivi o schiavi del prossimo, ma la loro propensione ad essere gentilmente riverenti è decisamente sotto zero. I due episodi già descritti evidenziano il loro comportamendo: la cassiera che, quasi chiusa la cassa è senza soldi per dare il resto, si vede offrire dal cliente indiano, che non sa il francese, una banconota da 200chf. Lei, in francese, dice che non ha da dargli il resto e aspetta impalata. Il malcapitato di turno è costretto a pagare con la carta di credito. Il secondo episodio riguarda noi che, in fila alla cassa del supermercato, vediamo la cassiera che si alza e inizia a fare le pulizie perchè il supermercato sta per chiudere, mentre noi aspettiamo li davanti come degli allocchi.

Se non bastassero questi due esempi ve ne porto altri quattro:

1. Andiamo in farmacia. Appena aperta la porta suona il campanellino che segnala l'ingresso dei clienti. La farmacia è vuota, la commessa è li dietro al bancone che sistema delle scatoline in un cassetto. Noi ci avviciniamo e la commessa sistema scatoline. Siamo davanti al bancone e la commessa sistema scatoline. Aspettiamo li davanti e la commessa sistema scatoline. Ad un certo punto si degna di darci retta e ci serve. In Italia minimo minimo erano in tre a parlarci…

2. La morosa si è comprata il computer nuovo in Italia e, ovviamente, ha il cavo italiano. Ha pensato di prenderne uno con la spina Svizzera e ci siamo diretti ad un negozio di computer. Io aspetto fuori in macchina e lei entra. Non c'è nessuno. Si avvicina al bancone. Non c'è nessuno. Si guarda intorno. Non c'è nessuno. Ad un certo punto entra dalla porta principale il proprietario (o commesso) che era fuori a fumarsi la sigaretta ed ha visto benissimo entrare un cliente, ma non importa: il cliente può anche aspettare.

3. Siamo in mensa all'ISREC. Da bravi Italiani arriviamo tardi, di solito alle 13:00 o 14:00, giusto 15-30 minuti da quando non servono più i pasti caldi, ma non importa, perchè noi ci mangiamo un'insalata o un panino. In ogni caso c'è sempre qualcuno visto che la mensa resta aperta fino alle 17:00. Le inservienti (cassierie/donne tuttofare) sono li che trafficano per sbaraccare. Noi prendiamo la nostra roba e ci mettiamo alla cassa. Le donnette indaffarate ci sfrecciano accanto impegnate a mettere le posate pulite al loro posto (per il giorno dopo) e nessuna viene alla cassa. Dopo un po' una arriva e ci fa finalmente pagare e mangiare.

4. Quando prendiamo la pizza ce la facciamo consegnare a domicilio per tre motivi: le pizzerie sono poche e carissime, la pizza non è ovviamente come quella italiana, quella che prendiamo da Dominos (catena che c'è anche negli USA e non in Italia per fortuna) è decente e non molto costosa. L'ordine si può fare on-line e sul sito è specificato che i ragazzi delle consegne non viaggiano con molti soldi. Questo è il problema… non hanno mai il resto! Non chiedo che mi diano il resto di 100 o 200chf, ma se la pizza costa 26,90chf potrei voler pagare con 30 o 40chf, no? No. Non hanno il resto. Il cliente deve arrangiarsi a procurare l'importo esatto. Visto che non sempre abbiamo le monetine sufficienti ci siamo ridotti a pagare la pizza con carta di credito dal sito. No comment!

Insomma, mi pare di capire che qui il commesso/proprietario "fa un favore" a vendere qualche cosa. Mha. Forse, come dice la morosa, sono abituato bene e pretendo troppo, ma in fondo chi paga e tira fuori i soldi non ha qualche diritto seppur minimo?
Tutti questi episodi fanno sorridere ed allo stesso tempo lasciano perplessi.
Non me ne vogliano gli Svizzeri che trovo simpatici e per molte cose più civili di noi Italiani, ma penso che mi ci vorrà un bel po' di tempo ad abituarmi… sempre se mi ci abituerò!

Questione di orari. – 490

A volte non si riesce a fare ciò che si vuole per mancanza di tempo. Questo è vero per tutto, dalle cose più semplici a quelle più complicate. In particolare sono due giorni che non riusciamo a fare la spesa. Saremmo dovuti andare ieri per approfittare anche dei prodotti in offerta alla catena Migros, ma siamo rimasti in laboratorio più del previsto e quindi ci siamo diretti verso casa a saccheggiare i pochi rimasugli di cibo nel frigo. Quindi abbiamo deciso di andare oggi, per approfittare ancora una volta delle offerte da Migros, ma, mentre la giornata è iniziata con “pochi” impegni lavorativi, è terminata tardi e con un mucchio di cose da fare per me e per la morosa. Lei dice che è colpa mia, che mi prendo all’ultimo a fare gli esperimenti, etc.
Sarà anche vero, ma ero consapevole che non sarei riuscito ad iniziare l’ultimo esperimento. Nonostante questo lei si è messa a fare le sue cose, io le mie e, per la fretta, mi sono pure alzato un’unghia del pollice che adesso sta lentamente diventando nera. Nonostante l’impegno, la fretta e tutto il resto, abbiamo finito alle 18:45.
“Che problema c’è?” direte voi.
Il problema è che non si trovano supermercati che chiudano dopo le 19. Zero. Nessuno, di nessuna catena.
Non so bene che orari abbiano gli Svizzeri, ma abituato all’Italia dove si trovano centri commerciali aperti fino alle 21 o all’America dove ci sono i 24 ore su 24 365 giorni l’anno qui mi trovo un po’ alle strette!
E il Sabato chiudono ancora prima, alle 17.
Va bene, che ci dobbiamo fare: paese che vai usanze che trovi!
Abbiamo deciso che domani “proveremo” ad andare alla Coop dato che oggi ci sono arrivati a casa i volantini con le offerte… ce la faremo??

Bunker! – 472

Proprio nel post di ieri, ho scritto della passione degli svizzeri per la sicurezza. Sarà nel loro genoma, sarà perchè vivono riparati tra le montagne, sarà perchè costruiscono orologi e raccolgono soldi, sarà per la miscela di sangue franco-italo-tedesco. In ogni caso hanno le loro tare mentali che li portano ad essere precisi, quadrati, a volte un po’ con il paraocchi.
Detto ieri che forniscono i coltellini ai soldati e che vendono aggeggi militari, ho anche accennato alla presenza del bunker per le situazioni di emergenza. Ovviamente non stavo scherzando e il bunker nel condominio c’è davvero. L’unico problema è che attualmente è inagibile.
Infatti è adibito a “cantina-deposito”. Ogni condomino ha il suo spazio diviso da una struttura in legno con tanto di porta e serratura per metterci ciò che vuole. Da noi ci sono scatoloni vari e qualche valigia.
Mi domando a cosa serva un bunker siffatto. Niente provviste, niente riserve d’acqua, niente cibi liofilizzati e omogeneizzati, nessun generatore di emergenza. Insomma, l’unica cosa che potrebbe essere realmente utile è la porta blindata e le istruzioni per ascoltare la radio in caso di guerra/disastro atomico!
Ora capisco perchè il tecnico del nostro lab ci ha detto: “in caso di olocausto nucleare preferisco morire piuttosto che chiudermi come un ratto sottoterra”.

Qui la foto della porta blindata:

porta blindata

Military megastore. – 471

La Svizzera, come tutti sanno, è un paese neutrale, ma l’esercito esiste e viene impiegato “in operazioni di supporto a favore della popolazione. Questi impieghi vengono avviati unicamente in seguito a richieste provenienti dalle autorità civili quando i mezzi convenzionale a disposizione dei comuni, cantoni e della confederazione non sono più sufficienti. Questi impieghi eccezionali possono derivare in casi di catastrofe, il controllo dello spazio aereo in situazioni eccezionali, il supporto della polizia e del corpo delle guardie di confine svizzere, nonchè la protezione di conferenze e di opere” (fonte wikipedia alla voce “esercito svizzero“).
Probabilmente è la pacificità e beatitudine di questo popolo di banchieri e cioccolatari che li rende un po’ particolari.
A quanto pare tutti i soldati dell’esercito hanno un coltellino svizzero (giustamente chiamato coltellino dell’esercito svizzero) e sembra che abbiano pure tutti a casa una pistola anche durante il congedo.
Che sia per autodifesa? Per proteggere il prossimo? Per essere pronti ad una guerra? Non si sa bene…
Ma la cosa più “divertente” è che qui tutti gli edifici hanno un bunker probabilmente antiatomico (si, c’è anche nel nostro condominio) e, cosa che avrei pensato fosse possibile solo in America, c’è perfino un negozio di aggeggi militari che manda i volantini a casa.
Il foglietto che ci è arrivato pubblicizzava di tutto: crick militari, compressori, set di sopravvivenza, lavelli da campo e, non chiedetemi chi le comprerebbe, ben due modelli di cappa per sabbiature. Per inciso, una cappa per sabbiature non è quella dove ci si mette sotto la sabbia per i dolori reumatici, ma una cappa chiusa che si può usare ad esempio per “sabbiare” un oggetto metallico per togliere ruggine o vernice.
Bhe, se anche voi siete interessati a questo genere di accessori date un’occhiata a cosa c’era in vendita a fine Febbraio cliccando qui.

Il piccolo elettricista Elvetico. – 459

Adesso passo per il criticone di turno. Quello che è stato in America e non gli va bene niente degli Americani, ora è in Svizzera e non gli va bene niente degli Svizzeri. Lasciamo perdere l’Italia che se dovessi giudicare gli Italiani dai loro governanti non saprei proprio cosa dire… per fortuna che sono Italiano e compatisco i miei concittadini. Ma a parte questo, non sono un criticone, cerco solo di sviscerare usi e costumi delle varie società con cui vengo a contatto magari ridendoci un po’ sù. Però a volte non capisco delle cose. Per esempio non capisco come sia stato progettato l’impianto elettrico dell’appartamento dove stiamo io e la morosa.
Un mini-molto-mini-appartamento per due persone composto da: una camera, un bagno cieco, un cucinino o cucinotto che voler si dica e una zona soggiorno/sala. è più piccolo di quel che sembra, eh, però è adeguato alle nostre attuali necessità. C’è solo un piccolo problema: le prese elettriche.
Le prese sono sette. Sette! Sette prese di cui tre in cucina, una in camera e manco vicina ad almeno uno dei comodini, una in bagno (di quelle tarocche e scomode dentro la specchiera) e due in sala.
Il fatto che abbiamo quattro ciabatte da sei prese l’una collegate in serie a due a due non deve stupire! Con due computer, qualche accessorio informatico, carica batterie dei cellulari di tre marche diverse, tv, video registratore, lettore cd e amplificatore, pompetta dell’acquario e altre cose abbiamo riempito tutto.
Inoltre in cucina non c’è il fornello a gas perchè in Svizzera non è “a la mode” e abbiamo una bella coppia di piastre elettriche, il dolce forno Harbert e il microonde della Barbie. Occupate tutte le prese. Stop.
La fortuna è che con l’aspirapolvere riusciamo a fare tutto il giro dell’appartamento staccando la spina solo una volta.
Insomma, non condivido la scelta di solo sette prese, ma ci posso passare sopra. Ma il vero colpo di genio è la presa telefonica. La posizione più naturale, comoda, ergonomica, immediata e semplice per gli Svizzeri è sopra una porta.
Si, avete letto bene. Sopra una porta, proprio in mezzo alle palle allo stipite. Tra adattatore (perchè hanno due tipi diversi di prese) e filtro adsl ho dovuto fare del mio meglio perchè non sbattessimo la testa passandoci sotto.

Se non ci credete o non avete ancora le idee chiare qui sotto avete la foto che lo dimostra… a voi i commenti!

presa telefono Svizzera

Costo della vita in Svizzera: esempio pratico. – 450

Giusto per raccontare un po’ qualche cosa di vero vi riporto un esempio pratico e semplice per confrontare i costi e i prezzi in Svizzera e quelli in Italia. Si è sempre detto che “…si, in Svizzera si prende di più, ma costa tutto il doppio!!”, ma in realtà non è proprio così. Vediamo qualche piccola spesa vissuta sulla mia pelle.
Primo esempio.
Ieri ho compato un alimentatore nuovo per il Powerbook 15″ che quello vecchio aveva il cavo che si stava rompendo e non caricava sempre. Il prezzo in Italia è di 79 euro, il prezzo qui è di 109 franchi (circa 68 euro al cambio attuale). La differenza non è solo nel risparmio dato dal cambio (anche perchè mi pagano in franchi, non in euro), ma dal fatto che in Italia l’alimentatore mi sarebbe costato 1/10 dello stipendio, e qui 1/35 dello stipendio!!!
Secondo esempio.
La settimana scorsa la morosa ha comprato il “macheron” per entrare in autostrada con l’auto. perchè qui le autostrade non si pagano. O meglio, non c’è da prendere il biglietto e non c’è il casello di uscita. Si compra un adesivo da piazzare sul parabrezza valido per un anno dal costo di 40 franchi, cioè circa 25 euro. 25 euro??? Si, avete capito bene. Il prezzo che si paga per un unico viaggio da Milano a Firenze in autostrada in Italia! Chi la prende tutti i giorni anche per brevi tragitti sa di cosa parlo… senza contare che ogni anno ci sono piccoli aumenti.
Terzo esempio.
La benzina costa poco più di un euro al litro. Per “poco più” intendo qualche centesimo in più. Il gasolio costa uguale.
Insomma, la vita non è così cara come ci si aspetta e per molte cose si spende davvero meno. Se non fosse che poi questi vantaggi vengono controbilanciati dal costo di una pizza a domicilio di più di 30 franchi e dai parcheggi esclusivamente a pagamento o a disco orario sarebbe davvero un paradiso!

Cronaca di un viaggio. – 442

Eccoci tornati in Svizzera dopo una giornata a dir poco sfiancante. Breve riepilogo: alle 8 mi sono alzato, alle 9 ero all’Università (in Italia ovviamente) per far firmare 6 copie della tesi di dottorato, carte e cartine varie e, ovviamente, per salutare tutti. Alle 11 sono volato a casa da dove mi sono fatto accompagnare all’ufficio “formazione e ricerca” in un posto pressochè inaccessibile dato che il centro di Padova si è trasformato in un’unica ZTL, ma camminando un po’ ci sono arrivato. Consegnato il tutto sono tornato all’auto e siamo volati in ospedale dove avevo un appuntamento per le 11.45 per farmi controllare la ferita sulla schiena che, dopo un mese passato dall’intervento con cui mi hanno tolto un neo, non si è ancora sistemata bene. Alle 12.30 sono andato a prendere la morosa in stazione mentre i genitori sono gentilmente andati fino a Vicenza (!!!) a cambiarmi il contratto dell’assicurazione perchè secondo loro era un problema andare in Svizzera in macchina. Dalle 12.40 alle 14 ho caricato la macchina con tutti i bagagli con la morosa che mi urlava nelle orecchie: “non capisci niente! i tuoi potevano stare a casa! hai 29 anni! non sei autosufficiente! non sai fare niente da solo! arriveremo tardi! non capisci!! saremmo dovuti partire due ore fa! arriveremo col buio! con tutta sta roba in macchina ci fermano alla dogana di sicuro! voglio che capisci! era meglio andare in treno! saremmo dovuti andare in treno! arriveremo tardissimo! con una macchina come la tua che non corre! che sul passo farà si e no i 60 all’ora!” e via discorrendo. Ovviamente un po’ di ragione ce l’ha.
MA!
Ma tutto sommato, alle 14.30 siamo partiti e alle 20.30 siamo arrivati all’ISREC, scesi in topetteria dove la morosa ha sistemato alcuni roditori e quando siamo tornati a casa non ci è rimasto che scaricare la macchina e preparare la cena.
Il viaggio è stato lunghetto e senza soste se non per un pieno di GPL, dove il benzinaio ha cercato a tutti i costi di vendermi le spazzole nuove per il tergicristallo, e per i venti minuti di treno da Iselle a Briga dove abbiamo caricato l’auto risparmiando ben 40 minuti di strada sul passo per soli 13 euro!
Finalmente abbiamo la macchina qui che oggi ci è servita per portare su molte cianfrusaglie: un po’ di viveri, il basso elettrico (senza amplificatore, lo suonerò “muto”), casse e lettore cd, libri dell’università, cavi e alimentatori vari, un acquarietto per mettere le mie bestiole, etc. etc.
Ora c’è la questione di “minore importanza”: trovare una sistemazione per la macchina visto che qui di parcheggi gratuiti non ce ne sono!! Vedremo se saremo in grado di farci dare un permesso da residenti….