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La Svizzera ha vinto, Hop Suisse!

Ieri, come molti di voi sapranno (o forse no), la Svizzera ha vinto 1-0 contro la Spagna ai mondiali di calcio in Sud Africa. 
Nel bel mezzo del pomeriggio Nostra signora Vergine Martire (il tecnico Svizzero) esclama qualche cosa. Io manco mi giro che non capisco cosa vuole e tanto lui parla sempre da solo. Il vicecapo NAT invece si gira e gli chiede cos'è successo.

Nostra signora vergine martire: "La Svizzera ha segnato un gol!"
NAT: "Ah si?? Ma dai! Che bello! Vuoi vedere che vince contro la Spagna?"
N. s. V. M.: "No, impossibile, perderemo. Perdiamo sempre."
NAT: "Ma magari no."
N. s. V. M.: "Si, perdiamo. Pensa che Spagna e Svizzera hanno giocato insieme 14 volte e su 14 la Svizzera ha pareggiato 2 volte, le altre ha sempre perso. Perderemo anche oggi. Noi non vinciamo mai."
NAT: "Bhe, se vince la Svizzera ci sarà un bel casino per le strade. Non riusciremo neanche ad andare a casa."
N. s. V. M.: "Ma figurati. Noi Svizzeri siamo calmi, tranquilli, non facciamo niente. Il problema è se vincerà la Spagna!"

Detto questo Nostra signora Vergine Martire si mette lo zaino in spalla e se ne va a casa.

Dopo circa mezz'ora sentiamo che la Svizzera ha vinto. Nessuno festeggia, tanto gli Svizzeri qui si contano sulle dita di una mano. Qualche Spagnolo parla a voce alta, non si sa bene cosa dica.
Andiamo a casa anche noi e gli unici segni di festeggiamento sono due ragazzini in scooter che corrono suonando i clacson spernacchianti e due auto che danno una suonatina ogni tanto. Fine. Stop. Nulla più.

Filippo: "Guarda che roba… è proprio vero che sono calmi questi Svizzeri…"
Moglie: "Già… strano."

Arriviamo in casa, guardiamo un po' di TV nel mentre che iniziamo a preparare la cena e, verso le 19.45, iniziamo a sentire auto che passano sul cavalcavia di fianco al nostro condominio suonando per festeggiare. E i festeggiamenti sono andati avanti per un'ora e mezza.

Moglie: "Ah ecco, mi sembrava troppo strano! Non è che non festeggiano, è che quando era il momento di festeggiare erano tutti a cena……"

Il viaggio della speranza.

Eccomi di ritorno dopo un paio di giorni di "ferie" presi per stare in Italia da Sabato a ieri sera. Questa volta il viaggio (in auto) Svizzera-Italia è stato più lungo e noioso del solito. Saremmo dovuti partire Venerdì, per arrivare verso mezzanotte in Italia, ma avendo un possibile esperimento il Sabato mattina ed avendo finito di lavorare alle 19 il Venerdì sera, abbiamo rimandato al giorno dopo la partenza.
Il Sabato mattina la moglie ha pensato (fortunatamente) di rimandare l'esperimento, ma siamo passati comunque in laboratorio per una ventina di minuti. In pratica siamo partiti da Losanna alle 11.20.
Ci siamo diretti come sempre a Briga dove è possibile caricare la macchina sul treno e, per la modica cifra di 13 euro, risparmiarsi il passo del Sempione e circa 40 minuti di strada.
Chi prenderà mai il trenino alle 13.20 di Sabato per andare in Italia? Ma tutti ovviamente! Il treno era pieno e c'era già la coda per il successivo delle ore 14.50. Quindi ci siamo diretti senza indugi al passo dato che i cartelli dicevano "passo chiuso per i camion, ma aperto per le auto" e "passo aperto, Italia chiuso" (noi, animi puri, ci siamo pure chiesti che volesse dire, ma via! avanti sempre).
Morale della favola il passo era veramente aperto, ma alla dogana Svizzera (a Gondo, ad 1km dall'Italia) ci siamo fermati e ci hanno fatto tornare indietro perché c'era una frana in corso. Abbiamo visto in diretta i pezzi di montagna che si staccavano…
E allora via, torna indietro fino a 70 km da Losanna per prendere il bivio che porta al traforo del Gran S. Bernardo direzione Aosta.
E ad Aosta abbiamo trovato un nubifragio che ci ha costretto a viaggiare a 40 km/h in autostrada; non vedevamo nemmeno le auto davanti a noi.
Siamo arrivati a Rovigo alle 21.30: in pratica ci siamo fatti 10 ore di strada, 4 ore più del solito.
Per fortuna che il ritorno in terra elvetica, ieri, è stato normale. Ci abbiamo impiegato le canoniche 6 ore dalle 15.00 alle 21.00, passando per il Sempione visto che la strada è stata messa in sicurezza.

Ed ora ricominciamo a lavorare!

Obiettivo Canon EF 85mm f/1.8 USM

La moglie per il compleanno mi ha fatto un bellissimo regalo ("un po'" pilotato, ma che importa, grazie tesoro!): un obiettivo Canon EF 85mm f/1.8 USM. Ieri è arrivato e, ovviamente, l'ho subito provato e devo dire che è davvero incredibile! Sono rimasto veramente impressionato dalla velocità e precisione della messa a fuoco merito del motore ultrasonico (USM). 
Il secondo motivo che mi fa veramente piacere questa lente è l'apertura f/1.8 che permette di scattare in condizioni di scarsa luminosità e/o di ottenere un meraviglioso effetto sfocato.
Sulla mia Canon EOS 400D con fattore di crop 1.6x la lunghezza focale di 85mm equivale a 136mm su full frame ed è, quindi, l'ottica per eccellenza per ritratti. Inoltre è il più conveniente tra tutte le lenti Canon per ritratto a focale fissa visto che la moglie l'ha pagato circa 330 euro.

Per capirci, le altre lenti Canon per ritratti sono l'EF 100mm f/2 USM (circa 380 euro) e un l'EF 135mm f/2L USM (circa 900 euro). Esiste anche l'alternativa super-professionale e super-costosa del mio 85mm ed è il Canon 85mm f/1.2L USM del peso di 1Kg (!!!) e acquistabile alla modica cifra di circa 1700 euro.

Comunque, ora non mi resta che sfruttarlo a dovere.
Qui una prima foto di prova a f/1.8:

La situazione si fa incandescente…

Al nostro piano c'è un (un unico) transilluminatore di cui un boss (chiamato Paperino perché… parla come Paperino) è il proprietario, ma in pratica lo usano tutti.
Qualche giorno fa con la moglie siamo andati a fare alcune foto a gel per vedere il genotipo dei suoi topi e ci siamo trovati il transilluminatore acceso e surriscaldato. Fatalità dietro di noi c'era proprio Paperino con il tecnico del suo laboratorio che doveva fotografare un altro gel. E Paperino si è incazzato di brutto. Si è reso conto che il transilluminatore era troppo caldo e gli abbiamo spiegato che si surriscalda perché la gente lo lascia sempre acceso (perché evidentemente è difficile premere il pulsante OFF dopo averlo usato).
Al transilluminatore è attaccata una fotocamera digitale, collegata ad un computer e comandata da un software con cui è possibile acquisire le foto del gel e stamparle con una stampante termica. Dal software in questione si può regolare contrasto e luminosità della foto, fare il negativo, regolare l'orientamento di stampa, la risoluzione, insomma di tutto. Eppure c'è gente che cambia queste impostazioni sulla stampante, con il risultato che ogni volta che qualcuno va a stampare una foto sistematicamente: la prima viene tutta nera, si smanetta con la stampante, la seconda viene molto chiara, si smanetta di nuovo e la terza (di solito) viene bene.
Una volta lasciate le impostazioni ottimali mi aspetterei di ritrovarle così la prossima volta, ma no, qualcuno ci rimette sempre le mani…
…e Paperino si è incazzato anche per quello.

Paperino ha detto al tecnico del suo lab di scrivere dei bei cartelli per chi lascia sempre acceso l'apparecchio e per chi mette le mani dove non dovrebbe. I cartelli non ci sono ancora e, comunque, anche se ci fossero sono sicuro che verrebbero ignorati a causa della cecità selettiva.
Attendo sulla riva del fiume di vedere il giorno in cui il transilluminatore si brucerà e l'ira di Paperino scenderà su qualche malcapitato…

E’ arrivato Ken!

Ovviamente anche lui riceverà un soprannome di battaglia (che io e la moglie diamo ai nostri colleghi), ma per ora su questo blog verrà chiamato "Hokuto no Ken" per gli amici "Ken" Cacici.

Cacici arriva con furore dal Giappone. E' un post-doc, ha una certa età (bho? 35 anni? indagherò.) e, appunto, ha iniziato il secondo post-doc qui da noi proprio l'altro ieri.

Facciamo un breve passo indietro. Circa 9 mesi fa (non ricordo di preciso la data) è venuto in visita a tenere un seminario e ad essere intervistato dal nostro capo. Il giorno dopo la partenza di Cacici, il capo ci ha chiesto impressioni per capire se assumerlo o meno. Più o meno con tono allegro ed entusiasta abbiamo risposto in coro che "non siamo riusciti a capire se è bravo o no perché non capisce uno stracazzo di niente di Inglese". Il nostro capo ha detto che non ha avuto questa impressione, fatto stà che l'ha preso. Pace, Amen.

Torniamo ai giorni nostri. Martedì è arrivato a Losanna e Mercoledì mattina si è presentato puntuale in ufficio per sistemare la parte burocratica con la segretaria. Per pranzo arriva in lab per venire a mangiare con noi. La segretaria (una signora Svizzera di 60 anni che parla abbastanza bene l'Inglese) esordisce con un "Cacici e io abbiamo deciso che frequenterà un corso intensivo di Inglese a partire dalla prossima settimana, perché fa un po' fatica visto che la sua pronuncia è un diversa dalla nostra".
Poi in Francese aggiunge "Ah non so. Dopo 10 minuti che ci parlavo mi sono resa conto che non aveva capito niente di quello che ho detto. Non so come farà. Abbiamo fatto il test on-line per l'ammissione al corso, l'ho fatto anche io e ho finito 15 minuti prima di lui. Comunque almeno ha una buona comprensione dello scritto."
Almeno.

Ottimo inizio. Speravo che avesse fatto un corsettino accelerato English-for-dummies prima di venire in Svizzerlandia, ma non avrà avuto tempo.
Comunque l'abbiamo portato a pranzo e non ha proferito verbo. Dopo è arrivato il tecnico per sistemargli il Macbook Pro in rete, installargli e configurargli posta, server vari e stampanti ed ha faticato parecchio per capire il Mac OS in Giapponese… con lui che "traduceva" a spanne…
Poi l'ho portato ad un mini supermercato nel campus, gli ho mostrato dove può prelevare soldi col bancomat, dato una mappa della città, mostrato dove prendere la metro e gli ho detto che verso le 18 io e la moglie saremmo andati a fare la spesa. Se aveva bisogno di cibo o altro sarebbe potuto venire con noi. Più o meno è andata così:

Filippo: "Alle 18 andiamo a fare la spesa in un negozio grande. Vuoi venire o sei troppo stanco?"
Cacici: "Aahhhhhh!"
F.: "Ah cosa? Vuoi venire dopo con noi o prendi qualche cosa da mangiare qui per stasera?"
C.: "Ohh yes yes yes!"
F: "Yes cosa? Vuoi comprare del cibo ora? Puoi cucinare dove alloggi? Hai le pentole? Hai la cucina?"
C.: "Aaaahh!"
F.: ….

Ho ripetuto le domande per 10 minuti finché ha capito e detto di voler venire con noi al centro commerciale. Arrivati lì alle 18.15 ed entrati nel supermercato io e la moglie non sapevamo se metterci le mani nei capelli o strapparceli del tutto. In pratica era tutto un "vorresti questo? o vorresti l'altro? vuoi una pentola? vuoi dei piatti? vuoi del riso? vuoi delle verdure? vuoi del caffè? vuoi pane? vuoi acqua? vuoi latte? Cacici, che casso vuoi????" e lui tutto un "Ahhh! Yes! Ahhh! Yes!! Yessss! Ohhhh yes yes!" e non prendeva niente.
Dopo 45 minuti siamo usciti con la nostra spesa e una settantina di franchi di spesa sua tra cui:

1 padella
1 cucchiaio
1 forchetta
1 piattino da dolce (perché il piatto normale per lui costava troppo……)
3 bicchieri (la confezione era solo da tre)
1 tazza
2 buste di riso precotto da scaldare in microonde
2 buste di zuppa istantanea
1 sacchetto di pan carré
1 bussolotto di detersivo per vestiti
1 pezzo di formaggio
1 litro di latte
1 sacchetto di insalata
1 bottiglia di condimento per insalata
1 sacchettino di orsetti gommosi

Ora, io e la moglie non siamo assolutamente dei criticoni verso chi non conosce le lingue. Io per primo mi sono trovato in America che l'Inglese l'avevo parlato per l'ultima volta 8 anni prima e qui da due anni non so ancora dire qualche strafalcione in Francese. La moglie è arrivata in Svizzera a far casino tra Inglese e Francese e a mala pena si ricorda di parlarmi in Italiano. E di certo capisco e mi rendo perfettamente conto di quanto Cacici possa sentirsi spaesato e in difficoltà, tanto che gli ho dato il mio numero e gli ho detto di chiamarmi per qualsiasi cosa…

…ma la vedo parecchio, parecchio dura…

A volte ritornano.

Quando si perde qualche cosa spesso è poca la speranza di ritrovarla, almeno per me.
Ieri mattina mi sono accorto di aver perso l'orologio da polso.
Capiamoci, con l'arrivo della bella stagione non lo uso più di tanto, mi fa caldo, mi disturba e quindi lo lascio a casa. Sabato e Domenica, non co perché, ho deciso di metterlo e poi me lo sono automaticamente tolto al lavoro. Il problema è che non l'ho appoggiato sulla scrivania o sul bancone, ma nella stanza della microscopia che è sempre buia. Va da sè che quando ho finito di usare il microscopio l'ho lasciato lì. 
Ieri l'ho cercato disperatamente ovunque, ho frugato a casa, nella stanza della microscopia, ho chiesto agli addetti dei microscopi e ho mandato una mail al personale del nostro edificio e di quello di fianco, ma niente.
La speranza è scemata velocemente, pensando che in Italia è difficile trovare un ombrello perso, figuriamoci un orologio.

Questa mattina mi è arrivata una mail da uno del gruppo della microscopia che mi ha avvisato di aver trovato nella loro stanza l'orologio. Pare che possa essere stata/o uno degli addetti alle pulizie.

Appena recuperato la moglie si avvicina e se ne appropria. Ora è al suo polso… non so cosa se ne faccia visto che le sta "un pochino" largo, ma credo che voglia impedirmi di riperderlo… forse perché non vuole regalarmene un altro!!