Ore 22.30, sono appena uscito dalla sauna del dipartimento! Ebbene si, in America c’è pure questo, una stanza adibita a uso sauna. Al suo interno ci sono tre freezer a -80 ¬∞C e una cappa a flusso laminare. Ovviamente la finestra deve restare chiusa e l’aria condizionata, purtroppo, non funziona molto bene con tutto quel calore da smaltire.
Se non bastasse la temperatura di 5 gradi più alta che nel resto del dipartimento, possiamo aggiungere il rumore dei tre freezer sempre in azione e della cappa sotto la quale ho lavorato per 5 ore e mezza per seminare 3024 semini di Arabidopsis…
La cappa è stata spostata, anche con il mio aiuto, un paio di mesi fa perchè in laboratorio faceva troppo rumore, peccato che dov’è adesso ci siano anche i freezer che vanno 24 ore su 24!!
Ero indeciso se usare le cuffie antirumore che sono a disposizione di chi lavora li o se ascoltarmi un po’ di musica: ovviamente ho scelto la seconda. Sei album degli ACDC a palla, meglio che un concerto rock!
Sono decisamente provato. Non ho la forza di andare a casa a piedi, nè correre per prendere l’autobus che passerà tra 3 minuti, per cui aspetterò quello delle 22.45… e alle 23 potrò finalmente cenare…
Detto questo, vi saluto finchè cerco di riprendermi.
Category Archives: laboratorio
Inconvenienti in laboratorio… – 303
Stasera sono stato a giocare a carte con… no. Ricominciamo: stasera sono rimasto in laboratorio per alcuni esperimenti, ma non sono l’unico visto che la prof è passata di qui alle 23.30 (mezz’ora fa) ed sta andando a casa adesso… proprio come i professori in Italia!!
Ma qualche cosa che non funziona c’è anche qui in America. Circa tre mesi fa siamo rimasti senza guanti misura Large. Sono stati ordinati subito, ma per errore invece che ordinarne una cassa ne hanno ordinata una scatola!! Da 100 guanti!! Bhe, morale della favola, negli ultimi 90 giorni ho rischiato di perdere le dita per cancrena visto che usando i Medium mi si fermava la circolazione dopo mezz’ora e dopo un’ora ero quasi insensibile. Sarà anche l’estate, le mani un po’ più gonfie… fatto stà che dovevo fare una pausa ogni oretta per non rischiare l’amputazione delle mani.
A parte io e il tecnico gli altri non avevano problemi: nè le donne e neanche gli altri due uomini del lab.
Tra guanti in nitrile e in lattice le ho provate tutte, ma non c’è stato verso. Oggi sono miracolosamente arrivati i Large… ma in vinile!! Indossandoli mi pare di tornare alle elementari, quando mi spalmavo sulle mani la colla Vinavil e la lasciavo seccare per tirare via il “calco” della pelle: stesso odore, stessa sensazione!
Ma tutto sommato è meglio che indossare guanti di una taglia più piccola… peccato che si rompano molto più facilmente degli altri.
Porterò pazienza per i prossimi tre mesi.
è tardi. – 276
è proprio ora di andare a casa! Buona notte America… buon giorno Italia!!
Al peggio non c'è mai fine… – 275
Non basta che alle 23.55 sia ancora all’università a lavorare… non basta che 3 minuti fà sia passato l’ultimo autobus per tornare a casa… non basta che invece ne avrò per almeno un’altra oretta… non basta che quando la morosa leggerà questo post mi dirà su di tutto perchè tornerò a casa a piedi a notte inoltrata… non basta che domani mattina dovrei svegliarmi alle 7 per andare al corso di inglese…
No. Tutto questo non è sufficiente!
…ci mancava solo che il diavolo in persona mi mandasse uno stormo (non scherzo!!!) di zanzare rompimaroni che girano per l’ufficio e tutto intorno a me!!
AAAAAAAAARRRGGGGGGGGGGGGHHHHHHHHHHHHHH!!!!
ESEM. – 238
Giusto per darvi una vaga idea di quello che sto studiando (o cercando di studiare) qui in America, vi mostro una foto fresca fresca di questa mattina fatta al microscopio elettronico ESEM (Environmental Scanning Electron Microscope). Ma prima, giusto per non lasciarvi con una sterile foto, vi racconto che l’ESEM, che tra l’altro è un marchio registrato, è stato sviluppato alla fine degli anni ’80 e messo in commercio dalla ElectroScan Corporation nel 1988. Il fratello maggiore SEM (Scanning Electron Microscope), prevede che i campioni vengano coperti da uno strato metallico conduttivo, generalmente oro, che distrugge il campione stesso, ma crea uno “stampo” che viene poi osservato. L’ESEM invece offre invece la possibilità di osservare il campione “dal vivo” in un ambiente a bassa pressione (2-5 Torr) e alta umidità (fino al 100%).
In realtà se viene osservato a lungo e ad una differenza di potenziale alta (25-30 kV) un campione biologico, le cellule scoppiano come pop-corn… quindi anche questo è “distruttivo”, ma basta fare un po’ di attenzione!
Il compendio sui microscopi elettronici finisce qui, anche se ci sarebbe da parlare del microscopio elettronico a trasmissione, del microscopio elettronico a riflessione, dell’elettronico ad emissione di campo, del microscopio ad scansione per effetto tunnel e del microscopio a forza atomica (questi ultimi due non sono elettronici).
Qui sotto un’immagine della camera dove viene inserito il campione da analizzare con l’ESEM:
Foto di una zona di abscissione di Arabidopsis. Nel cerchio rosso la zona di abscissione, sotto il peduncolo e sopra la siliqua.
Piccole soddisfazioni. – 233
Scusate la mia assenza, ma ho avuto talmente tanto da fare che ieri notte sono andato a dormire alle 4.30 del mattino!! Un po’ è per colpa mia, dato che come al solito, mi prendo sempre all’ultimo per fare ogni cosa. Quindi sono stato sveglio a lavorare per preparare una presentazione per il lab meeting che c’è stato questa mattina. Ho presentato il mio lavoro e alcune spiegazioni “tecniche”… vi dico solo che con 13 diapositive ho parlato per un’ora e tre quarti!!
Devo dire che fare una presentazione qui è molto gratificante: la gente è interessata, fanno domande, commenti, chiedono spiegazioni e, se possono, spiegano e aiutano a risolvere problemi o questioni varie.
Comunque sono stati tutti più che contenti, in particolare la prof ed un ricercatore che poi, finito il lab meeting, mi hanno fatto domande per un altro quarto d’ora.
Bhe… queste sono le vere “piccole” soddisfazioni della vita…!
Under the Fridge. – 231
Non è una storpiatura della canzone Under the Bridge dei Red Hot Chili Peppers, è proprio quello che si può trovare (e si trova, ve lo assicuro!!) sotto o meglio ancora dentro un frigorifero da ufficio.
Il mini-frigo che c’è qui emana da un paio di mesi un odore nauseabondo, la porta si chiude a fatica, è pieno di roba scaduta, ha uno strato di ghiaccio di 20cm abbondanti, dentro ci sono residui tossici che farebbero schifo anche ad uno scarafaggio! Ogni volta che qualcuno lo apre un olezzo di putrefazione invade l’ufficio e tutti dicono che fa schifo… eppure nessuno lo pulisce!! Sapete, è di tutti e quindi di nessuno! Io spesso dico: “Bisognerebbe pulirlo” e il malcapitato che ci si trova davanti risponde: “Eh si!!”, lo richiude e se ne va! Per fortuna che io non lo uso.
Tre settimane fa abbiamo buttato via un contenitore di plastica della Ziploc (tipo Tupperware, ma molto più economico) con un contenuto irriconoscibile su cui cresceva allegramente una muffa a pelo alto!
Mi è venuto in mente di scrivere tutto questo perchè oggi su www.phdcomics.com c’era una vignetta che rappresenta perfettamente il nostro frigorifero!! E sapete cosa ha fatto una ragazza del lab? Quando l’ha vista invece di dire: “Effettivamente il nostro fa schifo uguale se non di più! Spetta che lo pulisco…”, l’ha stampata e l’ha attaccata sul frigo dicendo che lo rappresenta bene.
Se non ci credete cliccate sull’immagine qui sotto e giocate a “trova la differenza”:
Plant doctor. – 222
Proprio per “festeggiare” il primo Maggio mi sono messo a fare un lavoretto di precisione e che, soprattutto, porta via un sacco di tempo. Ho “emasculato” un mucchio di Arabidopsis che domani impollinerò con polline di altre piante per fare degli incroci. Il procedimento è molto semplice: basta eliminare dal fiore tutto tranne il pistillo. Si procede con le pinzette a togliere sepali, petali, ma, soprattutto, stami ed antere. A chi non sapesse come è strutturato un fiore e quali sono le parti che lo compongono consiglio il solito link a wikipedia.
L’unico problema di questo lavoretto sono le dimensioni infime di questi fiorellini che devono essere sezionati quando sono ancora chiusi!!
Se date un’occhiata alla galleria fotografica potrete vedermi in azione con gli arnesi del mestiere: occhialoni per ingrandire, pinzette da orefice (tecnologia Svizzera!!), etanolo e fili colorati.
Potete vedere le infiorescenze prima e dopo il trattamento e anche un esempio di impollinazione avvenuta con successo. Ad ogni fiore viene legato un filetto colorato che indica il tipo di incrocio che è stato fatto… per evitare confusioni!
Sempre lì potete vedere anche una discreta collezione di piantine, che saranno sottoposte allo stesso trattamento nei prossimi giorni, e alcune piante morenti da cui devo solo raccogliere i semi.
Con le ultime due foto ho voluto ricordare centinaia e centinaia di moschine infestanti che si sono volute sacrificare per testare l’efficacia della carta moschicida!
Ciao!
Angolo del biotecnologo. – 219
Venerdì sera ore 20:10. Ho appena finito le mie robe in laboratorio, ho estratto da gel degli ampliconi di DNA con il Gel Extraction Kit della Qiagen. Ma mi è venuto un dubbio atroce!! Il Kit estrae frammenti compresi tra 70pb e 1kb con un’efficienza del 70-80%. Poi estrae frammenti compresi tra le 10pb e le 40pb con un’efficienza del 10-20%.
Ma io dovevo essere così sfigato da avere a che fare con frammenti di 60bp???
AAAAAHHHH!!!!
Vabbè….. speriamo che ci sia qualche cosa altrimenti ho buttato via un paio di giornate di lavoro!
Sono fiducioso che i miei frammenti saranno stati estratti con il 70% di efficienza!
Comunque ora me ne vado a prendere l’autobus… e domani controllerò cos’è venuto fuori!
Buon fine settimana a tutti!
Olio di semi di Arabidopsis. – 212
Sono appena tornato dalla camera di crescita dove ho una buona varietà di piantine nel pieno del loro vigore vegetativo e una altrettanto buona varietà di piantine morenti che, oltre a fare una miriade di semi, stanno cercando di fiorire ancora, per la mia gioia, visto che domani pomeriggio prevedo di emasculare molti bei fiorellini e dopodomani di impollinarli per creare i miei incroci.
Ovviamente ho dovuto sistemare un po’ queste piantine, metterle in ordine, prepararle per l’evento.
Tagliando i “rami secchi” ne ho approfittato per raccogliere un po’ di semi, ma c’era un tale casino di seccume vegetale che sono pieno di semini.
Per chi non avesse idea di quanto grandi sono i semi di Arabidopsis ecco un paio di foto:
Sarebbe davvero interessante cercare di estrarre l’olio da questi semi… da vendere a peso d’oro!!