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Ritorno dalle vacanze. – 624

Come avrete notato, o forse no, sono stato assente per una settimana. Chiamasi "settimana di vacanza" che non è, purtroppo, stata sufficiente per far riposare e riprendere me e la morosa dallo stress accumulato. Comunque la settimana è iniziata con i presupposti sbagliati: l'esperimento che dovevo fare tra oggi e domani è saltato perchè la ratta (ma come si chiama la femmina del ratto?) non è rimasta incinta.
Pazienza la ratta è stata rimessa col ratto e tra 11 giorni, forse, avremo degli embrioni da dissezionare.
Comunque, esperimento a parte, il ritorno è stato piuttosto tranquillo soprattutto perchè il capo non c'è per due giorni, Pancetta1 è non pervenuta, Gioacchino è in vacanza e il Nostra signora vergine martire è in vacanza pure lui.
Proprio quest'ultimo si è premunito di farmi avere un post-it con scritto che le cellule competenti che ha rifatto (con le soluzioni nuove che ho preparato) funzionano e non sembrano contaminate (vedere post precedente). Inoltre, come suo solito, ha lasciato la sua scrivania in uno stato minimalista-nichilista degno del più asettico ambiente controllato. In pratica non c'è un foglietto, penna, quaderno, catalogo fuori posto. E questa è una cosa davvero grave, perchè se anche solo qualche cosa perderà la "posizione zen" in cui lui l'ha messa saranno cavoli amari… il Nostra signora vergine martire inizierà ad indagare su "chi si è seduto al mio posto" e "chi ha usato le mie cose".
Devo dire che a fatica mi trattengo dall'aprirgli il cassetto per mettergli tutto in disordine.

Quindi, dove eravamo rimasti? Ah si, la settimana è iniziata male perchè l'esperimento è saltato, ma non è poi così male perchè 1/3 del laboratorio è ancora in ferie… bhe dai, non ci possiamo lamentare!

Il rasoio di Occam. – 623

La settimana scorsa io e il Nostra signora vergine martire (il nostro tecnico Svizzero) abbiamo preparato le cellule competenti (heat shock) con un protocollo mio, perchè mi ha detto che il suo è lungo ed era curioso di vedere se il mio sistema avrebbe funzionato. Diciamo pure che era incredulo nonostante le avessi già preparate a Gennaio. Comunque, morale della favola, ci siamo messi a farle: poco più di una mezza giornata di lavoro per fare tutto, con qualche preparativo il giorno prima. è rimasto sorpreso dalla velocità e semplicità del protocollo e dal fatto che gli ho suggerito di raffreddare preventivamente i tubini dove sarebbero stati aliquotati i batteri.
Ieri la morosa ha usato questi nuovi batteri e, fatalità, sulle piastre (LB + ampicillina) le è cresciuto uno strato di muffa verdolina davvero invitante.
Si reca dal Nostra signora vergine martire e lui inizia a dire…:

Nostra signora vergine martire: "Non capisco, non capisco, cos'è questa cosa?"
Morosa: "I nuovi batteri che avete preparato la settimana scorsa. Cresce della muffa."
NSVM: "Ah, strano. Sarà stato l'azoto liquido."
Filippo: (alzandomi in piedi) "L'azoto liquido???"
NSVM: "Si, perchè abbiamo raffreddato i tubini e col freddo non si saranno chiusi bene e poi abbiamo congelato tutto con l'azoto liquido che sarà entrato ed ha contaminato i batteri."
F.: (ridendo internamente) "Mha, guarda, secondo me è la soluzione che ho usato a Gennaio che è sporca. Oppure il glicerolo che tu non hai voluto sterilizzare!"
NSVM.: "No, deve essere proprio l'azoto liquido. perchè lo tengono in un contenitore enorme e resta lì per tanto tempo, sarà contaminato! Non è come dove eravamo prima che era in un contenitore piccolo e lo portavano fresco ogni settimana!"
F.: "Come dici tu… io preparo nuove soluzioni, sterilizzo tutto e la settimana prossima rifai le cellule finchè io sono in ferie."
NSVM: "Si si, ma la prossima volta non raffreddo i tubini, così l'azoto liquido non entra e non contamina…."
F. e M.: "……"

Visto che siamo scienziati dovremmo avere un po' di senso critico e, se non altro potremmo credere almeno nel rasoio di Occam, pensando che è più semplice che una soluzione fatta a Gennaio sia contaminata piuttosto che nel contenitore enorme dell'azoto liquido ci siano chili e chili di spore di muffe e che l'azoto liquido sia entrato nei tubini chiusi perchè questi non erano chiusi bene e che, stranamente, tirandoli fuori dall'azoto questo sia istantaneamente uscito dai tubini.
Ma evidentemente non è così per tutti…

I protagonisti. – 622

Eccomi finalmente ad aver raccolto materiale sufficiente per un bel numero di post. Premetto che io e la morosa non abbiamo ancora fatto un giorno di vacanza che sia uno, nemmeno ferragosto visto che qui in Svizzera non è festa (per fortuna che quest'anno è stato un Sabato e non siamo andati al lavoro). Detto questo, potrete capire come siano gli animi: nonostante la temperatura mite sono piuttosto surriscaldati. Detto pure questo oggi iniziamo con un elenco dei protagonisti della storia, ovvero i nostri colleghi: – Pancetta1 (francese, ha avuto un figlio l'anno scorso, non ha più la pancia, ma il nomignolo è rimasto questo) – Pancetta2 (idem come sopra) – Il topetto (francese, sta per finire il dottorato) – Gioacchino (francese pure lui, un post-doc che ha fatto 8 anni di dottorato in Svezia) – La porcellina (koreana, chiamata così per similitudine con "il porcellino", il mio amico koreano in America) – Pompelmo cedro (francese, nuovo acquisto del lab, probabilmente ad Ottobre inizia il dottorato qui da noi) Il diversamente abile Nostra signora vergine martire (svizzero, è il tecnico del laboratorio) – NAT detta il vicecapo (americana, non è il vicecapo, ma è la più anziana del laboratorio) – Il capo (francese, non c'è molto da dire) – Io – La morosa Che altro dire, il laboratorio è diviso in tre "bay" o scomparti e la morosa è nella prima bay con pancetta1, pancetta2 e pompelmo cedro. Io sono nella terza bay con il diversamente abile e NAT il vicecapo. Nella seconda bay, quella centrale, convivono il topetto, gioacchino e la porcellina. Vi basti, per ora, sapere che le convivenze sono difficili e spesso e volentieri ho degli istinti omicidi verso i miei compagni di bay. Fortunatamente questo Venerdì torniamo in Italia per una settimana di "vacanza" che verrà parzialmente sfruttata per organizzare il matrimonio (vestiti, fiori, sacerdote, etc. etc.). …to be continued…

L'avevo detto io… – 615

Non mi piace dire che “l’avevo detto io”, ma purtroppo mi tocca spesso ultimamente. Bhe, dai, a dire il vero mi piace pure dirlo come mi piace sapere che qualche cosa andrà o non andrà nel verso giusto, “prevedere il futuro” e capire quando una persona sbaglierà ciò che vuole fare. Oggi se ne è ripresentata l’occasione. Faccio una premessa: circa 7 mesi fa un collega viene a dirmi che ha bisogno di mettere delle cellule in coltura. Gli spiego dove sono i terreni da usare, le piastre, tutto il materiale. Gli dico come fare, come usare i vari strumenti, come fare tutto cercando di mantenere la sterilità delle cellule per non contaminarle. La prima risposta è stata che lui non usa i guanti. Non gli piace, perchè ha paura che spruzzandoli d’alcool prendano fuoco quando accende il becco Bunsen. E poi non scalda il terreno, non usa il camicie, non fa così, non fa colà…

…morale della favola, 7 mesi fa il pirla ha contaminato le sue cellule e anche le mie. Ma va bene, capita, sarà stata una fatalità.

La settimana scorsa viene da me dicendo che deve mettere delle cellule in coltura. Gli ho detto di fare pure quello che voleva, mostrandogli di nuovo tutto e spiegandogli ancora varie cose perchè, poverino, lui non si ricorda…
…ma va bene, capita.
Questa mattina prendo le mie cellule, le controllo, vedo che sono contaminate da batteri. Prendo le sue, non vedo le cellule perchè i batteri hanno formato uno strato talmente compatto che impedisce a qualsiasi altra cosa di vivere nella piastra.
Ora come mi devo comportare? Due volte su due che, dopo il suo passaggio, tutto è contaminato. Aspetto la terza volta per dirgli che è idiota?
Intanto pulisco e sterilizzo tutto, poi rimetto in coltura le cellule e lui rimetterà le sue. Prevedo già il risultato. E anche allora potrò dire che “l’avevo detto io”!

Trasloco: puntata #2. – 603

Come detto ieri, gli impacchettamenti per il trasloco non sono ancora iniziati, ma più o meno tutti stiamo mettendo ordine un po’ alla volta alle nostre cose. Tutti tranne uno: Ivano. Ivano è il tecnico del laboratorio, è Svizzero, è testardo e, come dallo stereotipo di Svizzero che ci siamo creati io e la morosa, uno che fa solo ed esclusivamente quello che gli compete. E in caso cerca di non fare nemmeno quello. Non che siano tutti così, ma questa è la nostra impressione. Comunque, tornando a Ivano, essendo il tecnico è, dopo la prof., colui il quale conosce più cose del laboratorio e del processo di trasloco. Eppure non si è mai organizzato. Si lamenta, continua a dire che ha tanto da fare, insiste perchè la gente smetta già ora di lavorare perchè, appunto, “c’è tanto da fare e voi non vi rendete conto”. Addirittura dice che non dorme più la notte per colpa di questo trasferimento. Dice che si ammalerà se continua così, che ha troppi pensieri per la testa, che non ce la fa a pensare a tutto lui, che non vuole prendersi responsabilità. Nonostante questo, Ivano è inamovibile. Non l’ho mai visto una volta alzare il culo dalla sedia per fare ordine tra le sue cose. Gli altri, io e la morosa compresi, hanno già fatto un po’ di ordine, lui no. Resta li seduto, e se non ha esperimenti da fare perde tempo leggendo le istruzioni per il trasloco e guardando dio-sa-cosa su internet.
Detto questo per me può anche diventare completamente insonne…
A domani la prossima puntata.

Trasloco: puntata #1. – 602

Come detto in precedenza in questo post, siamo ormai giunti in prossimità del trasferimento all’EPFL. Il politecnico di Losanna ha fatto costruire un edificio tutto nuovo per il dipartimento di “Scienze della vita”. Siamo andati a visitarlo per vedere il nostro futuro laboratorio. Cosa dire, è bello come tutte le cose nuove, ma purtroppo è un po’ più piccolo di quello attuale. Inoltre, secondo me, hanno costruito tutto “in economia”. Il materiale dei banconi non è eccelso e i frigoriferi a 4 ¬∞C non sono quelli “da laboratorio” che abbiamo ora, ma sono “da appartamento” con tanto di portauova, portabevande sulla porta e cassetti per la verdura. Sembra una stupidaggine, ma sono più piccoli.
Tutto questo ha portato ad una serie di lamentele infinite da parte dei nostri colleghi che “non ci staranno mai” e “non sapranno dove mettere le cose”.
Il risultato di questo restringimento degli spazi è che la gente deve buttare via un sacco di cose: articoli, reagenti vecchi, strumenti inutili o rotti, fogli, carte e cartine e chi più ne ha più ne metta.
La settimana prossima si impacchetta tutto e si trasloca, quindi questa settimana si dovrebbe iniziare a fare ordine e ad eliminare il superfluo. Inutile dire che c’è già qualcuno che, data la mole di materiale, ha iniziato da 10 giorni a svuotare ufficio e laboratorio.
Poi c’è chi, invece, fin troppo consapevole della mole di lavoro da fare si lascia prendere dallo sconforto e non fa niente… ma di questo ne parlerò domani!

DANGER: futura mamma in azione. – 465

Due settimane fa una collega del lab è inorridita vedendomi maneggiare un apparecchietto per fare un gel di agarosio con i guanti in lattice. Per chi non se ne intende è semplice: nel gel ci va l’etidio bromuro, che è una sostanza cancerogena/mutagena per contatto. I guanti in lattice sono permeabili all’etidio bromuro e allora si usano quelli in nitrile per fare i gel. Premesso che io stavo usando i guanti in lattice con estrema cautela e con l’etidio non ci ero neanche venuto a contatto, ho detto alla ragazza “fa lo stesso” ed è morta lì (non la ragazza, ma la discussione).
Due giorni fa si scopriva che la tal ragazza diventerà mamma tra sei mesetti e oggi la morosa premurosa mi ha detto: “potresti fare tu i gel per lei, così non si ciuccia schifezze che farebbero male al bimbo”.
Io, cavaliere del lavoro e succube della morosa, sono andato dalla ragazza e, visto che stavo facendo un gel per me mi sono gentilmente offerto di condividerlo per lasciarle caricare anche i suoi campioni.
Lei, un po’ perplessa, mi chiede come voglio fare il gel, che pettine voglio usare (per fare il gel), etc.
Allora ci dirigiamo insieme nella stanza dei gel e lei senza guanti prende in mano un pettine e mi dice che quello va bene.
Ora, chi non lavora in laboratorio non sa bene, ma il suddetto pettine viene a diretto contatto con il gel e quindi con l’etidio bromuro cancerogeno. Io non lo toccherei a mani nude neanche se mi pagassero.
La stessa tipa prima mi guarda male perchè uso i guanti sbagliati e poi se ne sbatte allegramente e tocca tutto senza guanti.
Due sono le cose: o ci è o ci fa.
Propendo per il “ci è”.

Se non capita qualcosa non mi diverto! – 384

Oggi ho imparato una cosa importante: mai raffreddare una bottiglia di Pyrex con dentro del liquido caldo nel ghiaccio. Si, mi direte che sono stupido… che dovrei saperlo! Che anche se il Pyrex resiste fino ad un certo punto (avrei giurato che avrebbe resistito) ai repentini cambi di temperatura forse non è il caso di rischiare. E invece no! Visto che è sera tardi ho pensato bene di sciogliere il terreno di coltura per i batteri in microonde, e poi di farlo raffreddare in ghiaccio.
Morale della favola: mi è rimasta la bottiglia in mano, il culo (della bottiglia) si è rotto e tutto il brodo si è mischiato al ghiaccio.
Fatto questo e buttato via tutto mi sono messo a sciogliere un’altra bottiglia, così l’espediente che doveva farmi guadagnare tempo mi ha fatto perdere un buon quarto d’ora.
Quindi stasera finirò anche più tardi del solito.

Per gli amici biologi/biotecnologi e gli amanti della scienza: il classico terreno di coltura LB, ideato nel 1951 dall’Italiano Giuseppe Bertani studente del microbiologo Salvador Luria, viene comunemente chiamato Luria-Bertani, ma nell’articolo “Lysogeny at Mid. Twentieth Century: P1, P2, and Other Experimental Systems” (Journal of Bacteriology, 2004, Vol. 184, No. 3, p. 595-600) lo stesso Bertani spiega che l’acronimo LB significa “Lysogeny Broth”. E se lo dice lui immagino che ci sia da fidarsi!

Approfitto inoltre per segnalarvi che ho caricato un paio di gallerie fotografiche delle uscite recenti con i Guatemaltechi e gli Italiani qui a Madison. Se siete interessati cliccate qui.

Mr. Troubleshooter. – 379

Premetto che sono stufo, che ho non tanta, ma troppa roba da fare in questi ultimi giorni di permanenza negli States, che ho cene e raduni organizzati il venerdì-sabato-domenica e quindi, ahimè, non potrò venire in lab per finire esperimenti vari. Premetto anche che a momenti devo cambiare stato o continente per adeguarmi al nuovo fuso orario biologico che mi impone la veglia fino alle 3 di notte e il sonno fino alle 9 del mattino (il chè mi va anche bene visto che di sera in lab non c’è nessuno). Insomma, a parte tutto ciò, oggi ho avuto il piacere di essere stato nominato Mr. Troubleshooter (troubleshooter = tecnico-riparatore).
Si, perchè negli ultimi 6 mesi non ho fatto altro che risolvere i problemi del laboratorio. Non voglio vantarmi o altro, ma, putroppo, è la verità.
In ogni laboratorio che si rispetti ci sono problemi di varia natura che si presentano con cadenza non ben definita. A me (e agli altri) ne sono arrivati parecchi: pcr che hanno smesso di funzionare per un mese, piante che crescono stressate perchè la camera di crescita è troppo fredda/calda, cellule che non crescono e chi più ne ha più ne metta.
Il punto è che i compagni di lab se ne sbattono allegramente!! Tanto loro devono stare qui 5-6 anni, e risolvi oggi o risolvi domani è lo stesso! Quindi di volta in volta mi sono dovuto arrangiare e sistemare tutto.
Tralasciando gli ultimissimi sviluppi di alcuni problemi, oggi una del lab mi dice: “Oh, Mr. Troubleshooter, quando tornerai a casa dovrò scriverti via mail per farmi risolvere i problemi!”
Ma vaff…